giovedì 3 giugno 2010

elogio del giallo

C'è giallo e giallo, naturalmente. Ma io parlo proprio di quelli fatti solo di un assassinio, una caccia e la scoperta del colpevole. Nessuna ambizione letteraria, solo una trama, fatta di mistero, brivido e svelamento. Brutali, in un certo senso. Ci sono circostanze della vita in cui io li consumo come una droga. Quelli Mondadori si leggono in un paio d'ore. Due ore di anestesia totale.
Poiché non me ne resta niente il loro prezzo mi sembra sempre troppo alto. Ma non si lesina sui medicinali.
Comunque esistono negozietti specializzati in vecchi gialli venduti a metà prezzo che passano di mano in mano da trenta, quarant'anni. Infatti è possibile riportarli, vederseli valutare e prenderne altri in cambio. Sono frequentati da collezionisti appassionati del genere e, suppongo, da gente come me che va in cerca della potente forma di risucchio mentale, senza rischio di riflessione, che solo i gialli-gialli garantiscono. Quello che ne fa un'arma vincente contro l'ansia è la loro capacità di impedire ogni identificazione con i personaggi. Questi sono semplici caratterizzazioni. I loro sentimenti sono stereotipati, impersonano un vizio o una passione senza mai suscitarla. Sono maschere e non ci toccano. La lettura non attiva nessun meccanismo che possa farci penare o gioire con loro. Ci attacchiamo alla trama e quella ci porta con sé sottraendoci a noi stessi e alle nostre trame. Bisogna però avere l'accortezza di scartare i grandi classici, i maestri del giallo, quelli che al brivido sanno dare un'anima. Questi vanno evitati come la peste. Grande invenzione i gialli-gialli.
Me ne comprerò una carrettata.

15 commenti:

  1. Non ho una grande passione per i gialli. E' giusto un genere che scelgo anch'io saltuariamente per staccare la spina.
    Buona lettura, dunque, Marina.
    Che i gialli ti aiutino a ricaricare le pile. Ciao

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  2. Il giallo è genere nobile che ospita anche scrittori di levatura non comune, attirati dalle possibilità espressive dello stereotipo, dalla profonda inquietudine emotiva del mistero che permette a volte indagini non comuni dell'essere umano.

    Ricordo Chandler e quel volumone uscito in edicola coi suoi romanzi oppure Durrenmatt e le sue narrazioni scheletriche e "assolute".

    ps. bentornata ^^


    WM

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  3. Anche io amo i gialli, li uso come antidoto all'insonnia (contraddizione in termini: il giallo per definizione dovrebbe tenere svegli...) e leggo sia i gialli-gialli (buon vecchio negozietto di gialli usati, dove entro quasi di nascosto, sperando che nessuno mi riconosca!) sia i gialli d'autore, tipo Mankell o questa coppia nordica degli anni sessanta che sta pubblicando Sellerio (non mi ricordo i nomi). Mi conforta molto il tuo post, soprattutto la tua voglia ritrovata di scrivere. Bacioni.
    Biba

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  4. Io invece non mi sento per nulla confortato da questo tuo post. E' come al solito un esempio perfetto di scrittura chiara, incisiva e originale: se i gialli-gialli fungono da anestetico temporaneo il post che ne hai ricavato è l'anticamera di un giallo diverso dove qualcuno può immedesimarsi in un'atmosfera o in una condizione umana.La fuga signora, l'oasi segreta in cui la nostra vita ritrova una sua normalità non avvelenata dal cancro degli accadimenti. Non voglio immaginare l'esito del racconto anche se lo conosco perfettamente; preferisco pensarlo in un contesto diverso e consolatorio, falso e poetico al tempo stesso. Una sorta di abbraccio dal quale si esce con un lungo sospiro...e una stretta di mano.

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  5. la mia mamma è un'accanita lettrice di gialli, li compra ogni settimana da anni e ne abbiamo una collezione sterminata, io glieli rubavo sempre e come dici tu è vero che a volte sono molto anestetizzanti, e alcuni sono proprio robaccia ma ricordo che spesso negli anni 60 pubblicavano anche i cosidetti grandi autori, che ho scoperto così, così come ho scoperto grandi autori di fantascienza leggendo gli urania

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  6. 350 lire delle mie spendevo tutte le settimane a 14 anni per comprare I classici del giallo Mondadori: un rifugio fin da allora per attutire i dolori dell'adolescenza. Poi Sherlock Holmes, e soprattutto il maestro di psicologia: Maigret.

    Ricordo anche una battuta che circolava tanti anni fa: Sai cosa fanno dei cinesi in un campo di riso? I gialli Mondadori...

    Marina, UN PO' DI GIALLO E UN PO' DI SORRISO E TANTA FELICITA' PER AVERTI RITROVATA.

    Mi sei mancata molto.

    Giorgio

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  7. di quei gialli era pieno il cassetto di ognuno dei comodini dei miei genitori. Un logo indovinato, disegni (si, disegni) intriganti, titoli che suscitavano da subito la curiosità. Io non ne ho mai letti, è un genere che non amo; però sono stato un grandissimo appassionato di fantascienza e la mia stanza prima e la mia casa dopo erano piene di Urania.
    Bentornata.

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  8. in pratica una risorsa no-mind! mica male!

    ps: nessuna frequentazione dei gialli ma degli Urania sì, poca o nessuna identificazione nemmeno nella fantascienza ma grande attivazione d'immaginazione sì!

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  9. Si è una patologia che non ho nella mia collezione, per fortuna -:)))
    ciao

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  10. Marina,
    c'è un appello da diffondere ...
    passi da me ???
    Aiutami!

    Un bacio
    Ornella

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  11. il mio babbo ne aveva a decine e non per collezionismo !

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  12. Ciao Marina, ho fatto un giro di saluti ed eccomi da te:-) I gialli li leggo poco, ma ne ho un pò interessanti, del resto io leggo un pò di tutto, non so se sono una buona lettrice, ma adoro comprarli anche usati al mercatino del venerdi vicino casa, si trovano dei capolavori:-)Un cordiale saluto ed un grazie:-)

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  13. anche i gialli ci vogliono! eh! i negozietti specializzati di cui parli hanno un fascino irresistibile, io ci vado per i fumetti :-) Baci

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  14. "Ora mi leggo un giallaccio", dice mio marito quando si vuole rilassare.

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  15. Cara Marina, vorremo tradure questo post in Inglese, francese,tedesco, per la rete europea Eblogs (link: http://e-blogs.wikio.it/) ma non riesco a trovare la tua mail sul blog per communicare :(
    claireulrich at wikio punto com. Grazie!

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