Con una sconfinata
inondazione il fiume che dà nome al paese di Rio Sauce lo invade e sommerge, e
lo trasforma in una distesa d'acqua da cui emergono solo i tetti delle case.
Gli abitanti raccolgono quello che possono e abbandonano il paese. Solo Ilario Morales,
un settantenne smilzo, che vive da solo dopo la morte della moglie, si rifiuta
di partire e si ritira a vivere nella soffitta della sua casa inondata portando
con sé poche cose e abbandonando al fiume quello che il fiume è venuto a
prendersi. "Così come è venuta, tutta quell'acqua se ne andrà", dice
Morales, e si dispone all'attesa.
Inizia così una
quotidianeità molto concreta e insieme fiabesca: con una piccola barca a
remi Morales si dà all'esplorazione di quel nuovo paesaggio acquatico e
insieme alla rievocazione del passato che vi è rimasto intrappolato
sotto.
Il ritmo con cui Morales
rema, lasciandosi ora scivolare ora dondolare sull'acqua, è anche il ritmo con
cui la scrittura procede. Senza strappi, senza eccessi: Adriàn Bravi racconta
in un modo tranquillo, paziente, mi viene da dire liquido, con una lingua
esatta e insieme musicale.
Ma il ritmo di Morales
-quel remare sulla superficie acquatica mentre il pensiero penetra nella
profondità che vi si nasconde - è contagioso anche per noi che leggiamo.
Sulla sua barca lui dondola su quella linea invisibile e fluttuante che separa
il tempo passato, il tempo dei ricordi, e il presente ormai misterioso in
una doppia indagine affettuosa, e noi stessi rispondiamo a quel doppio
movimento con il nostro personale ricordare mentre cerchiamo di comprendere la
realtà del nostro nuovo presente. Forse questo mi accade perché Morales ed io
siamo coetanei? Io sento che Morales è mio amico: nella fedeltà al luogo dove
si sono formati i nostri ricordi, nell'accettazione dell'onda del tempo che
copre la nostra vita già vissuta, nel coraggio di vivere la solitudine senza
rimostranze, nell'assunzione del ruolo naturale di custode della storia anche
di chi è pronto a dimenticare.
Morales non è rancoroso né
rassegnato: il fiume che invade si accetta, perché il fiume fa il suo mestiere
- e Morales lo accetta - ma è pronto anche a farsi attivo custode e
difensore della storia sua e del suo paese contro un vociferato progetto
speculativo. La comparsa di questa parola che mette in moto l'azione basti a
farci capire che non ci muoviamo solo nel favoloso ma anche nella realtà e
questo è un altro motivo del fascino di questo libro. Vi compaiono storie e
figure ormai divenute leggendarie ma anche personaggi realissimi e attuali. E
un'ironia sottile e cordiale percorre il racconto di vivaci avventure e
imprese. Che cosa manca a questo libro? Niente. Neanche un capovolgimento
finale che per un momento ci sconcerta ma che presto comprendiamo come naturale
conclusione della storia.
Morales ed io siamo
coetanei, come ho detto, ma questo non fa del libro un libro per anziani. È
invece un libro per tutti -io l'ho appena accennato a mio nipote dodicenne e
lui vuole leggerlo perché vi ha intuito subito un elemento di favola mistero e avventura.
La storia che viene
raccontata nel libro prende il via da un fatto vero che Adriàn Bravi non ha
vissuto ma che gli è stato raccontata e mi chiedo se non faccia parte di quelle
memorie del passao di Rio Sauce custodite proprio da Morales.
Adriàn Bravi L'inondazione
Edizioni Nottetempo 2015
Segno nella lunga lista di libri da leggere e che forma ormai una biblioteca per i posteri. I libri letti son li belli allineati, gli altri sono un'eredità che qualcuno raccoglierà o forse no...
RispondiEliminaGrazie Marina, un libro consigliato da te è una garanzia. E la mia pila di libri da leggere iniziava ad essere scarsa :)
RispondiEliminaPace e benedizione
Julo
Bellissima recensione, è stato davvero un piacere leggerla :)
RispondiEliminaLo comprerò, Marina, grazie...
RispondiEliminanon lo conosco, ma delle tue segnalazioni posso fidarmi... non hai mai sbagliato un colpo :)
RispondiEliminagrazie
Appena finito di leggere. Grazie per questo suggerimento di lettura. Passò senz'altro parola
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