Da molto tempo non scrivo. Stanchezza. Solitudine che sta bene sola.
Varie ed eventuali.
Ma la poesia è sempre stata un medicamento per me e oggi mi
spinge a scrivere qui.
Aspettavo da tanto l'ultimo lavoro poetico di Claudio Damiani, poeta che io scoprii nel settembre del 2010, e la cui poesia diventò un rifugio
particolarmente consonante con il mio modo di sentire.
Diventò anche consolazione, benché io sappia che non sta bene dirlo e che molti critici superciliosi
mi farebbero notare che non è questo lo scopo della poesia. Non me ne importa.
Di Claudio Damiani vi ho già parlato.
Quest'ultima opera si chiama Cieli celesti e se dovessi dire, in
breve semplicità, che libro è, direi che è un'offerta. È
l'universo intero che il poeta ci offre, e ci dà il passo per percorrerne i segni—piccoli, grandi, minimi—e ci offre il suo sguardo per guardarlo insieme a lui. Lui
cammina, noi camminamo con lui. Lui guarda, noi guardiamo con lui. Lui
s'interroga, noi c'interroghiamo con lui. Lui si risponde–con molti forse–noi assaggiamo
le sue risposte.
C'è il finito e l'infinito in questa poesia e una religiosità senza definizione e senza i
confini di una religione.
La religiosità del
mistero, quella di Einstein, anch'essa poetica a suo modo.
Non so dire molto, né
so dire bene.
Ma a quelli di voi che amano la poesia e anche a quelli che
credono di non amarla, sento il bisogno di dire: leggete queste poesie, perché dentro ci sono le stelle e i
sassi, gli asteroidi, le pecore, la tramontana, e un letto, e il biancospino e
una biciclettina. E niente è "poeticizzato", ma tutto è semplice e
piano. Non ci siano equivoci, piano non vuol dire superficie, piano vuol dire
profondità.
E ho un altro consiglio per voi.
Scegliete una di queste poesie, imparatela a memoria e un
giorno, su una strada—non
importa se un viottolo di campagna, il marciapiede di una città o lungo il mare—ripetetevela, regolate il vostro passo
sul suo ritmo-è il ritmo di un camminatore, infatti- e lasciate che vi
accompagni e vi faccia bene.
PS non so più scrivere, mi spiace aver fatto torto al poeta.
Speriamo mi perdoni.
Claudio Damiani- Cieli celesti
Fazio editore-2016
(anche in e-book)
Ti Perdona sicuramente
RispondiEliminaBuon fine settimana Marina
Maurizio
Imparare a memoria una poesia ? Mi pare già questa un'impresa d'altri tempi...
RispondiEliminaE' una buona medicina Damiani, un viatico per le nuove strade da percorrere, o sono sempre le stesse vecchie e abusate?
RispondiEliminaClaudio Damiani merita certamente attenzione e lettura ma non riesco a considerare tutto il resto, la tua incapacità di scrivere o il tuo punto fermo raggiunto dopo anni di scrittura.
Il tuo "la solitudine che sta bene da sola" mi ha attraversato da una parte all'altra e così ho commentato come se questo fosse un post, uno come gli altri, come se nulla fosse mutato. Ma non è vero. Ciao Marina
Ciao Marina,felice di rileggerti. A presto!
RispondiEliminaciao Marina... io credo che sia una recensione a tutti gli effetti, la tua. Racconti il libro con pochi, significativi dettagli e fai venire voglia di leggerla questa nuova raccolta. C’è passione in quello che hai scritto, mi piace quello che hai fatto trapelare, mi fa venire l’acquolina “in mente”. Grazie
RispondiEliminaMi sembre una buona rece invece, o nonrece se preferisci...
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