Ha scritto Tommaso Landolfi: Perdere tempo è come perdere sangue.
Non ci ha consegnato però la sua idea di tempo perso e di
tempo ben impiegato, non ci dice qual è quella perdita di tempo che come
un’emorragia impoverisce la nostra vita e la rende pallida, esangue. Io sono
personalmente certa che il tempo fruttuoso è anche moltiplicatore allunga, cioè
dilata, la nostra vita ed il suo stesso senso. Ognuno di noi ha una sua idea
del tempo ben speso e nessuno dovrebbe indicare ad un altro in che modo
spendere il suo, perché, sia chiaro, il tempo è la vita stessa e cosa farne è
una insindacabile decisione individuale. Nella pratica però ognuno di noi ha
molto da dire sul modo altrui di spendere il tempo. Personalmente mi capita di
osservare esseri umani e di non capacitarmi del fatto che passino il loro
tempo, che so, seduti in un salotto televisivo, sera dopo sera, commentando con
passione insignificanti accadimenti o anche accadimenti di pregnante
significato che loro stessi rendono trascurabili. E mi chiedo: ma la sera,
quando si struccano o si tolgono la cravatta, come si sentono? Cosa pensano di
se stessi e della loro giornata?
Questo è solo un esempio. Sono infatti molti i casi in cui
l’uso che fanno del tempo i miei simili mi lascia non indignata, no, ma
attonita, priva del più piccolo barlume di comprensione; sono tanti i
comportamenti altrui che suscitano in me questa paralisi del giudizio, questa
incapacità persino di dire: ma che cavolo di modo è questo di passare il
proprio tempo! Sono usi del tempo che
mi travalicano e mi proiettano in
universi mentali imperscrutabili, di fronte ai quali non so che sgranare
gli occhi e ammutolirmi. Eppure anche questa specie di sospensione del giudizio
non è virtuosa, lo so: è come quando su un tabellone dei giudizi — scolastici o
sportivi o di diverse nature concorsuali — accanto ad un nome si traccia la
scritta “Non classificato”. C’è un giudizio più severo del dire a qualcuno che
non è neanche stato giudicato? Beh, non so a voi, ma a me capita. Considerate
questa una confessione.
Ah, voglio aggiungere che spesso è proprio il tempo perso il più
fruttuoso dei tempi.
Io sono una sostenitrice del mio tempo perso.
Io sono una sostenitrice del mio tempo perso.
Tommaso Landolfi era un notissimo perditempo: passava lunghi periodi a Sanremo e a Venezia perché gli piaceva il gioco d'azzardo. Rimpiangiamo il tempo quando ci viene a mancare, in gioventù lo scialacquiamo con grande facilità e leggerezza. In vecchiaia tendiamo a risparmiarlo: dico sempre ad un vecchio amico (che supera gli 80 anni) che mi sembra sempre che lui sia "impaziente" come se dovesse sbrigarsi a fare le cose perché sente il fiato del tempo sul collo. Forse dovremmo prendercela più comoda, ma possiamo farlo ?
RispondiEliminada quando non lavoro più il mio tempo si è dilatato e sono sicura di "perderne" tanto, ma in compenso mi sembra di non aver mai tempo...probabilmente prima che i miei orari erano più scanditi riuscivo a concentrarmi meglio, ora catturo il momento e a parte le lezioni di canto e pianoforte per il resto è anarchia
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