giovedì 22 novembre 2012

a tempo perso


Ha scritto Tommaso Landolfi: Perdere tempo è come perdere sangue.

Non ci ha consegnato però la sua idea di tempo perso e di tempo ben impiegato, non ci dice qual è quella perdita di tempo che come un’emorragia impoverisce la nostra vita e la rende pallida, esangue. Io sono personalmente certa che il tempo fruttuoso è anche moltiplicatore allunga, cioè dilata, la nostra vita ed il suo stesso senso. Ognuno di noi ha una sua idea del tempo ben speso e nessuno dovrebbe indicare ad un altro in che modo spendere il suo, perché, sia chiaro, il tempo è la vita stessa e cosa farne è una insindacabile decisione individuale. Nella pratica però ognuno di noi ha molto da dire sul modo altrui di spendere il tempo. Personalmente mi capita di osservare esseri umani e di non capacitarmi del fatto che passino il loro tempo, che so, seduti in un salotto televisivo, sera dopo sera, commentando con passione insignificanti accadimenti o anche accadimenti di pregnante significato che loro stessi rendono trascurabili. E mi chiedo: ma la sera, quando si struccano o si tolgono la cravatta, come si sentono? Cosa pensano di se stessi e della loro giornata?
Questo è solo un esempio. Sono infatti molti i casi in cui l’uso che fanno del tempo i miei simili mi lascia non indignata, no, ma attonita, priva del più piccolo barlume di comprensione; sono tanti i comportamenti altrui che suscitano in me questa paralisi del giudizio, questa incapacità persino di dire: ma che cavolo di modo è questo di passare il proprio tempo! Sono usi del tempo che  mi travalicano e mi proiettano in  universi mentali imperscrutabili, di fronte ai quali non so che sgranare gli occhi e ammutolirmi. Eppure anche questa specie di sospensione del giudizio non è virtuosa, lo so: è come quando su un tabellone dei giudizi — scolastici o sportivi o di diverse nature concorsuali — accanto ad un nome si traccia la scritta “Non classificato”. C’è un giudizio più severo del dire a qualcuno che non è neanche stato giudicato? Beh, non so a voi, ma a me capita. Considerate questa una confessione.

Ah, voglio aggiungere che spesso è proprio il tempo perso il più fruttuoso dei tempi.
Io sono una sostenitrice del mio tempo perso.


2 commenti:

  1. Tommaso Landolfi era un notissimo perditempo: passava lunghi periodi a Sanremo e a Venezia perché gli piaceva il gioco d'azzardo. Rimpiangiamo il tempo quando ci viene a mancare, in gioventù lo scialacquiamo con grande facilità e leggerezza. In vecchiaia tendiamo a risparmiarlo: dico sempre ad un vecchio amico (che supera gli 80 anni) che mi sembra sempre che lui sia "impaziente" come se dovesse sbrigarsi a fare le cose perché sente il fiato del tempo sul collo. Forse dovremmo prendercela più comoda, ma possiamo farlo ?

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  2. da quando non lavoro più il mio tempo si è dilatato e sono sicura di "perderne" tanto, ma in compenso mi sembra di non aver mai tempo...probabilmente prima che i miei orari erano più scanditi riuscivo a concentrarmi meglio, ora catturo il momento e a parte le lezioni di canto e pianoforte per il resto è anarchia

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