Ho iniziato a rileggere, per la terza volta, i libri di Philip Roth. E come sempre ritrovo quello che lo scrittore stesso ha detto di sé:
"Un assoluto divertimento e una mortale serietà sono i miei più intimi amici".
"Lotti
contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti
alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di
pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un
carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d'acciaio spesse quindici
centimetri, offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di
piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l'affronti con
larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta e
tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe di avere il cervello di
un carro armato... "[la gente] la capisci male
prima di incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l'incontrerai; la
capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro
dell'incontro e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa
cosa capita, in genere, ai tuoi stessi interlocutori, la faccenda è, veramente
una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli
equivoci.....Rimane
il fatto che, in ogni modo, capire la gente non è vivere. Vivere è capirla
male, capirla male, male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male.
Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe
dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la
gita. Ma se riuscite…beh, siete fortunati."
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Philip Roth è decisamente un grande scrittore, che sto imparando a conoscere solo da pochissimi mesi (ognuno ha le sue lacune!). Credo di aver letto i suoi ultimi libri e mi sono sembrati per certi versi tremendamente pessimistici rispetto a quello che vuole comunicare circa la natura umana. O forse sono io che lo interpreto così... Forse non mi interessano tutti i temi di cui parla (perché sono ben radicati nella mia sensibilità e anzi vorrei allontanarli dalla mia testa il più possibile) però a fine lettura non mi sono mai pentito di aver letto un suo libro. Perché è bravo...
RispondiEliminaNon mi sembra di aver mai riletto un libro 3 volte... Al massimo sono arrivato a 2...