martedì 31 agosto 2021

Amen/1

Il primo ottobre compirò 78 anni. L’Agenzia delle Entrate mi rimborserà 3600 € di imposte già versate. Mi sembra un regalo anche se in realtà è una restituzione. Forse mi sento così  sola che 3600 € acquistano quasi un sapore affettuoso, come se qualcuno all’Agenzia delle Entrate avesse pensato a me e si fosse detto: mandiamole il rimborso oggi che è la sua festa.

La parola festa mi ferisce. In realtà non c’è nessuna festa per me. C’è la battaglia sfinente di portare a termine ogni giornata senza farmi sopraffare.

Mi rendo conto di ripetere spesso la parola realtà.  Il fatto è che la realtà mi sfugge continuamente. Ne perdo un pezzo ogni giorno. 

In compenso ne guadagno altri, del tutto nuovi. Cose mai viste o pensate della mia vita. Soprattutto cose mai capite. 

Quella che mi sfugge di realtà è quella che credevo fosse la mia vita. Tutta un’altra cosa da quella che mi si mostra in questo tempo, senza nemmeno un po’ di delicatezza, brutalmente direi. Si fa avanti e quasi sghignazza.

È per questo che nomino spesso la realtà, perché non mi fido più di lei e trovo supponente e persino da imbecilli credere, in un qualsiasi momento della nostra vita, anche in un piccolissimo minuto, che quello che stiamo vivendo sia reale. 

Non lo è, il senso che ci sembra avere è fittizio, illusorio. Bisogna aspettare di avere 78 anni per capire il senso di quel minuto di vita e chi non arriva a 78 anni non lo saprà mai. Amen.


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