È morta Marina Mariani, poeta 1928-2013 I miei amici non mi cercano, non m'invitano a pranzo, non mi telefonano mai; non mi mandano auguri per Natale ma sono miei amici. Non mi fanno regali, non m'aiutano a vivere con raccomandazioni o altre cose; ma mi aiutano a vivere perché sono miei amici. Noi non c'incontriamo in piscina, non combiniamo le vacanze insieme, non facciamo progetti di lavoro. Non ci portiamo scambievolmente le sigarette né la busta del latte quando l'altro è ammalato; n on ci raccontiamo i reumi e le tasse. Non ci facciamo carezze d'amore né di solidarietà né di pietà. Pure - bisogna dar credito al prodigio; e la geometria non è favola - le nostre esistenze parallele s'incontrano in un punto all'infinito. |
sabato 16 febbraio 2013
amica all'infinito
venerdì 8 febbraio 2013
il cattedratico
Per questa augusta città, precipitato di ogni umana gagliofferia ma che amo con ogni goccia del mio sangue, potrei farmi tagliare a pezzettini. E non dubito che anche lei ami me. Anche se ogni giorno mi flagella un po'. Ma ogni giorno anche io la insulto abbondantemente e la minaccio di fuoco e di fiamme.
Il fatto è che siamo uguali. I suoi difetti sono i miei difetti, le sue virtù le mie virtù.
Cosicché conviviamo, io in lei, lei in me, benevolmente ostili, come amorosi antagonisti, complici insomma in gagliofferia. Per più di sei anni, in due periodi distinti della mia vita, io ho vissuto all'estero. E, benché io non sia mai stata homesick, la verità vera è che ho potuto farlo perché sapevo che non era per sempre, perché la mia "missione" aveva una data di ritorno già fissata sulla carta. Perché sapevo che sarei tornata a posare lo sguardo sulla maltrattata bellezza della mia città e che la sua umanità sublime e cialtrona sarebbe tornata ad accogliermi. Tutte le ragioni che i cittadini, i visitatori, i temporanei o definitivi ospiti, invocano per amarla -giustificate o no che siano - stanno per me lì, come trascurabili dichiarazioni di principio. Io ne ho una tutta mia. Ed è ben distinta dall'amore. È lucida e piatta e meditata e trova conferma ad ogni successiva riflessione: questa non è propriamente una città ma una cattedra di Filosofia. E tiene quotidianamente la sua lezione sul Tempo.
Il fatto è che siamo uguali. I suoi difetti sono i miei difetti, le sue virtù le mie virtù.
Cosicché conviviamo, io in lei, lei in me, benevolmente ostili, come amorosi antagonisti, complici insomma in gagliofferia. Per più di sei anni, in due periodi distinti della mia vita, io ho vissuto all'estero. E, benché io non sia mai stata homesick, la verità vera è che ho potuto farlo perché sapevo che non era per sempre, perché la mia "missione" aveva una data di ritorno già fissata sulla carta. Perché sapevo che sarei tornata a posare lo sguardo sulla maltrattata bellezza della mia città e che la sua umanità sublime e cialtrona sarebbe tornata ad accogliermi. Tutte le ragioni che i cittadini, i visitatori, i temporanei o definitivi ospiti, invocano per amarla -giustificate o no che siano - stanno per me lì, come trascurabili dichiarazioni di principio. Io ne ho una tutta mia. Ed è ben distinta dall'amore. È lucida e piatta e meditata e trova conferma ad ogni successiva riflessione: questa non è propriamente una città ma una cattedra di Filosofia. E tiene quotidianamente la sua lezione sul Tempo.
si tratta dell'io di tutti noi
"Ridevo segretamente. Lo humor era già per me quel che sarebbe rimasto per tutta la vita: un aiuto necessario, il più efficace di tutti. Più tardi, molto più tardi, in televisione e in mezzo alla gente, i paladini della serietà mi hanno chiesto insistentemente:
"Perché raccontate sempre delle storie che vi danneggiano, Romain Gary?"
"Ma non si tratta solo di me, si tratta dell'io di tutti noi. Del povero, piccolo regno dell'Io, così comico, con la sala del trono e il recinto fortificato."
"Perché raccontate sempre delle storie che vi danneggiano, Romain Gary?"
"Ma non si tratta solo di me, si tratta dell'io di tutti noi. Del povero, piccolo regno dell'Io, così comico, con la sala del trono e il recinto fortificato."
disinvoltura
Le persone disinvolte, con le loro voci distese, le mani asciutte, gli sguardi fermi. Le persone disinvolte, con i sorrisi franchi e la parlata leggera; le persone disinvolte, che sembrano ovunque in casa loro, attente ma tranquille, le persone disinvolte.
Forse anche io sono una persona disinvolta negli occhi di qualcuno, perché anche io mimo la cordialità leggera, la partecipazione tranquilla, la narratività senza impacci di me stessa. Persona disinvolta, senza inganno apparente, anche io.
Le persone disinvolte, con i loro corpi rilassati e le menti sgombre e fresche, le persone disinvolte come saranno davvero dentro?
Se mi somigliate, voi, persone disinvolte, che sapete quando sorridere e quando dire "prego", se mi somigliate nel fondo di voi stesse, allora io voglio stringervi la mano e complimentarmi, ammirata, con voi. Ammirata, con me.
Iscriviti a:
Post (Atom)