Invece qualche volta il dolore, fondo, cupo, pesante, ci pervade; è collocato da qualche parte dentro di noi; una parte del nostro corpo e del nostro spirito ne è colma e appesantita. Ma non sappiamo perché. Fingiamo di non saperne il perché, da dove venga, chi o che cosa ce lo procuri. Soffriamo, ma teniamo lontano dalla nostra coscienza perché soffriamo. Siamo dolore ma la sua radice, per qualche minuto, per qualche ora, per una mezza giornata, ci resta ignota. Viviamo come se...
(Che cosa significa aver scritto qui queste frasi? Che nell'effusione del dolore, su carte private bagnate di lacrime, effusione disorganica, sgrammaticata, inconscia, comincia ad affacciarsi qualche momento di racconto del dolore, di riflessione sul dolore?
Tanto che sono in grado di avere cura della punteggiatura e di segnare in corsivo delle parole?
Così sembra. Ma che cosa significa davvero?)