giovedì 17 settembre 2015

un libro da amare: L'inondazione di Adriàn Bravi

Con una sconfinata inondazione il fiume che dà nome al paese di Rio Sauce lo invade e sommerge, e lo trasforma in una distesa d'acqua da cui emergono solo i tetti delle case. Gli abitanti raccolgono quello che possono e abbandonano il paese. Solo Ilario Morales, un settantenne smilzo, che vive da solo dopo la morte della moglie, si rifiuta di partire e si ritira a vivere nella soffitta della sua casa inondata portando con sé poche cose e abbandonando al fiume quello che il fiume è venuto a prendersi. "Così come è venuta, tutta quell'acqua se ne andrà", dice Morales, e si dispone all'attesa.
Inizia così una quotidianeità molto concreta e insieme fiabesca: con  una piccola barca a remi Morales  si dà all'esplorazione di quel nuovo paesaggio acquatico e insieme alla rievocazione del passato che vi è rimasto intrappolato sotto. 
Il ritmo con cui Morales rema, lasciandosi ora scivolare ora dondolare sull'acqua, è anche il ritmo con cui la scrittura procede. Senza strappi, senza eccessi: Adriàn Bravi racconta in un modo tranquillo, paziente, mi viene da dire liquido, con una lingua esatta e insieme musicale.
Ma il ritmo di Morales -quel remare sulla superficie acquatica mentre il pensiero penetra nella profondità  che vi si nasconde - è contagioso anche per noi che leggiamo. Sulla sua barca lui dondola su quella linea invisibile e fluttuante che separa il tempo passato, il tempo dei ricordi, e il presente ormai misterioso  in una doppia indagine affettuosa, e noi stessi rispondiamo a quel doppio movimento con il nostro personale ricordare mentre cerchiamo di comprendere la realtà del nostro nuovo presente. Forse questo mi accade perché Morales ed io siamo coetanei? Io sento che Morales è mio amico: nella fedeltà al luogo dove si sono formati i nostri ricordi, nell'accettazione dell'onda del tempo che copre la nostra vita già vissuta, nel coraggio di vivere la solitudine senza rimostranze, nell'assunzione del ruolo naturale di custode della storia anche di chi è pronto a dimenticare. 
Morales non è rancoroso né rassegnato: il fiume che invade si accetta, perché il fiume fa il suo mestiere -  e Morales lo accetta - ma è pronto anche a farsi attivo custode e difensore della storia sua e del suo paese contro un vociferato progetto speculativo. La comparsa di questa parola che mette in moto l'azione basti a farci capire che non ci muoviamo solo nel favoloso ma anche nella realtà e questo è un altro motivo del fascino di questo libro. Vi compaiono storie e figure ormai divenute leggendarie ma anche personaggi realissimi e attuali. E un'ironia sottile e cordiale percorre il racconto di vivaci avventure e imprese. Che cosa manca a questo libro? Niente. Neanche un capovolgimento finale che per un momento ci sconcerta ma che presto comprendiamo come naturale conclusione della storia.
Morales ed io siamo coetanei, come ho detto, ma questo non fa del libro un libro per anziani. È invece un libro per tutti -io l'ho appena accennato a mio nipote dodicenne e lui vuole leggerlo perché vi ha intuito subito un elemento di favola mistero e avventura. 

La storia che viene raccontata nel libro prende il via da un fatto vero che Adriàn Bravi non ha vissuto ma che gli è stato raccontata e mi chiedo se non faccia parte di quelle memorie del passao di Rio Sauce custodite proprio da Morales.  

     
Adriàn Bravi L'inondazione
Edizioni Nottetempo 2015