mercoledì 3 luglio 2013

bloggo nuda o mi copro?

da "L'opera struggente di un formidabile genio" di Dave Eggers

"Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private (...) significhi -proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima- che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? la lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No....quella pelle non è più sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso..."




3 commenti:

  1. Il blog alla fine è un "diario in diretta". Il problema è cosa si scrive sul diario e perché si scrive. Guardando il catalogo dei diari del Museo diaristico di Pieve Santo Stefano si scopre che quasi mai il diario è un elemento costante della vita. E' vero l'esatto contrario: quasi sempre c'è qualcosa che "scatena" lo scrivere, un fatto traumatico o una esperienza forte, un viaggio, una disgrazia, un evento felice. Si scrive per un periodo e poi basta. Ho parlato sul mio blog del diario di Giuseppina Croci: lei scrive i 40 giorni che fa di viaggio per andare dal mio paese a Shanghai. Prima aveva scritto una piccola cosa sulla "siccità". Poi basta. più nulla. Nemmeno del suo viaggio di ritorno verso il suo paese. Un altro diario è il famoso Lenzuolo di Clelia Marchi una donna che alla morte del marito racconta la sua vita scrivendo sulle lenzuola di casa non possedendo carta e via così. Cambia qualcosa nel mondo digitale. Non so. Forse c'è più gente che scrive in pubblico, ma la discontinuità mi pare la stessa.

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  2. Possiamo cambiare pelle ma restiamo sempre noi.
    Ciao Marima
    Maurizio

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  3. mi piace l'idea del serpente che se ne frega di dove lascia la sua pelle

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo