venerdì 13 marzo 2009

chiamiamolo solo pidielle

Una lezione di Luciano Canfora tenuta 14 anni fa' e molto, molto attuale

"Un concetto inafferrabile.

L'esperienza di movimenti politici che prendono nome dalla "libertà", o ad essa si richiamano come a parola programmatica, risulta, nella sua contraddittorietà, istruttiva. E' come se il termine "libertà" avesse cambiato fronte più di una volta, nel linguaggio politico. Qualche esempio aiuterà ad entrare in argomento. 
Il partito degli estremisti bianchi in Sudafrica, responsabile tra l'altro dei feroci massacri pre-elettorali (maggio 1994), si chiama "Fronte della libertà". 
Il partito della destra cilena, che organizzò, poche settimane prima del golpe, l'uccisione del consigliere militare di Allende, Arturo Araya (28 luglio 1973), si chiamava "Patria e Libertà". E quando la junta di Pinochet e degli altri generali felloni prese il potere mettendo a ferro e fuoco la capitale, emise un comunicato, rimasto tristemente famoso, ripreso dall'Agenzia Reuter il 12 settembre 1973, in cui si leggeva, al punto 2: "Le forze armate e i carabineros sono uniti nella missione storica di lottare per la libertà". (Le Monde, 13 settembre). 
In Italia, un vero e proprio inno al golpe di Pinochet lo sciolse il quotidiano neo fascista Il Secolo d'Italia, che titolava il 12 settembre: "Destituiscono Allende per la libertà del Cile". 
Del resto, il quotidiano della giunta fascista dei "colonnelli" greci (aprile 1967) - noti come "i colonnelli", ma autoproclamatisi generali subito dopo il colpo di stato- si chiamava elefteros kosmos "Mondo libero": termine, come si sa, abusato durante la guerra fredda, e assunto come insegna non soltanto da politici "benpensanti" ma anche dal Ku-Klux-Klan.
Quando, il 28 giugno 1973, il governo francese (presidente era Georges Pompidou) mise fuori legge il movimento eversivo di destra "Ordre Nouveau", si costituì a sua difesa il "Comité Liberté", e personalità parafasciste, nel criticare il provvedimento governativo, si impegnarono pubblicamente in nome del principio "La liberté ne se divise pas". Remy de Laon, presidente del movimento nazionalista-cristiano "Natione Nouvelle", denunciava il "nuovo stalinismo" e chiedeva con tono vibrato: "Dove sono i nemici della libertà? Tra i sostenitori dell'unità, della forza, della salvezza della nazione, o tra i propugnatori dell'asservimento al carro sovietico?"(Le Monde 28 luglio 1973). Un curiosum per il politologo del futuro può essere considerato il piccolo partito staccatosi dal Movimento sociale italiano per impulso di Giorgio Pisanò: si chiama "Fascismo e Libertà". 
Non basta incolpare certo abuso delle parole politiche, o camaleontismo di chi se ne serve. Onde ad esempio "Giovane Italia", di conio mazziniano, è stata, a lungo, la denominazione del movimento giovanile neofascista in Italia (ed era in realtà un modo obliquo di richiamarsi a Salò, dove fu attizzato un ibrido fuoco mazziniano in polemica strumentale con il CLN, che coabitava con i Savoia nell'Italia non occupata). O anche "Occidente": parola chiave di tanti movimenti di destra, compreso il nominato "Ordre Nouveau" che in un primo momento si chiamò "Occident". Per non dire di Ordine Nuovo che è, in principio, la testata gramsciana torinese. 
C'è anche dell'altro. Si tratta -nel caso di cui qui si discorre- di una vera appropriazione da parte dell'ultradestra, spesso anche eversiva, della controversa nozione di "libertà"."

Luciano Canfora: Manifesto della libertà Sellerio 1994

12 commenti:

  1. Ciao.
    Sul termine "libertà" ho scritto un post sul mio blog, un post ormai vecchio, ma tuttora consultabile: se ti fa piacere, passa a dargli un'occhiata. A presto.

    RispondiElimina
  2. in questo preciso momento storico nel nostro paese vige solo la "libertà di fare un pò come cazzo ci pare" per citare Sabina Guzzanti in una indimenticata trasmissione di sinistra.Il Partito delle libertà del Premier. Che non distorce solo la parola Libertà ma ogni cosa! Che schifo :-(

    RispondiElimina
  3. Impariamo dalla storia? Ci serve qualcosa ricordare, analizzare il passato?
    Rino, domandandosi.

    RispondiElimina
  4. Proprio come dici tu cara Marina, la lezione del prof.Canfora di 14 anni fa è più che attuale.
    Quanti ne abusano e quanti la abbinano impropriamente ad altre.
    Hanno fatto diventare la parola "Libertà" uno specchietto per le allodole.

    RispondiElimina
  5. In bocca a quelli del clan S.B. , la parola 'libertà' mi sembra una bestemmia.
    Cristiana

    RispondiElimina
  6. La parola Libertà è abusata, ma quale è il suo vero significato?

    Per me la libertà è quel concetto espresso egregiamente da Gaber.
    E comunque va conquistata, perchè non ce la regala proprio nessuno. E come ho già detto ad altre aprti va anche mantenuta.

    E comunque sia, partecipiamo!

    ps Interessante leggere alcuni termini presi in prestito dai fascisti come Ordine Nuyovo , Giovine Italia, proletariato ecc ecc però la motivazione è semplice: anche loro sono per il sociale.

    RispondiElimina
  7. La parola libertà è distante anni luce da berlusconi &Co.

    RispondiElimina
  8. Che strano come la parola libertà sia stata abusata proprio da coloro che l'hanno sempre violata...

    RispondiElimina
  9. Ci hanno sottratto la parola "libertà", ma non dobbiamo lasciarcela rubare... Questo è certo.
    Un abbraccio
    Giulia

    RispondiElimina
  10. Non so se e' voluto o se e' un caso ma queste tue osservazioni si collocano perfettamente nel dibattito sulla scelta del nome della lista "Sinistra e liberta'".
    Molti lo hanno criticato perche' suona troppo berlusconiano, altri hanno ribattuto che proprio per questo bisogna riappropriarsi di questo termine.
    Tu che ne dici? Ti sembra una buona idea?

    RispondiElimina
  11. ciao Artemisia: riprendersi la parola libertà secondo me va bene, ma quei simboli sotto sono intollerabili ai miei occhi! Possibile che non imparino mai?marina

    RispondiElimina
  12. No, non imparano, Marina. :-(
    Non c'e' versi....

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo