I Romani, popolo pragmatico, se ne infischiarono di costruire cosmogonie o genealogie di divinità: la vicenda della nascita del mondo non meritò la loro attenzione. Il mondo c’era, no? Tanto valeva occuparsene. E poi a speculare ci avevano già pensato i Greci ed egregiamente. A che pro rifare daccapo tutto il lavoro?
Ciò non significa affatto che i Romani fossero un popolo poco religioso: già agli albori della civiltà romana i “numina” erano ovunque. Né significa che mancasse totalmente un’attività mitopoietica, come gli studi più recenti dimostrano ampiamente.
Quanto alla vulgata secondo cui i Romani non credessero ai loro Dei, è una questione mal posta. La religione romana, come del resto la greca, non è una religione “unica” e come tale non possiede verità di fede, ma solo una pluralità di credenze, il cui rispetto non è in rapporto con una vita futura ma solo condizione indispensabile per la conservazione e la crescita "della comunità nell’esistenza presente”.(Denis Feeney)
La comunità nell’esistenza presente: è detto bene, vero?
Comunque in ogni casa albergavano i Lares familiares, omaggiati di frutti e libagioni, i Penati ricevevano le loro offerte di sale e di farro e i Mani vino, miele, latte e fiori.
A tutto il resto pensava la religione pubblica, scandendo l’anno con feste e cerimonie.
December era il mese sacro a Saturno, il mese del compimento di tutte le cose, espressione della fine del ciclo annuale. Il Sole giunge nel punto più angusto della parabola discendente, dando l’impressione di voler scomparire del tutto. Ma l’oscurità della prima quindicina del mese tende verso il ciclo Saturnale, che ricorda una mitica età dell’oro in cui si viveva in pace e in abbondanza.
Il Solis dies segna l’inizio dei festeggiamenti.
Quest’anno, MMDCCLX ab Urbe condita, il Solis Dies è stato ieri, il 16 gennaio.
Ed ecco le disposizioni per i riti pubblici.
Oggi, XVI giorno delle Kalende, I giorno dei Saturnali, si compia il sacrificio del Porcus. Sia grande opulenza.
Al III giorno si propizi Ops, che protegge l’abbondanza delle messi.
Si intensifichi l’esuberanza e la vitalità.
Al V giorno si onori Cerere.
Il VI giorno sia dedicato al gioco, ai dadi, alla Fortuna.
Il VII giorno sia giorno di purificazione e silenzio. E'il giorno del solstizio di inverno.
L’VIII giorno (25 Dicembre) DIES NATALIS SOLIS INVICTI si sacrifichi pubblicamente al Dio.
Si compiano giochi in suo nome. Si illumini l'albero e si inneggi ad Apollo. Ci si vesta di candido, si offrano libagioni e doni dorati.
Queste le cerimonie pubbliche. Nel privato ci si scambiavano doni modesti, ceri o statuette di argilla o di pasta dette “sigilla”, si invitavano ospiti ai quali si facevano trovare doni da portar via, “apophoreta”, si componevano epigrammi per accompagnare i doni, nelle strade piccoli banchi offrivano agli acquirenti doni già preparati. Incontrandosi ci si porgevano auguri.
Non so, c’è qualche cosa che mi suona familiare.
L'impero era grande, sconfinato e gli usi erano moderati, delicati, riservati , c'era spazio anche per la purificazione e il silenzio. Ora l'impero non c'è più, o meglio,grazie a "Dio", ce n'è un altro ... e guarda tu come ci siamo ridotti, manco il riposo del settimo giorno ... bah !
RispondiEliminapasserà
Filo
Ciao Filippo, ti sento un po' giù di corda oggi. Con una vena di malinconia che non ti conoscevo. Incattivisciti un po', dai..
RispondiEliminaciao marina
Fosse che fosse che magari i politeisti erano più seri? :))))
RispondiEliminaLisa
Il politeismo era più tollerante... i tuoi post sempre molto interessanti... Giulia
RispondiEliminaInfatti la Chiesa cristiana ha astutamente "riciclato" la festa pagana...
RispondiEliminaGrazie della lezione, prof! ;-)
Che bello! Ogni tuo post è una piccola moneta di conoscenza...mi stai viziando.
RispondiEliminaNei primi secoli dopo Cristo le due culture, cristiana e romana pagana convivevano e si influenzavano. Del resto, romani erano anche i primi cristiani. La basilica, primo edificio cristiano, era mutuata dall'architettura romana, pur con altri scopi.
RispondiEliminaPer questo è poco rispettoso parlare di radici cristiane, quantomeno se se ne dimentica la matrice latina.
A proposito di imperi tolleranti, non è mica un caso se mio figlio si è beccato il nome che si è beccato :)
RispondiEliminaL'unico problema è che ho scoperto a posteriori che qua a Firenze è considerato SOLO un nome mediceo, e l'altra allusione nessuno la capisce!
ciao
Lisa
Mi piace venire a leggere con calma post archiviati negli anfratti della rete. Come questo, che mi è sembrato davvero interessante.
RispondiEliminaRino, sinceramente.
Vengo a leggere con calma post archiviati negli anfratti della rete. Come questo, che mi è sembrato davvero interessante.
RispondiEliminaRino, sinceramente.