domenica 17 aprile 2011

pensiero

Qualche volta la realtà è così inaccettabile, così non assimilabile dalla nostra coscienza, che semplicemente la ignoriamo. Non è purtroppo la classica rimozione, balsamo che cancella totalmente, alla radice, la esistenza stessa della realtà che ci ferirebbe a morte, che non potremmo svelare a noi stessi se non soccombendo ad essa. E, quando di rimozione si tratta, letteralmente non sappiamo. E il dolore non ci investe.
Invece qualche volta il dolore, fondo, cupo, pesante, ci pervade; è collocato da qualche parte dentro di noi; una parte del nostro corpo e del nostro spirito ne è colma e appesantita. Ma non sappiamo perché. Fingiamo di non saperne il perché, da dove venga, chi o che cosa ce lo procuri. Soffriamo, ma teniamo lontano dalla nostra coscienza perché soffriamo. Siamo dolore ma la sua radice, per qualche minuto, per qualche ora, per una mezza giornata, ci resta ignota. Viviamo come se...


(Che cosa significa aver scritto qui queste frasi? Che nell'effusione del dolore, su carte private bagnate di lacrime, effusione disorganica, sgrammaticata, inconscia, comincia ad affacciarsi qualche momento di racconto del dolore, di riflessione sul dolore?
Tanto che sono in grado di avere cura della punteggiatura e di segnare in corsivo delle parole?
Così sembra. Ma che cosa significa davvero?)

19 commenti:

  1. Carissima Marina, non so proprio rispondere alle tue domande però giusto ieri ti pensavo promettendomi di scriverti. Con questo post hai un po' risposto a quello che ti volevo chiedere e ti sono grata di averlo scritto.
    Un abbraccione.

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  2. Forse significa che anche al dolore può esserci una reazione e poi:
    Perché dovrebbe vincere il dolore e non la vita?

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  3. Che malgrado tutto,anche se non vorremmo, anche se qualcosa in noi si oppone, il tempo scorre e come l'acqua nei secoli leviga le rocce.
    Ti stringo forte.

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  4. Forse si comincia a scorgere uno spiraglio, attraverso il quale il dolore rinasce e diventa meno acerbo. Lo spero tanto per te! Ti abbraccio.
    biba

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  5. Non so cosa voglia dire... Sto attraversando un momento in cui anche io sono un po' sopraffatta, Ho capito che devo aspettare che qualcosa succeda dentro di me, ma non so cosa. Per ora non resta che accettare.
    Ti penso tanto
    Giulia

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  6. Non so Marina, ignoro tante cose, non so che senso abbia questa vita, mi accorgo spesso di non sapere niente.
    Impazzire se mi facessi prendere da un vortice di domande.
    Sono contenta che tu veda un minimo raggio di luce.
    Cristiana

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  7. Cara Marina, forse significa semplicemente che siamo vivi. Nonostante. Che il cuore, la mente, il respiro, i battiti, il corsivo, la punteggiatura, fanno talmente parte di noi e sono talmente tanto "noi" da imporci di respirare, di battere, di scrivere, di raccontare, di meditare.
    Cosa significa "davvero" credo che nessuno lo possa sapere, ma noi ci accontentiamo del "sembra". E da lì ripartiremo.
    Un caro abbraccio. Lucia

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  8. io e mamma siamo allo sbando, ma lei di più, per forza di cose. io ho un figlio piccolo da crescere e sono giovane, lei era da 50 anni l'altra metà di una "cosa sola". Ora che la cosa sola s'è rotta, come fare? cosa fare? perché?

    grazie pure da parte mia per l'affetto che le mostrate, io pure mi abbevero di tanto in tanto alla fonticella del vostro conforto. la figlia di marina

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  9. Buonasera Marina, la vita e lo spirito umano sono un controsenso: dopo molto tempo riscrivi qui ed io per prima cosa penso al fatto in sè e non al contenuto di ciò che hai scritto. Poi rileggo e ti dico che l'aver messo nero su bianoìco è il senso di un cambiamento nella tua gestione del dolore: ora lo stai guardando con maggiore lucidità, ora puoi farlo, lo vedi come si è spalmato sui tuoi giorni. Non so dirti con certezza se sia un segno positivo e se preluda in qualche modo ad una reale catarsi: certo stavolta non hai vissuto "come se" ma io credo che non ne saresti capace. Spero che tu riesca a vivere "nonostante", se scrivere ti fa bene continua, a noi fa un bellissimo effetto. Con afffetto

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  10. Forse raccontare, riflettere, sono azioni che ci aiutano a prendere coscienza del dolore, a dargli una misura, una forma, per cercare di trovare una maniera per conviverci;
    d'altra parte si definiscono inenarrabili certe sofferenze proprio perchè è difficile spiegarle e condividerne l'esperienza con altri.
    Forza, Marina.
    Un abbraccio
    Dolores

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  11. Non so rispondere alle tue domande e se lo facessi probabilmente userei solo frasi fatte.
    Resto in silenzio e ti mando un abbraccio.

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  12. Cosa significhi non lo so, o meglio non credo che esista una sola risposta, o una risposta conclusiva. La vita ha un andamento a volte incerto, altre volte spedito. Gira, torna indietro, ondeggia, risucchia, come si fa a dire, a sapere con certezza? Quindi non so, ma qualunque cosa significhi è un bagliore, un passo, un pensiero, un battito del cuore...poi capiremo, forse sapremo...baciotti tanti.

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  13. Cara Marina, forse è la vita che reclama un suo spazio nonostante tutto, nonostante il dolore cupo e invadente. Forse è un piccolo barlume d'energia in più, un timidissimo richiamo all'esistenza che viene dal tuo profondo e che chiede sommessamente di essere ascoltato.

    Io posso solo dirti che sono felice di aver letto questo post e che ti ho pensata spesso, rammaricandomi di non poter scrivere nessuna parola utile a confortarti: so, infatti, che in certi momenti le parole possono sembrare superflue se non addirittura fastidiose e banali.
    Però immaginavo che, prima o poi, avresti scritto qualcosa. Secondo me - forse sono presuntuosa, perdonami - è un segno positivo.

    Un abbraccio!

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  14. A volte le emozioni dobbiamo lasciarle libere, farle scorrere dentro noi, finchè non decidono di lasciarci....dobbiamo ascoltarle ed abbandonarci, poi piano piano sono loro a salutarci e noi piano piano possiamo tornare a vivere....

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  15. ciao Marina,
    ho letto le tue parole qui e non posso sapere altro che quello che scrivi su queste pagine.
    Tutto si è come rarefatto e rimane sospeso in attesa di qualcosa che non si sa bene se sia auspicabile o da maledire...
    Un caro saluto

    g

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  16. credo che se fai domande, cerchi risposte...che solo tu puoi dare, ma certo è meno difficile ..se non c'è il vuoto totale intorno e noi siamo tutti intorno a te..
    un abbraccio

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  17. Forse significa che per un momento il dolore si è spostato e spero, come la luna quando cessa l'eclissi totale di sole, comincia a venir meno la sua sovrapposizione sulla tua anima.
    Scrivere il dolore, oggettivarlo, è già disidentificarsene. E ricomparirà la tua natura, che non sarà uguale a prima, ma sarà la tua di ora, tutta da scoprire e da decifrare, ma viva.
    E' un'opera difficile, è come passare dal buio della notte alla luce del giorno o dal gelo dell'inverno al tepore della primavera.
    Serve molto coraggio e molto amore.
    Tu sai che io sono qui e faccio il tifo per te, per tua figlia e per tuo nipote.
    Giorgio

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