che mi pulsa in testa
Questa mancanza di colori, di suoni, di odori
Questo ottundimento
Questo galleggiamento ovattato
in una nuvolaglia
di presenze assenti.
Tutto questo ha un nome?
Io non lo conosco
Forse potrei chiamarlo me
Forse potrei chiamarlo oggi
Penso che più si va avanti con gli anni e più dobbiamo cercare di convivere con queste presenze/assenze. Non potrebbe essere altrimenti. Tutto vive nel ricordo e tutto rimane vivo fino a quando il ricordo dura. Poi non so.
RispondiEliminain estate, a volte, ci si sente più soli e le mancanze si avvertono di più...poi passa...arriva settembre..
RispondiEliminaAnche "me, oggi", che ci sono sempre, per tutti, passaggi di nuvolaglie disordinate, dove non distingui le assenze dalle presenze e tutto si fa vago ma concreto malessere.
RispondiEliminaSo d'essere diventata latitante, qui e non solo, ma poi, come sta accadendo ora, passo e trovo qualcosa che somiglia al mio e mi conforta...
http://quitereza.blogspot.it/2013/09/sgranata-sotto-la-pioggia-di-settembre.html
T'ABBRACCIO
Cara Tez, ti ho pensata ma anche io sono presente in modo discontinuo e sempre più di rado. Mi fa piacere sentirti e che tu abbia trovato conforto, sia pure solo una consonanza nel malessere
RispondiEliminati abbraccio anche io, con affetto e vengo a leggerti, marina