Nel calendario romano dies feriae erano i giorni sacri agli Dei, quelli in cui era nefas, illecito, compiere qualunque atto politico-civile-giuridico. I Nefasti Puri erano i giorni più "feriati": strettamente riservati al culto, imponevano l' astensione totale dalle opere.
Ieri, undicesimo giorno delle Kalende di Aprile (21 di aprile nel calendario dell'era volgare), per i Romani e per tutti i popoli dell'Impero era il più "feriato" dei giorni: dies natalis di Roma.
Il mese e il giorno non furono scelti a caso.
Aprilis è il mese di Venere. Aprilis da "aperire", lo schiudersi, il germinare. Come a-perire, non morire, non morte.
Aprilis e Venus Genitrix, l'infinita e imperitura potenza genitrice di tutte le cose, madre del pius Aeneas e di tutta la stirpe italica che da lui proviene.
Ma Venere è fissata nel Mundus come Taurus.
Ecco, è per questo che l'undicesimo giorno delle Kalende di Aprile, quello in cui Sol entra in Taurus, è il giorno della nascita di Roma.
Da quel giorno 2760 anni sono trascorsi e benchè la città sia ormai priva del suo rango oltre che del suo impero, ancora nei cuori dei suoi cittadini, questo giorno resta Dies Nefastus Purus. Il giorno della Festa. Noi lo abbiamo rispettato.
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