martedì 22 novembre 2011

Giulio Marcon: quello che Monti non dice

Ho bisogno di speranza e aggiungo di mio: Quello che Monti ANCORA non dice e sperando che qualche cosa di simile dica e faccia.



GIULIO MARCON

L'equità è possibile, basta fare delle scelte: sia nelle spese da tagliare – quelle militari e per le grandi opere innanzitutto – che nella politica fiscale, con patrimoniale e fisco progressivo. Di tutto ciò non c'è traccia per ora nel programma Monti

Fedeltà alla Bce e ai vincoli europei, continuità con le manovre fatte da Berlusconi e Tremonti nel 2011 e alcune novità su equità sociale, tassazione della proprietà (e reintroduzione dell'Ici), attenzione a giovani e donne, ma nessuna parola sull'ambiente, sull'impoverimento del paese, sulle crescenti diseguaglianze e parole ambigue sulle pensioni ed il mercato del lavoro: quello presentato da Monti alle camere è un programma vago, moderato, liberista con molte carte ancora da scoprire. Abile e prudente, con l'obiettivo di ottenere una vasta fiducia bipartisan.

Tre i pilastri del discorso, già preannunciati nelle dichiarazioni precedenti l'insediamento: rigore nella spesa pubblica, la necessità della crescita economica e l'equità sociale. Ma di riduzione di quella spesa che dovrebbe e potrebbe essere tagliata – dalla spesa militare a quella per le grandi opere – non s'è sentita traccia nel suo discorso. È disponibile a dire al suo ministro – ammiraglio della Difesa, Di Paola che spendere 15 miliardi per 131 cacciabombardieri non è proprio una scelta coerente con il rigore, di questo tempi? Immaginiamo già la risposta dell'ammiraglio, ma forse la domanda non verrà fatta. Magari qualche soldino di quei cacciabombardieri potrebbe essere dato alla cooperazione allo sviluppo (che non ha più un euro), visto che il premier ha creato (positivamente) un ministero ad hoc affiddato al fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Come generico è l'appello per la crescita: nessuna parola sull'economia verde, sulla necessità di interventi per rilanciare la domanda di consumi pubblici e sul sostegno all'innovazione e alla ricerca. Invece dì “capitali privati” nelle infrastrutture, si sarebbe dovuto 'parlare di un “programma di piccole opere” (dalla messa in sicurezza del territorio a quella delle scuole italiane che non rispettano la legge 626). E di equità anche c'è poca traccia: i sacrifici devono essere “equi”, ma di diseguglianze e redistribuzione non si parla.

La patrimoniale non c'è, anche se qualche spiraglio sembra aprirsi: bisogna passare dalla tassazione “delle imprese e del lavoro” a quella su “consumi e proprietà” e bisogna “monitorare le ricchezze accumulate”. Più chiaro il passaggio sull'Ici, che ha preannunciato il ripristino della tassazione sulla proprietà anche della prima casa: giuste e condivisibili le sue parole sull'anomia italiana in Europa; ma la sua invocazione a far "pagare di più che ha dato di meno" sarebbe stata più credibile se parole altrettanto chiare fossero state dette sulla tassazione delle rendite o sull'impegno a sostenere una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Se si vuole l'equità, la patrimoniale e l'accentuazione della progressività fiscale sono fondamentali. Eppure Monti dice che bisogna portare avanti la legge delega in materia fiscale e assistenziale di Berlusconi e Tremonti che abbassa l'aliquota più alta sui redditi dal 43 al 40%. Parla di “correttivi e integrazioni” a questa legge: ed è proprio qui che bisogna intervenire ridando un senso alle parole “giustizia fiscale”. Monti dice giustamente che per la lotta all'evasione serve abbassare la soglia dell'uso del contante, ma quanto? Ora si può pagare in contanti fino a 2.500 euro. La soglia deve essere abbassata a 100 euro, com'era alla fine della scorsa legislatura, prima che Tremonti la riportasse in alto (prima 12.500, poi 5mila ore 2.500). È disponibile a procedere in questa direzione?

Ed è proprio in questa famigerata legge delega sul fisco che sono contenuti tagli di 20 miliardi alle detrazioni fiscali per spese sociali (per le badanti, per i familiari a carico, per gli asili nido, eccetera). Monti nel suo intervento parla di “servizi cura per gli anziani” e della necessità della coesione sociale: interverrà con “correttivi ed integrazioni” – come ha dichiarato – per impedire questo massacro delle “tasche degli italiani” per avere delle prestazioni sociali che lo Stato direttamente non fornisce? Il welfare è stato distrutto da Tremonti e Sacconi (la riduzione dei fondi sociali nazionali è stata del 90%: un vero massacro): come si interverrà per ristabilire una soglia accettabile di diritti e servizi per tutti? Di nuovo: “servizi di cura per gli anziani”, dice il premier: ma lo sa che il fondo per la non autosuffienza è stato azzerato? Aiutare i giovani, certo: nel frattempo il passato governo ha ridotto “il fondo giovani” da 130 milioni a 13: è qui che bisogna intervenire e non proponendo una nuova emigrazione per i giovani (“mobilità a scala europea”, ha detto). Dal discorso di Monti risposte non ne vengono. Investire sui giovani e le donne è sacrosanto e ha ragione il premier: ma la prima cosa da fare è creare le condizioni per creare occupazione giovanile e femminile. E la strada non è quella della precarietà, che in Italia non ha fatto crescere i posti di lavoro, ma solo reso più facili sfruttamento e licenziamenti. Ed il passaggio dalla contrattazione nazionale a quella aziendale non facilita di certo una riforma del mercato del lavoro fondata sui diritti dei lavoratori. E se – come ha detto Monti al Senato – bisogna rafforzare gli ammortizzatori sociali, si faccia veramente quello che è necessario: ovvero ampliare, come ha proposto Sbilanciamoci, le tutele dei lavoratori a tempo indeterminato a tutti i lavoratori parasubordinati (a progetto, a collaborazione coordinata e conitnuativa, ecc) che oggi non hanno alcuna forma di protezione sociale. Se si vuole veramente l'equità – come dice Monti – bisogna infine mettere al centro tre questioni fondamentali: la redistribuzione della ricchezza attraverso una politica fiscale fortemente progressiva (inclusa la patrimoniale), il rafforzamento dei servizi e degli interventi di welfare, il sostegno ai redditi delle fasce più deboli. Tutte cose che nel programma di Monti per il momento non ci sono.

MATERIALI PER L'ALTERNATIVA

Ma cosa si può fare, allora? Quali proposte concrete, data l'emergenza europea e italiana in corso? Su questo sito e in altre sedi di discussione sulla politica economica di spunti ce ne sono parecchi. Eccone alcuni:

Pitagora, La strada stretta del nuovo governo

Santoro, Quanto si può incassare con la patrimoniale

Marano, Ma l'Italia può permettersi di lavorare fino a 70 anni?

Pizzuti, Pensioni, perché è giusto indignarsi

Mazzanti, Una tassa per ripulire il belpaese

Ecco invece dove si trovano materiali su spesa militare e tassazione delle transazioni finanziarie:

Campagna No F 35

Campagna per la tassa sulle transazioni finanziarie

Infine, due appuntamenti dai quali nei prossimi giorni verranno idee e proposte:

CONTROFINANZIARIA. Giovedì 24 novembre alle ore 10.30 presso la Sala del Senato- ex Hotel Bologna in Via di Santa Chiara 4 a Roma, si tiene la presentazione del 13° Rapporto della campagna Sbilanciamoci! sulla Legge di Stabilità ed il Bilancio dello Stato.

L'ITALIA CAPACE DI FUTURO. Un'economia verde per uscire dalla crisi. 5 dicembre 2011, Roma, Montecitorio.

La riproduzione di quest'articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: www.sbilanciamoci.info

lunedì 7 novembre 2011

piccola confessione

Tutto ieri mi sono sentita male, a disagio con me stessa. Perché nel post "commissariata" ho fatto cenno alla pratica AMA. Con una leggerezza falsa. Da un anno avrei dovuto sbrigare la pratica. Scrivere su un modulo che ora sono sola ad abitare la mia casa.
Non sono riuscita a farlo e continuo a pagare la tariffa intera.
E non so quando riuscirò a farla. Ecco, volevo essere onesta.

domande

Per scrivere la più leggera delle pagine ci vuole un minimo di energia. E di slancio.
Da qualche settimana tra le cose che riesco a fare quando ho questo minimo di energia, c' è scrivere qui una di quelle pagine.
Ma quando l'energia va verso pensieri più pesanti, non riesco a scriverli. Almeno non qui.
Forse voglio dare di me una immagine cui non somiglio più. Pudore? Paura di turbare?
Autocensura?
Menzogna?
Non lo so.

domenica 6 novembre 2011

commissariata!


Oddio, oddio! Già stasera, pare, arriveranno a Roma gli ispettori del Fondo Monetario Indernazionale. I miei commissari. E io non sono ancora pronta.
Debbo dare una botta al bagno (ricordarmi di far sparire la cassetta delle gatte), sgombrare il tavolo dai Lego di Tommaso, spazzare e lavare bene il parquet del soggiorno (via le matassine di polvere e peli felini continuamente aleggianti) liberare il tavolino basso da libri, giornali, riviste e dalla bistecchiera che è lì pronta per mia figlia. E poi lavare il servizio buono da tè e quello da caffè. Lucidare la zuccheriera d'argento. Mi sembra tutto. Non vorranno mica fermarsi a pranzo, no?
E poi e poi c'è il compito più difficile. Preparare il mio rendiconto di tagli, economie e riassetti vari della mia vita finanziaria.
Vediamo.
Passerò dal parmigiano reggiano al grana padano, e dal supermercato Elite col suo squisito San Daniele al Despart. Se necessario posso anche trasferirmi al Conad. Per i detersivi posso ancora passare al discount Tusdì, ma non per frutta e verdura che sono per lo più prossime alla macerazione.
Smettere di comprare l'acqua di Nepi. Convertirmi a quella di rubinetto. (Comportamento anche politicamente più corretto). Disdire la formula calcio più cinema di Sky, Tenere solo il cinema tanto di guardare la Roma non vale la pena.
Sbrigare finalmente la pratica (penosa) di riduzione della tariffa AMA, azienda municipale ambiente; dovrei pagare un 20% in meno giacché ora sono sola ad abitare la mia casa.
Disdire il contratto Telecom e passare al Voip che mclink mi dà gratis, senza canoni e a una tariffa del settanta% inferiore a quella telecom. Certo debbo comprare un cordless-duo, ma sta sui trenta euro e dovrei ammortizzarli in un paio di bimestri. Mi spiace per le gatte ma anche le loro scatolette dovranno scendere di grado. La sabbietta no, è l'unica che non puzza.
Cos'altro? Non frequento cinema, non vado a teatro e concerti, né in ristoranti o pizzerie. La claustrofobia e la depressione hanno i loro vantaggi economici. Ho già ridotto e di molto l'acquisto di libri. Passerò a rileggere uno dei circa quattromila libri della mia libreria. Veramente ho già iniziato. Ho tentato con "L'uomo senza qualità" ma non ce l'ho fatta. Veramente sarebbe una rilettura solo per le prime centonove pagine che è dove negli anni sono riuscita ad arrivare dopo ripetuti e volenterosi sforzi. Lo so, è vergognoso. Un capolavoro della letteratura del novecento! Ma mi annoia fino alle lacrime. Comprerò meno regali a Tommaso. sarà anche più educativo. Quel bambino mi manda fallita a forza di figurine.
Basta anche con "capetti" di abbigliamento per mia figlia Francesca. Quanto a me ho notevoli riserve risalenti a quando ero ricca. L'affittacamere già la faccio. Non ho più locali da affittare.
Potrei dismettere i beni immobili; vendere la casa di Tarquinia, che le mie sorelle ed io abbiamo ereditato dai nostri genitori. Ma non se la compra nessuno, è troppo grande e costa troppo. Svenderla? A chi? Agli amici del quartierino? Non ne conosco.
Al momento non mi viene in mente altro, ma gli ispettori possono darmi delle idee.
Non si sognino di suggerire di togliere qualche ora di lavoro a Marcella, la colf che viene due volte a settimana. Su questo sarò fermissima: licenziamenti, non se ne parla. E poi mi fa male la schiena.

sabato 5 novembre 2011

da un libro magnifico

"Il tempo che regge nelle sue mani eterne l'intero universo, il presente accanto all'incancellabile passato, mi aveva schiacciata, avevo finalmente capito che non lo si può fare a pezzi; oltre all'istante presente indissolubile, che sta immobile sul perno dell'eternità, sganciato dagli antichi pavimenti sotto i piedi, dalle canzoni, dalle case, dai segni, dalle presenze che si sono sedimentate nella coscienza di un uomo; oltre al passato, che può essere distrutto solo se si distrugge chi lo ha vissuto; e altre al futuro che ci sta davanti, non esiste altro."

Magda Szabó: "Il vecchio pozzo" Einaudi 2011

P.S.Ripropongo questo piccolo frammento perché il libro lo merita

giovedì 3 novembre 2011

Sbilanciamoci e il mio programma di governo

Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci, annuncia la presentazione oggi al Senato del “libro nero sul Welfare”.

Nell’editoriale di oggi sul Manifesto titolato “Economia virtuale”, Giulio Marcon scrive:

«Nell'aprile scorso Tremonti aveva affermato con rara preveggenza che nel 2011 l'Italia si sarebbe limitata a fare la “manutenzione dei conti pubblici” e che non sarebbero servite nuove manovre finanziarie. Nel frattempo la “manutenzione” si sta trasformando in continui e permanenti interventi di emergenza di fronte allo sfascio dell’economia, delle condizioni sociali del paese e della finanza pubblica. Ma fino a oggi, dell’economia e dei problemi sociali il governo non si è occupato. E sulla finanza pubblica ha messo toppe, alcune solo virtuali. Tanto che la situazione è progressivamente peggiorata. ....

L’ostinazione insistita del governo fino a oggi nel non andare a prendere i soldi là dove ci sono e da dove sarebbe giusto uscissero fuori (patrimoni, rendite, evasione, grandi ricchezze) e a non tagliare la spesa pubblica dove si potrebbe fare (ad esempio dimezzando i 20 miliardi di spese militari del nostro paese) è pari solo alla totale inazione di fronte all’urgenza del rilancio dell’economia e della difesa dei redditi. Il tutto dentro scelte di politica economica che che oltre che da iniquità e difesa dei privilegi, sembrano segnate da improvvisazione e disperazione....

Ma le scelte del governo in questi mesi sono state altre: salvaguardare patrimoni e ricchezze, colpire gli enti locali, le pensioni e i redditi, distribuire qualche una tantum assistenzialistica a un sistema economico ormai decotto e azzerare la spesa sociale....

Naturalmente servirebbe un governo autorevole che, invece di farsi prendere in giro in Europa, fosse capace di battersi per un cambio di politica: mettere il bilancio europeo a garanzia del debirto sovrano dei paesi in difficoltà, introdurre gli eurobond, darsi una comune politica economica e fiscale europea. Si tratterebbe di capovolgere il paradigma della politica restrittiva e depressiva che è stata seguita in Europa in questi mesi con un piano di politica di investimenti pubblici e di stimolo a una domanda di beni capaci di alimentare le produzioni di un nuovo modello di sviluppo ( energia pulita, mobilità sostenibile, beni comuni, ecc). Ma per praticare questa via bisognerebbe fare il contropelo ai mercati finanziari, (invece di lisciarglielo il pelo) mettendo regole e vincoli che ne ostacolino l’attività speculativa; servirebbe favorire un programma di investimenti sociali e un ruolo attivo dell’intervento pubblico, invece di insistere sul mantra delle privatizzazioni, andrebbe alimentata una politica dei redditi capace di ridurre le diseguaglianze. In sostanza si tratterebbe di rimettere al centro le politiche pubbliche contro l’deologia neoliberista del mercato...


Quanto a me, io non sono né un economista né un politico, ma avrei un mio piccolo programma di governo.

Penso che istituirei tre ministeri, cancellandone parecchi altri.

Il Ministero dell' Inventario, il Ministero della Manutenzione e il Ministero della Valorizzazione.

Il primo dovrebbe inventariare tutti i beni del paese (naturali, artistici, culturali nonché ogni struttura di cui i cittadini sono utenti; scuole, ospedali, strade, caserme, ecc) e analizzarne lo stato, le condizioni e le necessità.

Il secondo dovrebbe provvedere ad una Sola Grande Opera: la loro manutenzione ordinaria e straordinaria. Ce n'è di lavoro da fare e da dare! (Basti pensare al nostro territorio o alle nostre scuole da mettere a norma, ma sono solo due esempi, le mille cose da fare ogni cittadino le sperimenta quotidianamente.)

Il terzo dovrebbe studiare tutte le forme possibili di valorizzazione dei beni del nostro paese che non sono da dismettere ma da proteggere, rendere produttivi e, molti, da convertire a nuove funzioni. Funzioni sociali.

Il ministro dell' Inventario lo vorrei pignolo, meticoloso, magari anche un po' ossessivo...

Quello della Valorizzazione dovrebbe avere immaginazione e lungimiranza.

E quello della Manutenzione grande senso pratico.

Ognuno di voi, sono certa, ha il suo personale Programma Minimo di Governo. Mi piacerebbe conoscerli.