sabato 4 giugno 2011

esercizi nel dolore

Non conoscevo il poeta Claudio Damiani.
È una scoperta recente. In questo periodo rileggo spesso alcune sue poesie.
Le leggo in cerca di un lieve conforto. Qualche volta, brevemente lo trovo.



I
Dal mondo inorganico
a quello organico, alla vita
non c'è un vero salto
ma una linea continua,
anche se non proprio nitida.
Ma gli atomi, non sono forse vivi?
Non si riproducono, questo è vero,
ma si trasformano, liberando energia,
sono energia, condensata in materia
che si organizza perché ha un pensiero solo:
giungere alla vita per riportare l'ordine
o qualcosa che è stato perduto, riconquistarlo,
una missione che ci sfugge, eppure lo sentiamo,
sentiamo che andiamo, anche nelle continue cadute,
verso un bene lontano sempre più vicino.

II
Dal mio piccolo punto di vista vedo l'universo. Un rettangolino.
Il mio terrazzo. È la notte di maggio calda
e frasca, una brezza mite spira
che mi rinfresca della giornata afosa.
L'universo non credo sia diverso
dal nostro mondo: dopo tanto pensare,
tanto meditare sono convinto non solo
che quel che sta sulla terra sta un po' dovunque nel cielo
ma anche che quello che sta nel cielo
sta un po' qua e là sulla terra.
Allora io dico: non ci immaginiamo cose tanto strane
ma guardiamo quello che ci sta vicino,
lasciamoci ferire dalla sua bellezza
e nella sua sapienza riposiamo il cuore.


Questa la dedico al mio amico Sileno

Qualcuno potrebbe dire: ma che stai dicendo?
I monti fanno una vita dura,
non si parlano mai, sono scorbutici,
si trattano male, trattano tutti male,
sono duri come la pietra, non capiscono niente.
E invece io dico: sei tu che non capisci niente!
I monti sono molto gentili, vedono più cose di noi,
hanno un udito finissimo, sono amanti del silenzio,
sanno stare al loro posto, rimanendo fermi
anche nel pericolo,
sono sempre puliti, senza bisogno di lavarsi,
e si circondano di un profumo
che noi non sentiamo.

9 commenti:

  1. Buon giorno Marina. Non ti chiedo come stai, spero un poco meglio. Quando ti leggo, e penso, vorrei che la fatica del dolore ti lasciasse un po' di quiete.E lo spazio per rispondere al desiderio di vita che tuo marito mandava su di te.
    Ti abbraccio
    willy

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  2. Grazie Marina
    per averle condivise con noi
    bellissima quella dedicata all'amico Sileno.
    Un abbraccio
    Mimmo

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  3. E' sempre con trepidazione che vengo a leggerti, sperando di trovarvi parole via via più leggere,dettate da una sempre più dolce consapevolezza.
    Leggere un tuo commento da Artemisia mi ha fatto ben sperare.
    Cristiana

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  4. Le letture aiutano, è vero. A volte capita di leggere dei passi con cui ci si identifica e in questi troviamo motivo di sollievo. Breve magari, ma pur sempre sollievo è. Ti auguro di ritrovare presto serenità. Un caro saluto

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  5. Mi sono chiesto il perché di questi due versi (esercizio insensato, lo so, ma non riesco a farne a meno):
    lasciamoci ferire dalla sua bellezza
    e nella sua sapienza riposiamo il cuore.

    Perché ciò che ci sta vicino dovrebbe ferirci per la sua bellezza? Dovremmo gioirne, potremmo rimpiangerlo (se è un ricordo), ma lo faremmo con un sorriso, credo, non con la sofferenza del distacco, della perdita. E non c'è niente di razionale in questo sorriso che ci verrebbe (è superflua ogni sapienza!): i ricordi belli sono belli per sempre , fin che campiamo.

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  6. Commosso e senza parole ringrazio.
    Un forte abbraccio.

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  7. Marina, ti leggo. Mi godo la tua presenza ritrovata in rete: mi lascio ferire dalla bellezza del momento. E non chiedo niente, nè del tempo nè del futuro. Sfoglio il tuo blog.

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  8. È bello passare di qui e ritrovarti. Altre sensazioni, altri post, altri pezzi di vita.
    Con calma Marina. Prendi il tuo tempo.
    Un abbraccio
    Barbara

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