Sento la delusione che suscito, e del modo in cui mi sento provo persino vergogna.
E mi sento in colpa verso i delusi. Però il mio io insorge quando i delusi diventano impazienti perché hanno stabilito che il tempo di perdita di me, provocatomi dal lutto che mi ha colpita, è ormai giunto a compimento. Che è ora che la Marina del prima torni a prendere il suo posto, vita reale, vita virtuale.
Ecco, è questo che non è possibile. Quella Marina io l'ho perduta, si è perduta. Trasformata? Non lo so. Morta? Non lo so. So solo che io non sono più quella Marina. Né so più bene chi io sia ora.
Non so spiegare questa profonda convinzione, che ritrovo identica in tutti coloro che hanno subito una perdita grave e che incontro, di persona o sui libri-testimonianze che leggo in questo periodo. È un segreto che portiamo tutti dentro di noi, questa perdita della nostra identità, un nostro segreto che scopriamo incomunicabile. Questa doppia perdita- la persona amata e il nostro stesso io- riempie la nostra vita e possiamo solo dirla, perché non sappiamo spiegarla a nessuno né a noi stessi.
Cambiando discorso. Vi ringrazio per i vostri commenti e mi scuso se non rispondo ad ognuno di voi. Lo farò appena potrò. Vi abbraccio, tutti, marina