Il 9 giugno del 1986 moriva a Roma Fernanda Romagnoli, poetessa romana che voglio ricordare pubblicando questa sua poesia.
se la luce accorre al suo volto,
se il suo passo è disciolto
come una riva estiva,
se ride come si sgrana una collana.
Lo so. Lei non ha colpa
del suo miele pungente di fanciulla,
della sua grazia assorta
che in sé non chiude nulla.
Se tu l'ami, lei non ha colpa.
Ma io - la vorrei morta.
da Il tredicesimo invitato- Garzanti
Questi versi sono espressione di pensieri femminili, dettati dall'amore e dall'odio insieme.
RispondiEliminaQuelli che noi donne ipocritamente non ammettiamo.
E' una vera e bellissima poesia.
Ciao Marina,
RispondiEliminagrazie di questa segnalazione. Non la conoscevo e cerco subito il libro.
mi ha ricordato la mia splendida ed intelligentissima allieva federica, maturanda in questi giorni, cavallerizza di dressage: sapessi qunte invidie e quante malignità attira: una bella donna intelligente sta sul gozzo non solo a molte ma anche a molti! eppure mi ha letto tutta la recherche in francese ed altre robette di qwuesto genere , è brillantissima e studiosa nonostante l'impegno sportivo ca livello internazionale ed è modesta, sto cercando di convincerla ad aprirle un album sul mio blog di foto durante le gare
RispondiEliminaPoesia di donna gelosa o sbaglio? Bei versi nonostante il tema trattato :-)))
RispondiEliminaCiao Marina.
RispondiEliminaDa me trovi un post in merito ai libri che volevi spedire a L'Aquila. Credo ti piacerà. Fai girare la notizia anche presso i tuoi conoscenti.
Grazie e un bacio.
Anna
si, di donna gelosa: è per questo che mi è venuta in mente la mia allieva, oggetto di invidie ingiustificate.
RispondiEliminal'ho conosciuta attraverso al rivista Poesia di Crocetti editore, mi colpì il concetto del tredicesimo invitato:
RispondiEliminaGrazie – ma qui che aspetto?
Io qui non mi trovo. Io fra voi
sto come il tredicesimo invitato,
per cui viene aggiunto un panchetto
e mangia nel piatto scompagnato.
E fra tutti che parlano – lui ascolta…
(Il tredicesimo invitato)
Ancora:
Prima o poi qualcuno lo scopre:
io sono già morta
da viva. E’ di donna straniera
la faccia tra i capelli in giù sporta
che subito si ritira,
l’ombra che dietro le tende
s’aggira di sera,
il passo che viene alla porta
e non apre. Suo il canto
che intriga i vicini coprendo
i miei gridi sepolti…
(Falsa identità)
e ancora:
Quella donna dal viso indifeso
Un poco sfiorita-
che passa nello specchio
in una scolorita veste rossa,
senza fruscio, di fretta,
rialzando sul capo i capelli
con mano distratta:
quella donna dall’anima dimessa
dicono che son io.
e ancora:
… E questo volto umano
che m’affronta ogni sera dallo specchio,
ogni sera più nudo, prosciugato
sulle crepe dell’anima: io l’accetto.
Dunque perché il tuo palpito mi strazia?
Che vuoi da me, ritratto
di quand’ero ragazza?
(Ragazza)
e ancora:
Nei ghetti del mio corpo, certe notti,
i cinque sensi circolano cupi
sobillando lo Spirito…
(Sobillazione)
che dire?
lei ha detto, lei dice!
grazie papavero di campo! le metto subito in un post a parte. Sono contenta che qualcuno la ricordi
RispondiEliminamarina