Le userò, le diffonderò, le sosterrò, mi batterò per loro.
Lo so, non ha l'aria di una lotta epica, ma non viviamo in tempi di epopea.
La parola al cui soccorso mi precipito quest'oggi è abbacchiato, participio passato del verbo abbacchiare.
Mentre il verbo continua ad essere usato nello specifico significato di abbattere con un bastone (olive, noci, castagne), il suo participio passato, che dal XVII secolo in qua aveva preso il significato figurato di abbattuto, depresso, avvilito, è in via di sparizione.
Non a Roma, dove è parola molto comune, ma sì nel resto d'Italia. Sulla stampa poi non compare più, forse perché considerata parola troppo colloquiale. Ai miei occhi invece la sua origine contadina la nobilita.
Devo dire che nella parola abbacchiato da bambina io ci vedevo l'ombra dell'abbacchio, come qui chiamiamo l'agnellino.
(In effetti è sempre dal bastone baculus che viene anche l'abbacchio, perché sotto Pasqua vi veniva legato, come dicono alcuni, o perché, come temo io, veniva usato per abbatterlo.)
L'agnellino, condannato ad essere vittima sacrificale, per quanto squisita, della Pasqua, mi sembrava, quando ero bambina, creatura avvilita e abbattuta per antonomasia.
E quando dicevo di sentirmi abbacchiata dentro la parola era presente anche l'agnellino pasquale.
Ora, dice lo Zanichelli, sui giornali, nei romanzi, in televisione non si parla più di abbacchiati, ma di depressi tout court.
Male. Molto male. Si fa torto ai depressi clinici, ai semplici avviliti, agli agnellini e alla lingua italiana.
Comunque oggi io mi sento abbacchiata.
nel tuo vocabolario è salva (ma ne vale la pena?)
RispondiElimina@Giardigno: vale SEMPRE la pena, secondo me, di salvare una parola. Ogni parola in meno è una perdita per la ricchezza di una lingua.
RispondiEliminaAnche da noi si usa abbastanza ma effettivamente solo nel parlato.
RispondiEliminaMeritoria opera di evangelizzazione, recupero e lifting linguistico, la tua.Perbacco, se ne vale la pena col rischio di imbastardimento che corre la bellissima lingua italiana. Che l'Italia diventi multietnica, multireligiosa, multisessica (neologismo?)e volesse il cielo, multimilionaria, mi sta bene; ma la lingua italiana che rimanga pura! E' la più bella d'Europa insieme a quelle neolatine. La più brutta è proprio l'Inglese, maledetta la tecnologia!
RispondiElimina... e io ti seguo, visto che sono del parere che bisogna continuare adoperare certe belle nostre parole ed espressioni.
RispondiEliminaPer favore, segnale in neretto, magari riportandole nei post successivi, a piè di pagina!
Rino, per nulla abbacchiato.
grazie per il suggerimento Rino!
RispondiEliminaora studio un sistema
Questa cosa mi piace assai assai
RispondiElimina:-)
E posso testimoniare che il termine si usa anche a Trieste, non moltissimo ma lo si conosce quel tanto che basta per indicare lo stato d'animo di abbattimento psicofisico.