Questo è
un dramma nel dramma. E aggiunge dolore a dolore e spesso mina i rapporti tra
persone vicinissime, che hanno avuto lo stesso morto, che condividono il morto
eppure hanno perso una persona diversa; cosicché altro e differente è il loro dolore e il loro
lutto, vivono in modi diversi l’assenza-presenza, la mancanza, l’abbandono.
Talvolta la perdita fa deflagrare antichi conflitti, mai emersi, mai percepiti, o ne crea di nuovi. Nascono sospetti reciproci, lacerazioni, insofferenze, rabbie e solitudini. Nascono dubbi, le vie del dolore divergono e la relazione tra sopravvissuti ne viene intaccata, spesso nel profondo. E nessuna relazione che subisca questa prova tornerà mai com’era, com’è stata. Talvolta migliora, si arricchisce, scopre nuovi terreni di incontro; tal’altra si incrina, s’impoverisce, diventa arida per quanto ci si sforzi e si finga. E nessuno sa se mai potrà ritrovare vita, vivere una qualità migliore, se ne nascerà una più ricca vicinanza. È una scommessa. I dolenti non sanno se la vinceranno. Qualcuno non la vede o finge di non vederla. Qualcuno rimuove. Qualcuno si ribella e si batte. Qualcuno si arrende. Accetta le separazioni ulteriori che si creano nella cerchia dei suoi affetti e questa ulteriore forma della perdita e della solitudine. Che la ritenga meritata o immeritata, l'accetta e si arrende.