Il ballo
Finché non si sa ancora nulla di certo,
non essendo arrivati segnali,
finché la Terra continua a essere diversa
dai pianeti più vicini e più lontani,
finché non c’è neanche l’ombra
di altre erbe onorate dal vento,
di altri alberi incoronati,
di altri animali dimostrati come i nostri,
finché non c’è eco, tranne quella del posto,
capace di parlare con le sillabe,
finché non si hanno nuove
di mozart migliori o peggiori,
di edison o platoni in qualche luogo,
finché i nostri crimini
possono rivaleggiare soltanto fra loro,
finché la nostra bontà
per adesso non è ancora simile a nessuna,
ed è eccezionale perfino nell’imperfezione,
finché le nostre teste piene di illusioni,
passano per le uniche teste piene di illusioni,
finché solo dalle nostre volte palatine
si levano grida agli alti cieli-
sentiamoci ospiti speciali e distinti
nella balera del posto,
balliamo al ritmo dell’orchestrina locale
e ci sembri pure
che il ballo sia dei balli.
Non so agli altri-
per essere felice e infelice
a me basta e avanza questo:
una dimessa provincia
dove anche le stelle sonnecchiano
e ammiccano nella sua direzione
non significativamente.
ECCESSO
Hanno scoperto una nuova stella,
ma non vuol dire che vi sia più luce
e qualche cosa che prima mancava.
La stella è grande e lontana,
tanto lontana da essere piccola,
perfino più piccola di altre
assai più piccole di lei.
Lo stupirsi non sarebbe qui affatto strano
se solo ne avessimo il tempo.
L’età della stella, massa, posizione,
tutto ciò basta forse
per una tesi di dottorato
e un piccolo rinfresco negli ambienti vicini al cielo:
l’astronomo, sua moglie, parenti, colleghi,
atmosfera rilassata, abito informale,
si conversa soprattutto di temi locali
masticando noccioline.
Una stella magnifica,
ma non è un buon motivo
per non brindare alle nostre signore
assai più vicine.
Una stella senza conseguenze.
Ininfluente sul tempo, la moda, l’esito del match,
il governo,le entrate e la crisi dei valori.
Senza riflessi su propaganda e industria pesante,
su laccatura del tavolo delle trattative.
In sovrappiù per i giorni contati della vita.
A che serve qui chiedersi
sotto quante stelle nasce l’uomo,
e sotto quante dopo un attimo muore.
Nuova.
-Mostrami almeno dove sta.
-Tra l’orlo della nuvoletta bigia sfilacciata
e quel rametto, più a sinistra, di acacia.
-Ah, eccola-dico.
Scometto che quella piccola stella ha qualcosa di speciale, qualcosa che le altre non hanno; forse mi sbaglio, magari è semplicemente una stella come tante, eppure osservandola, nel cielo, di fianco alle altre, mi sembra che brilli di più o forse è solo speranza!
RispondiEliminaMi scuso con tutti gli amici commentatori: oggi indulgo nell'accidia. ;-)
RispondiEliminaDomani risponderò a tutti.
ciao marina
è speranza, banana, è speranza! se mi si spegne quella mi trovo al buio più totale! teniamola accesa! lo dico anche a te ;-)
RispondiEliminaciao marina
Abbiamo bisogno di nuove stelle, Marina. Grandi, medie, piccole, microscopiche, ma ne abbiamo bisogno.
RispondiEliminaLa prima foto e' tua, ho capito bene?
Ottimo!