giovedì 25 giugno 2020

sul Caso, la grande lotteria


LA GRANDE LOTTERIA
Sul tema del Caso, magari di sfuggita, per accenni, ho scritto più volte.
E' un tema che mi affascina. Del resto, lungo la storia, esso ha affascinato persone ben più grandi di me. Si può dire che non ci sia filosofo, dall'antichità ad oggi, che non si sia posto il problema del Caso e della sua presenza nelle nostre vite.
Io ho cominciato a riflettere sul Caso quando ero ancora un’adolescente. I miei due temi di riflessione sono stati il Caso e il Tempo. Né li ho più abbandonati. Ma, non temete, sono stata, per il resto, un'adolescente sciocca e confusa, come ogni altro adolescente.
Oggi poi ho sentito il bisogno di scrivere in forma più chiara e diffusa le mie riflessioni sul Caso, su questa forza possente che agisce sulle nostre vite.
Noi usiamo molto spesso l'espressione per caso, casualmente, e, apparentemente, riconosciamo al Caso un ruolo importante e continuo nelle nostre vite. Ma, spesso, usiamo quei termini a sproposito, come garbatamente ci suggerirebbe uno psicologo. 

Addebitiamo cioè al Caso piccoli avvenimenti della nostra vita che sono invece frutto di nostre decisioni più o meno consapevoli e hanno magari origine in momenti abbastanza lontani dal presente o in nostri stati interni.

Molto più spesso però, a mio parere, evitiamo di riconoscere la portata del Caso in fatti ben più importanti e determinanti della nostra vita, sembriamo ignorare o dare per scontata l'impronta che, dall'inizio, egli vi ha impressa.
Io penso che coloro che credono in un Dio creatore e coloro che credono che siamo il prodotto di trasformazioni evolutive, come pure coloro che sul punto si astengono da un parere definitivo — credenti, atei e agnostici— possano forse concordare sul fatto che noi siamo, comunque, forme della vita
La loro origine e il/la loro fine resta materia di personali convinzioni che qui non mi interessano né tratterò. Dico solo, en passant, che mi piacerebbe pensare che tutti riconoscano uguale dignità alle tre posizioni.

E dunque occupiamoci del Caso. Infatti "l'impronta di Sua Maestà il Caso" (Federico il Grande) nelle nostre vite è impressionante.
Noi partecipiamo ad una lotteria dove la truffa non c'è perché non c'è intenzionalità.
Nasciamo. Potremmo nascere nella Siria, nella foresta amazzonica, nel Ciad.
Ma ecco che nasciamo nella metà ricca del mondo. Il primo intervento del Caso ci dà un Luogo.

Il secondo intervento del Caso ci dà un Tempo.
Potremmo nascere nell'età del ferro, nel Trecento dopo Cristo, o nel Settecento. Prima o dopo l'affermarsi del cristianesimo, prima o dopo la rivoluzione industriale.
Nasciamo invece nel XX secolo. 

E sarà il Caso a decidere di noi e del nostro cromosoma Y o X. Saremo di genere maschile o di genere femminile sulla base del Caso.
Il Caso ci darà la predisposizione al diabete, il labbro leporino o la sterilità. O niente di tutto questo. 
La Grande Lotteria Genetica (Jonathan Haidt in "La felicità: una ipotesi") deciderà del funzionamento dei nostri reni, della chimica del nostro cervello, della nostra reattività alle punture di vespa.
A questo punto siamo nati, siamo nati nell'Occidente prospero, nel secolo XX, dopo le due guerre mondiali. 
Entro questo Occidente il Caso ci affida all'Italia, in un territorio di grande bellezza, facilità climatica, ricchezza storica e artistica.
Il Caso si occupa di collocarci prima o dopo il fascismo e anche prima o dopo il vaccino antipoliomielite.
Il Caso deciderà se avremo un padre e una madre o se saremo orfani da subito.
Sarà il Caso a mandarci in un orfanotrofio o in una villa in Brianza. O nel due camere e servizi di un impiegato statale. E sarà il Caso a stabilire se nasceremo nell'Italia del boom o in quella della recessione.
Quando dalla lotteria usciamo con un corredo ben misero alcuni chinano il capo reverenti e dicono: sia fatta la volontà di Dio, Lui sa, la mia sorte è il disegno della divina Provvidenza. 
Ma la maggior parte delle persone -che peraltro non hanno modo di fare diversamente-, prende il dato appunto come un dato e da quello partono, inscrivono la loro vita in quel quadro prestabilito e si danno da fare per cambiare in meglio la loro storia, per provare a scriverla di propria mano.
Lo facciamo tutti. Cerchiamo, detto brevemente, una forma di felicità. Ognuno la sua forma, beninteso. 

Permettetemi di inserire qui un po’ delle citazioni che trovereste  se interrogaste Google.
Alcune ne sottolineano l’incidenza nelle nostre vite, altre ne escludono ogni forza motrice.

  • A differenza della natura, la storia è piena di eventi: il miracolo del caso e dell'infinitamente improbabile vi ricorre con tale frequenza da far sì che parlare di miracoli sembri assurdo. (Hannah Arendt)
  • Bisogna aspettare dal caso che ci procuri i nostri pensieri. (Jean Rostand)
  • Colui che non lascia niente al caso raramente farà cose in modo sbagliato, ma farà molte poche cose. (George Savile)
  • Come osiamo parlare di leggi del caso? Non è forse il caso l'antitesi di ogni legge? (Bertrand Russell)
  • Il caso ci protegge più di qualunque legge. (Trilussa)
  • Il caso è lo pseudonimo di Dio quando non vuole firmare. (Anatole France)
  • Il caso ha una grande parte [nella nostra] nascita e un secondo caso, quello della nostra morte, spesso non ci permette d'attendere a lungo i favori del primo. Mi sembra molto ragionevole la credenza celtica secondo cui le anime di quelli che abbiamo perduto sono prigioniere entro qualche essere inferiore, una bestia, un vegetale, una cosa inanimata, perdute di fatto per noi fino al giorno, che per molti non giunge mai, che ci troviamo a passare accanto all'albero, che veniamo in possesso dell'oggetto che le tiene prigioniere. Esse trasaliscono allora, ci chiamano e non appena le abbiamo riconosciute, l'incanto è rotto. Liberate da noi, hanno vinto la morte e ritornano a vivere con noi. Così è per il nostro passato. È inutile cercare di rievocarlo, tutti gli sforzi della nostra intelligenza sono vani. Esso si nasconde fuori del suo campo e del suo raggio d'azione in qualche oggetto materiale che noi non supponiamo. Quest'oggetto, vuole il caso che lo incontriamo prima di morire, o che non lo incontriamo mai. (Marcel Proust) (NB a Marcel Proust ho voluto fare più spazio in questo repertorio). 
  • La casualità è soltanto il travestimento assunto da un Dio che vuol passeggiare in incognito per le strade del mondo. (Giacomo Biffi)
  • Non credo al caso. Nella storia ci sono soltanto degli incontri. Il caso non esiste. (Elie Wiesel)
  • Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d'Assisi. (Milan Kundera)
  • Non lo so... se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza... ma io credo, può darsi le due cose, forse le due cose capitano nello stesso momento. (Forrest Gump)
  • Più si invecchia e più ci si convince che Sua sacra Maestà il Caso fa i tre quarti del lavoro in questo miserabile universo. (Federico il Grande)
  • Se fosse il caso a governare il mondo, tante ingiustizie non avverrebbero. (Humphrey Bogart)
  • Sembra [...] che l'uomo non sia capace di accettare il caso. Il nostro spirito non ha la forza di sopportare una serie continua di casi, cioè l'eternità. (Shôhei Ôoka)
  • Vi sarebbe dunque un insieme di eventi che viene battezzato caso e che, per ciò, esclude la responsabilità. Paul Virilio ha scritto che l"invenzione" del naufragio accompagna quella della nave e l'incidente ferroviario segna la diffusione del treno. (Stefano Rodotà)
  • Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vitaè una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. (Tiziano Terzani)

 E ancora: 


Quante altre citazioni potremmo mettere! A favore e a sfavore. 

A me piace ricordare la conclusione di un dialogo con una persona ormai assente, ma con la quale continuo a dialogare.. 
“Le forze che agiscono nella nostra vita sono molte e diverse. Anche quelle che determinano le nostre scelte lo sono. L'inconscio è solo una di queste forze. Esiste il caso, esiste l'altro. Esiste il mondo fatto di luogo e di tempo in cui ci muoviamo. (Giovanni Jervis). 

Non ha chiuso definitivamente il mio personale corpo a corpo con il tema del Caso, ma ha aperto un ventaglio che mi aiuta a stemperare la rigidità del mio pensiero. Grazie, Professore.




1 commento:

  1. Ciao Marina
    A me piace molto, la sento mia, la citazione di Anatole France: "Il caso è lo pseudonimo di Dio quando non vuole firmare".
    In questa carrellata non hai citato "Il caso e la necessità" di Jacques Monod. Libro forse un po' datato e che a me ha lasciato qualche dubbio, ma che mi ha introdotto a certe tematiche.
    Un abbraacio
    Julo

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