Potrebbero un operaio o un’operaia apparire in un reality show televisivo? O in un gioco a premi? Si potrebbe farli apparire in video "in quanto operai"?
Raffaele Simone
Il mostro mite
Questo chiedeva Raffaele Simone. La mia risposta è che No, operai ed operaie potrebbero entrare in un reality show, ma solo spogliati della loro identità operaia, sia perché questa è stata erosa dal di dentro in loro stessi sia perché nella società essa non trova più ascolto, è considerata un'appendice casuale. Il processo è andato avanti parallelamente, mentre la società toglieva dignità l'operaio perdeva orgoglio. E' qualche cosa di molto simile a quello che è successo ai maestri e ai professori. Mi chiedo se sia più concepibile nel nostro paese una identità legata alla propria attività lavorativa o se tutti ci identifichiamo solo nella entità e qualità dei nostri consumi. Tristezza.
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La tua risposta è, seccamente, anche la mia. Marina, tutta questa tristezza non ci farà male alla salute?
RispondiEliminaDa un punto di vista complessivo, ciò non è esattamente vero. Non c'è dubbio che alcuni ruoli dirigenti assicurano alle persone coinvolte una loro identità che essi custodiscono con grande cura. Ciò in realtà è sempre avvenuto, c'è sempre stata una personalizzazione di chi comanda.
RispondiEliminaSe togliamo questo piccolo gruppo di persone però, e se quindi guardiamo piuttosto ai cambiamenti intervenuti rispetto a un passato abbastanza recente, non c'è dubbio che la tua analisi sia assolutamente corretta.
Direi anche che non ci si divide neanche in base alle opinioni politiche, il che significa che ciò che pensiamo alla fine è inessenziale ai fini dei comportamenti sociali quotidiani.
Concludendo direi che dovremmo interrogarci sulle cause di tutto ciò, e anche ammettere che qui la vittima è complice del carnefice: senza il suo assenso, ciò non sarebbe potuto avvenire.
La realtà non fa male alla salute, fa solo un po' incazzare -:) Ciao
RispondiEliminaCon la tua solita lucidità hai centrato il problema e, per quanto triste possa essere la realtà,temo che "tutti ci identifichiamo solo nella entità e qualità dei nostri consumi", forse non saranno tutti, ma la quasi totalità si.
RispondiEliminaCiao
Sileno
Loro stessi si sono spogliati dell'identità operaia quando hanno seguito,come pecoroni,l'imbonitore.
RispondiEliminaCristiana
forse c'è chi non segue neanche i reality show..proprio per...
RispondiEliminaforse c'è chi non segue neanche i reality show..proprio per...
RispondiEliminaCondivido tutto... anche la tristezza.
RispondiEliminabellissima riflessione, Marina...io mi sento molto rappresentata dal mio lavoro, mi calza a pennello, mi restituisce l'identità che mi sento, sempre che mi permettano di continuare a farlo! La tua perplessità è sacrosanta, è un interrogativo che viene da una lucidità di pensiero che per forza dà tristezza. Le cose stanno proprio così. Ha ragione Cristiana che dice sono stati gli stessi operai a levarsi di dosso la dignità, però...sono questi assurdi mutamenti che li hanno portati anche a quella scelta scellerata. Un bacio
RispondiEliminaD'accordo con te...
RispondiEliminaNessuna delle due dovrebbe essere concepibile.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda l'identità è l'essere. Rappresentato dal nostro animo, intelletto, cultura e cuore.
Non ha nulla a che vedere con posizione lavorativa o entità dei consumi.
Nel nostro Paese invece credo sia legata ad entrambi questi ultimi due fattori.
Ma non bisogna farsi condizionare.
Mi associo alla tua risposta: che tristezza! Oramai le professioni sono così private della loro identità (ed importanza) che un reality show potrebbe sembrare una valida alternativa. E' così? Secondo me no. Una ulteriore mortificazione dell'essere umano.
RispondiEliminaSignò, lei m'intimidisce per come scrive, però a me me piace.
RispondiEliminabenvenuto Otello, passerò a impicciarmi dei bloggacci tuoi :-))
RispondiEliminamarina
io in realtà più volte mi sono chiesto: potrebbero uno scienziato o un letterato apparire in un reality show? e, se sì, come apparirebbero?
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