martedì 2 maggio 2023

Verso gli ottanta/9

Non telefono spesso a mia figlia. Non certo perché non abbia voglia di sentirla. Ma mi sono fatta l'idea che per chiamarla io debba avere qualcosa di specifico da dirle. Ma le mie giornate non sono prodighe di cose da raccontare. Così non la chiamo. La verità è che mi piacerebbe chiamarla così, a tempo perso, per chiacchiere futili o pigre divagazioni senza troppo senso, per farsi compagnia in una leggerezza senza struttura. È lei a telefonarmi, vuole sapere se sto bene, vuole sapere che sto bene. Mia figlia è sempre in ansia per me, devo stare attenta a quello che dico perché subito scatta un allarme in lei e io non voglio, proprio non sopporto che si allarmi per me. Le regole che seguo nelle comunicazioni con mia figlia le ho inventate io. Delle regole così restrittive non se le sognerebbe nemmeno. Ma sono questa, io. Nella mia intera vita ho rispettato regole così restrittive da essere come camicie di forza, regole che nessuno si era mai sognato di darmi. Sola eccezione, mia madre. Lei sì, che di regole ne sapeva qualcosa.

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