sabato 6 ottobre 2012

sarà...





There is no past, present or future. Using tenses to divide time, is like making chalk marks on water.

Non esiste passato, presente o futuro. Usare i tempi per dividere il Tempo è come scrivere sull'acqua.
Janet Frame



E allora com'è che a me sembra tutto passato?



11 commenti:

  1. Mi colpisce che tu senta che a te sembra tutto passato, mentre un'ora prima hai postato domandandoti se arriverà l'autunno. L'autunno (futuro) non è ancora arrivato, ma è presente (presente) nella tua mente ora che ti fai la domanda. Che dici?
    Un abbraccio senza tempo.
    Giorgio

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  2. hai ragione Giorgio; scritto così non si capisce il senso.
    Avrei dovuto spiegarmi meglio, ma in effetti non volevo essere troppo pesante.
    In breve è il mio futuro a sembrarmi passato, e nello stesso tempo ho fretta di veder scorrere il tempo.
    Al tuo occhio acuto non poteva sfuggire la contraddizione. Forse dovrei correggere
    grazie, marina

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  3. Non capisco Giorgio. Ho letto gli ultimi 2 post con la mente legata al trascorrere delle stagioni e al senso del tempo; la malinconia dell'interpretazione esistenziale di Marina e' palese. Non sarebbe stata necessaria la precisazione, l'autunno segue l'estate, e' futuro, certo, ma io ho letto la frase in senso metaforico e così quell'autunno e' esattamente un passato immanente, un binario morto ... O una galleria museale da visitare dentro e non portare fuori.
    Forse sono io che intendo il linguaggio in modo sui generis e quindi e' giusto restare defilati da un ambiente che parla un'altra lingua.

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  4. @Enzo: binario morto, esatto
    grazie, marina

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  5. Accadere accadendo, come un di già da sempre che indovina di un di sé che aspetta

    Saluto

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  6. @enzo: Sai, Enzo, io sono uno che crede fino in fondo alle possibilità di relazione tra noi esseri umani, mi defilo proprio solo all'ultimo, quando dopo averci provato e riprovato, capisco che mi devo arrendere, per questo il tuo accenno a defilarti mi sembra troppo immediato, di uno che rinuncia troppo presto. Non è una critica, è la mia posizione che, credo, ha lo stesso valore della tua e di quella di Marina.

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  7. @GIORGIO - ti capisco ma io non credo alla possibilità di relazione sic et simpliciter e ritengo che questo spazio ( quello di Marina) sia sui generis rispetto alla media del web. Il mio commento va letto in questa prospettiva e, certamnete, ha l'identico valore di qualsiasi altro.

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  8. @enzo: questo blog è sempre stato per me il numero uno del web, il più nutriente di tutti. Qui ho trovato espresse tutte le più piccole, infinitesimali direi, sfumature che l'animo umano possiede come possibilità.
    Quanto alle relazioni, sono d'accordo con te: vanno costruite. Purtroppo molti lo pensano ma non lo fanno, tagliano intorno a sè tutte le connessioni con gli altri, una dopo l'altra, e poi si trovano seduti su un minuscolo francobollo e si sentono incompresi e incomprensibili.
    Che spreco di qualità, di energie e di vita! Non ti senti un po' triste anche tu per questo?

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  9. La mia lettura della frase di Janet Frame è la seguente:
    la suddivisione del tempo di cui ci serviamo è allo stesso tempo universale e personale.
    Universale perché ricorre a categorie prestabilite- passato presente e futuro, appunto- in cui tutti ci riconosciamo formalmente e attraverso le quali comunichiamo; personale perché riferita anche e soprattutto alla dimensione del singolo, alla sua storia sì, ma anche ai suoi sentimenti, al suo modo di essere e di manifestarsi.
    Ecco, io credo che proprio questa dimensione più personale sia estremamente labile, perfettibile, mutevole: perché rispecchia e definisce i periodi della vita, ma anche e soprattutto gli affetti e isentimenti che l'hanno attraversata e ancora l'attraversano.
    E' il sentimento del vivere a rendere labili i confini tra i vari tempi, ma è anche ciò che li unisce e ci fa "individui" oltre che persone.
    Tenersi dentro la ricchezza e persino la memoria degli affetti è, a mio avviso già un motivo sufficientemente grande per continuare a vivere, testimoniando a chi ci sta intorno quanto il sentimento possa attraversare e superare il tempo e i tempi.
    Scusate eventuali pesantezze...
    Son sempre io, la solita
    Tereza

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  10. Cara Tereza, è giustissima la tua frase "ci riconosciamo formalmente e di cui ci serviamo per comunicare". Il problema è quando diventa difficile anche la comunicazione con gli altri su quelle categorie formali in cui dividiamo il tempo. Quando la dimensione personale, soggettiva si mangia anche quella "universale". Quando si crea una discrasia tra il tempo degli altri e il nostro. Questo crea spaesamento, incomprensione e solitudine.
    Ma mi tocca particolarmente l'appello, l'incoraggiamento alla testimonianza della permanenza del sentimento.
    Nessuna pesantezza, almeno per me, un'occasione di riflessione
    sì, sei la solita Tereza
    grazie, marina

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  11. Ciao Marina, ho commentato pochissimo da te ma quando pubblichi qualcosa leggo subito.
    Mi ha colpito il sorriso della donna nella foto, che ho scoperto essere la scrittrice che hai menzionato ( in questo blog s'impara!)e che ha avuto una storia personale tutt'altro che facile. Eppure il suo sorriso lo trovo meraviglioso, aperto, sì, meraviglioso.
    Mi basta dirti solo questo.

    Buona giornata
    Bruno

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