Roma, 14 Febbraio 2008.
Giornata no per me. Tendenzialmente una di quelle in cui non c'è che chiudersi in casa e aspettare che passi. Ma c'è il sit in per la difesa della 194 e la protesta per la violenta intimidazione di cui è stata fatta oggetto Silvana, di Napoli. Vado, non vado. Avrei bisogno della mia tana. Ma come sottrarsi, quando si DEVE? Quindi scatta l'imperativo categorico, da me a me: Falla finita, Marì. Così vado. Vado con mia sorella. Arriviamo sul posto: quattro gatte. Ma ancora per poco. Pian piano aumentiamo, ma ci accorgiamo presto che siamo tutte storiche, vecchia generazione insomma. Ci salutiamo, rivediamo visi amici, proviamo a scherzare. La domanda "Pensavi di dover tornare in piazza per la 194?" gira su tutte le bocche e riceve risposte diverse. La mia risposta è : Sì, ho sempre saputo che saremmo dovute tornare in piazza, che le donne dovranno sempre tornare in piazza. Niente è conquistato per sempre per noi donne. Del resto sono anni che lo dico, ad ogni occasione. Non che non siamo contente di ritrovarci, ma dopo una mezz'oretta cominciamo ad allarmarci perché cresciamo di numero, ma le giovani non si vedono. Verranno? Non verranno? Dove sono? Girano battute: è San Valentino,stanno dal parrucchiere.. Che ne sanno... si staranno facendo la ceretta. Poi le giovani cominciano ad arrivare. Arrivano alla spicciolata, prima un po', poi un po' tante, poi in massa. Ci sentiamo sollevate. Arrivano le giovani e sono impazienti; scalpitano. Che stiamo a fare qui? basta col sit in.
"Corteo, corteo". Io giro e faccio foto, scambio saluti e mi sento rinascere: ci sono donne di tutte le età. Siamo almeno tre generazioni. "Andiamo al Ministero della Giustizia". Ormai siamo davvero tante. Tra noi diversi uomini, giovani, meno giovani; solidali, amici. La polizia vuole tenerci lì. Bisogna trattare. Abbiamo già bloccato il traffico su un lungo tratto di Lungotevere e due ponti sono chiusi; il traffico impazzisce, i clacson assordano. Alla fine i poliziotti si arrendono: va bene passate. Attraversiamo il ponte e siamo su via Arenula. Il primo incidente accade mentre attraversiamo Lungotevere. Fermiamo le macchine con un cordone per permettere a tutte le altre di passare. Ma si sa, noi donne non siamo truppa; avanziamo lentamente, indolenti, chiacchierando,indicandoci gli striscioni, discutendo far di noi. Un automobilista, in terza o quarta fila si incazza, scende dalla macchina, apostrofa una di noi: aò te voi levà? Facce passà, levate.
Questo non ci piace, questo non va per niente bene. In dieci almeno ci rivolgiamo contro di lui, e lo riaccompagnamo alla sua macchina; -siediti e aspetta- gli fa una piccoletta, con un berrettino di lana con le ali. Sembra Asterix. E l'uomo si siede, smadonna, poi prova a ridere. Ma si siede e aspetta.Asterix sollecita quelle più lente: Aò, ve movete? Qui ci facciamo menà!" Intanto continuiamo ad aumentare, ad occhio siamo intorno alle tremila; il calcolo è facile: piazza Cairoli ne contiene duemila lo sappiamo da trent'anni e qui siamo molte di più. Questa seconda sosta sotto il Ministero dura il tempo ditracciare qaulche scritta sul marciapiede antistante. I poliziotti lasciano fare. "Andiamo in Prefettura" No al Senato! Ma la verità è che la nostra meta è Palazzo Grazioli, l'abitazione privata di Berlusconi. C'è molta confusione. Intanto dalle finestre lungo via Arenula donne si affacciano dalle finestre, sventolano sciarpe, ci applaudono. Noi applaudiamo loro. Si risentono vecchi slogan insieme a molti nuovi ma i canti sono gli stessi; Ci facciamo le foto, ci scambiamo i volantini, si intrecciano telefonate con amiche e compagne a Napoli, a Milano, a Bologna. "Qui siamo tremila, e lì?" "Ragazze, a Bologna sono tremila!"Gira la voce. Si esulta. Ragazze. Mi viene da ridere. Eppure è proprio così, è pieno di ragazze! le giovani ho voglia di abbracciarle e una, che nel marsupio porta una bimbetta di pochi mesi, una, me l'abbraccio davvero. Riprende la trattativa, la polizia è nervosa e non ha torto. "Doveva essere un sit in" continuano a dire, " non potete fare un corteo". "Siamo troppe per il sit in" obiettiamo noi, "dobbbiamo avanzare per forza" e spingiamo. I poliziotti indietreggiano, poi si impuntano. Una spinta ancora e il loro cordone è sfondato. Fanno un primo tentativo di carica poco convinto per la verità, per ricacciarci indietro. I buuu, buuu si sprecano. Alla fine arriva l'ordine dalla Prefettura: fatele passare. Arriviamo all'Argentina. Il traffico sulla piazza si blocca. I tassisti imprecano, ci insultano. Un poliziotto li rimbecca in malo modo. La piazza è occupata, da dietro premono per entrare. La polizia dice basta, è finita, tornate a casa. L'aria si fa più tesa. A casa vacci tu, gli sibila una ragazza. Forse aggiunge stronzo. I poliziotti s'incazzano di brutto: scioglietevi o carichiamo! Scioglietevi? Ci incazziamo pure noi. E' un tira e molla. Noi spingiamo per passare, loro spingono per farci arretrare.
Poi una piccoletta viene spinta con più decisione da un poliziotto, un'altra salta su inviperita, un'altra ancora si fa sotto al poliziotto. Allora la polizia carica. Un urtone bello grosso, i manganelli alzati ma solo come deterrente; si inciampa; Tutte gridiamo Vergogna! Vergogna! Una ragazza si prende una serie di manate respingenti sul torace, un'altra ancora viene strattonata; una reagisce, si volta e sputa al poliziotto. Viene presa per le spalle e portata nella camionetta, mentre la polizia riforma il cordone."Libera! Libera! Libera! La rivogliamo fuori tra di noi subito! Ma questa volta i poliziotti sono incazzati sul serio. "Provo a parlare con uno. Non sente ragioni: Tutto, ma gli sputi in faccia no!" Ha ragione, dico io melliflua, ma è giovane, lasciatela, dai. Intanto i poliziotti scattano foto a tutte noi. Questa delle foto è una vecchissima storia e la battuta è sempre la stessa. "Attàccatela in camera e... Non la riferirò, in fondo sono una signora! Nel casino generale interviene Franca Rame, che da venti minuti almeno è alla testa del corteo. Tratta, pacata ma decisa. "Qui nessuna di noi si muove se la ragazza non viene rilasciata". La cosa va per le lunghe. Io guardo l'orologio: stasera Tommasino viene a dormire da me e devo farmi trovare a casa. Finalmente la ragazza è rilasciata e ci aprono un corridoio per raggiungere Piazza Venezia. Passiamo a cinquanta metri da casa di Berlusconi. Si grida fino a sgolarci. Poliziotti ci precedono e ci seguono. I fotografi si divertono e stanno con noi, alcuni ci incitano pure, vorrebbero qualche altro tafferuglio. Io continuo a guardare l'orologio. Alla fine sbuchiamo sulla piazza, ci sfrangiamo, ci diamo appuntamento per l'8 marzo.
Scusate se la cronaca arriva con ritardo ma la vostra cronista ha passato la mattinata con il suo nipotino.
Grazie della cronaca.
RispondiEliminaE' un vero sollievo vedere che le manifestazioni sono riuscite.
Da noi (Ancona) ce n'è una domani (sabato 16) organizzata dalle donne della Sinistra Arcobaleno
Marina, credimi, ho letto con i brividi addosso. Brividi per la giusta causa e brividi per i tanti ricordi che la tua cronaca mi evoca. Dovevo esserci, per quella che ero allora, per quella che sono oggi, per tutte noi donne, quelle di ieri, quelle di oggi e, soprattutto, quelle di domani. Sì, la foto "attaccatela in camera e fattici 'na......", ah, è vero, sono una signora anche io :-))
RispondiEliminaL'8 marzo ci sarò, e spero anche tu....
Baci.....
Ciao Anna, ho sempre sospettato che come signora eri un po'...fasulla ;-))
RispondiEliminaAppuntamento all'8 marzo se non ci vediamo prima.
Ciao Franca spero che domani siate in tante. Vi penserò.
ciao marina
Finalmente scatta qualcosa! Queste manifestazioni sono importantissime soprattutto perchè danno un segnale forte e chiaro: non si tocca la legge 194 e basta con le ingerenze Vaticane nella vita privata di ognuno di noi! La laicità dello Stato va garantita senpre.
RispondiEliminaGrazie per la belliissima cronaca Marina! ...Leggendola mi sono commossa... allora ci siamo e siamo tante...per fortuna!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaComplimenti per il coraggio e la determinazione. Sono state manifestazioni importanti, ancora di più in tempi pre-elettorali.
RispondiEliminaGrazie davvero per il racconto. Sono contenta che eravate in tante, che ci siano state anche tante giovani e che alla fine sia andato tutto bene. Teniamoci aggiornate!
RispondiEliminaGrazie Marina, un resoconto/cronaca che fa sperare.
RispondiEliminaA tutte le mie amiche di blog: se ognuna di noi facesse la propria cronaca del prossimo 8 marzo?
RispondiEliminamarina
Grazie per la cronaca. E soprattutto brave, brave, brave!
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