giovedì 20 ottobre 2011

pietà

È strano come si capovolgano i sentimenti. Aver così tanto odiato Gheddafi, tutto di lui, ed averne desiderata la cattura e anche la fine, sì. Ed ora provare questa pietà per l'uomo riverso faccia al cielo. Eppure lui non conosceva pietà.

martedì 18 ottobre 2011

Andrea Zanzotto 1921-2011


Apocolocintosi
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Sì, zuccone, zucca mi dico

di una pasta molle e scondita

zucca che ogni più piccolo buco e striscia del cervello

ha assimilato pelle a pelle

Ma se giungessi ad una soddisfatta

zucchificazione,

davvero così burlone

e pacifico giocherellone

e bambinetto cicciotto come una zucca:

le ho viste trotterellare le piante di zucca sui prati

trotterellare lustre e a testa alta per di qua e per di là

emanazioni e trasformazioni di dèi fanciulli:

di cosa dunque, dovrei lamentarrni?

Come una zucca finalmente essere

largo darsi, in mangiare e dire;

in zucca e basta, contadina e gentile,

trasformarmi, morire... e in germogli partire...




domenica 16 ottobre 2011

Qualche immagine del mattino dopo.

Abito tra la Merulana e la Labicana, dal mio terrazzo a est vedo le statue della Basilica di San Giovanni e a ovest il Colosseo. Ieri, posizione scomoda ma strategica e in clima di guerra non è inappropriato parlare di strategia.
Esco molto presto, giro per il quartiere.
Persone con macchine fotografiche e telefonini raccolgono immagini. Molto silenzio. Passi cauti, sguardi incerti. Giornalisti con le cineprese; due di loro vorrebbero intervistarmi. Carabinieri e poliziotti che scattano foto. Di fronte alla casa dei miei genitori quattro macchine completamente distrutte. La banca tra via Merulana e via Labicana mostra le vetrine infrante, lo sportello del bancomat bruciato. Lungo via Merulana cassonetti bruciati, i resti arsi dell'impalcatura per i lavori del vecchio ufficio di igiene. Persiste la puzza di bruciato. A terra sanpietrini, bastoni, spranghe di ferro, uno scarponcino nero, perso nella corsa. Tante bottiglie infrante e vuote. Birra, ma anche whisky e rum. Scritte sui muri. Una stella a cinque punte. Scritte in inglese, fuck austerity, revolutiòn, con il corretto accento sulla o; una scritta in caratteri greci.
Ma un altro orgoglioso proclama: "So de Roma" e, sotto, la data in numeri romani.
Un altro scrive: "Pianta grane, non piantare tende."
"Non finisce qui" un altro ancora.
Un uomo di colore in clergyman mi cammina a fianco per un tratto e osserva con me. Poi dice: "Dovrebbero andare dove si decide davvero." " Assaltare il lusso è un diritto" gli fa eco una scritta sul muro alle spalle di San Clemente.
Quello che vedo intorno a me, nella mia passeggiata mattutina, si chiama rovine.
Le rovine sono materiali e morali. E si sono imposte. Sui giornali, nelle televisioni, alla radio, nei nostri occhi, nelle nostre parole. Saranno riusciti a esautorare le ragioni di chi ha ragione?
Le rovine morali dureranno più delle rovine materiali?
Solo i manifestanti pacifici, le centinaia di migliaia di manifestanti pacifici, non hanno lasciato tracce nel quartiere, penso. Ma voglio disperatamente sperare che saranno proprio loro a lasciare una traccia nella storia.


lunedì 3 ottobre 2011

pensiero

Non è che il mio sguardo non veda più il mondo. Però non lo trattiene che sporadicamente.