Sento la delusione che suscito, e del modo in cui mi sento provo persino vergogna.
E mi sento in colpa verso i delusi. Però il mio io insorge quando i delusi diventano impazienti perché hanno stabilito che il tempo di perdita di me, provocatomi dal lutto che mi ha colpita, è ormai giunto a compimento. Che è ora che la Marina del prima torni a prendere il suo posto, vita reale, vita virtuale.
Ecco, è questo che non è possibile. Quella Marina io l'ho perduta, si è perduta. Trasformata? Non lo so. Morta? Non lo so. So solo che io non sono più quella Marina. Né so più bene chi io sia ora.
Non so spiegare questa profonda convinzione, che ritrovo identica in tutti coloro che hanno subito una perdita grave e che incontro, di persona o sui libri-testimonianze che leggo in questo periodo. È un segreto che portiamo tutti dentro di noi, questa perdita della nostra identità, un nostro segreto che scopriamo incomunicabile. Questa doppia perdita- la persona amata e il nostro stesso io- riempie la nostra vita e possiamo solo dirla, perché non sappiamo spiegarla a nessuno né a noi stessi.
Cambiando discorso. Vi ringrazio per i vostri commenti e mi scuso se non rispondo ad ognuno di voi. Lo farò appena potrò. Vi abbraccio, tutti, marina
Non si può tornare quelli di prima, quelli di una volta.
RispondiEliminaE il tempo del lutto non arriva mai a compimento. Potrai, e dovrai, imparare a conviverci, ma non cancellerai mai la cicatrice che questa assenza ha lasciato sul tuo cuore. Ci saranno momenti in cui farà meno dolore e ci saranno momenti in cui tornerà a sanguinare. Ma è una cicatrice che nessuna chirurgia plastica può cancellare.
Personalmente non mi hai deluso, anzi. Non saresti la Marina che conosco e apprezzo se non fossi così.
Pace e benedizione
Julo d.
è molto profonda questa tua riflessione Marina perchè dimostra quanto una persona amata possa essere davvero parte essenziale della nostra stessa identità!!!
RispondiEliminaUn abbraccio
marina lo può pretendere solo chi non c'è passato, ogni lutto che abbiamo subito ci ha inevitabilmente cambiato, io che il marito l'ho perso a 39 anni so per certo che da quella data in poi non sono stata più la stessa, per qualcuno impercettibilmente per altri macroscopicamente sono cambiata, per me quella data è come uno spartiacque c'è stato un prima e c'è un dopo, figurati come puoi stare tu che ci hai vissuto tutta una vita,
RispondiEliminanon ti curar di loro.....
Marina, forse sarà avvenuto altrove e chi ti legge qui non ne sa niente, ma non credo che qualcuno di noi blogger "storici" ti abbia mai imposto o forzato un tempo che non fosse interamente il tuo.
RispondiEliminaSperiamo tutti che tu torni a comunicarci almeno una parte della tua vita intellettuale; siamo consci del cambiamento, JulioD lo ha detto benissimo. Per quel che mi riguarda io sono già appagato da quello che hai scritto adesso. Ti abbraccio, Enzo
Ti abbraccio anche io e non aggiungo altro, tanto lo sai!
RispondiEliminabiba
grazie per aver "parlato" anche per me, un bacio amica mia
RispondiEliminaIo ho sofferto molto della mancanza dei tuoi post quotidiani, perchè erano per me nutrimento, compagnia, occasione di interrogazione continua, di dialogo con la mia anima e quindi di crescita in tutti i sensi.
RispondiEliminaCome se improvvisamente fosse cessata la produzione e il commercio del pane.
Ma non potrei mai colpevolizzarti per questo.
La vita è trasformazione e nessuno può pretendere nulla dagli altri.
Pretendere, pensa a questa parola, che disastro di parola! Allora proviamo a immaginare che io e magari nessuno pretenda niente da te, nemmeno tu da te stessa, che si accetti ciò che di vero accade dentro e fuori di noi, anche se è spiacevole, così forse tutti saremo un po' più riappacificati con noi stessi e col mondo. E non pretenderemo più che gli altri siano sempre come noi li desidereremmo, a nostra disposizione.
Non sarai più come prima cara, impossibile. La ferita non si rimarginerà più. Scusami la crudezza ma è la verità. Impossibile tornare alla felicità di prima.
RispondiEliminaEsperienza personale, abbraccio fortissimo
Marina cara, tu sei semplicemente Marina ed ora sei così. Un'altra cosa da prima? Certo come lo siamo tutti (chi più chi meno)...
RispondiEliminaNaturalmente questo mette in discussione anche il tuo modo di raccontarti e raccontarci , ma questo è il rischio dell'esistenza...
Ciao
Da parte mia nessuna delusione e nessuna impazienza, ma solo molto rispetto per come sei e/o come ti senti di essere.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Penso ciò che Giorgio ha scritto prima di me, e ti abbraccio.
RispondiEliminaUn abbraccio cara amica
RispondiEliminaGrazie a ognuno di voi, vi sento vicini e comprensivi
RispondiEliminavi abbraccio, marina
Subito non si può ritronare ad essere quelli di prima, ma dopo molto, ma molto tempo si diventa qualcosa di simile.
RispondiEliminaDopo 9 anni, io non ho esaurito le lacrime e nel mio cuore c'è sempre la rabbia, oggi mi sono abituata all'assenza, ma non alla sua scomparsa (non capisco la morte e di conseguenza non l'ho mai accettata). Sii fiduciosa Marina, il tempo cura le ferite anche se non guariscono mai del tutto. Diventa sopportabile il dolore ... In questi anni ho visto la vita scorrermi senza poterla vivere, l'ho vissuta da dentro una botola di vetro: vedevo, ma non agivo.
Poi ... eccomi qui a raccontare.
Conclusione?
Si va avanti per inerzia, si va avanti per abitudine, ma si va avanti ...
non si può fare altrimenti.
Non c'è una regola, ognuno ha i propri tempi. Pian pianino, formichina formichina ... un giorno sono uscita dalla campana di vetro ... ammaccata, ma sono uscita e anche tu comare formica!
Dici di non essere più la Marina di prima, ed io trovo ciò semplicemente normale: l'esperienza che hai vissuto è stata troppo importante perché tu ne possa uscire senza segni e/o cambiamenti.
RispondiEliminaLe esperienze fondamentali della vita sono sempre così: dopo non sei più lo stesso, ma comunque SEI, quello di prima e ancora altre, determinanti e significative cose, nel bene e nel male.
Io non credo che si perdano mai pezzi, tutt'al più ci si trova a doverne riordinare l'insieme, trovando un posto per le cose nuove così come per le cose perse. Ma tutto rimane profondamente nostro, intimo, compreso quel che c'era e non c'è più.
Un abbraccio da una che continua a leggerti