da Italo Calvino: Perché leggere i classici- Einaudi - 1991
esercizio: Scegliete un libro, anche per nulla un classico e, se vi dice qualche cosa di essenziale su di voi, ipso facto, nominatelo "classico". E' un uso un po' spregiudicato della idea di classico per Calvino, ma il grande Italo non se la prenderà.
Da fare con spudoratezza e sincerità.
Ecco, questo è un post che mi piace, argomento davvero classico!
RispondiEliminaRino, scherzando a Ferragosto.
Prendo nota...
RispondiEliminaOggi, 15 agosto, niente compiti?
RispondiEliminaBuon ferragosto!
Mi sa che la scelta sarà tra Jonathan Coe e Joe R. Lansdale ;-)
RispondiEliminaMa forse non è così semplice. Penso che ci sia un classico per ogni "stagione della vita". Mi ricordo la rilettura da più anzianotto di Hesse e la constatazione che quel mondo di emozioni che mi avevo preso da giovane, era scomparso o molto appannato. Una brutta sensazione che mi ha portato a non rileggere mai o quasi mai i libri, lasciando che le emozioni del momento rimanessero nella mia memoria intatte.
RispondiEliminaMa quando torni?!
RispondiElimina@guglielmo: naturalmente non esiste il classico della vita, sono d'accordo con te.Ogni periodo ha il suo.
RispondiEliminaMa leggo bene: anzianotto?!Non esageri?