venerdì 12 febbraio 2010

neve a Roma

Siamo decisamente ridicoli noi romani quando nevica. (A Roma nevica ogni venti anni ma devo ammettere che noi siamo ridicoli molto più frequentemente.)
Al primo fiocco bianco siamo presi da subitaneo entusiastico terrore. Ci telefoniamo all'alba e ci buttiamo reciprocamente giù dai letti frementi di aspettativa. Siamo pronti a comprare moon-boot e catene da neve, a dotarci di ogni più moderna tenuta da sci, rabbrividiamo di freddo preventivamente e per maggior sicurezza mettiamo su il brodo. Imbracciamo le nostre macchine fotografiche e immortaliamo i nostri monumenti imbiancati. I quali, per altro, se la ridono. Noi donne ci sentiamo tutte moscovite e come tante Lara avvolgiamo le nostre teste dentro grandi fazzolettoni di lana. Gli uomini invece indossano camicie a scacchi di flanella che ormai neanche gli alpini portano più. La città si paralizza, un po' sul serio, perché proprio non sappiamo dove mettere le mani, oltre che i piedi, e un po' perché ci piace giocare alla città sotto la neve. Cerchiamo scuse per marinare la scuola, il lavoro, e qualsiasi altro dovere.
Raccogliamo patetiche palle di neve e ce le lanciamo infantilmente e ripassiamo a mente le nostre fatidiche nevicate. Il glorioso 1956, l'impareggiabile 1964, il solenne 1971, il festoso 1985. (Naturalmente anche io le ricordo tutte e con viva soddisfazione). Per strada ci sorridiamo tra sconosciuti, come a dire: che bravi che siamo, affrontiamo la tormenta! Siamo fieri di noi e del nostro spirito indomito.
Non cadiamo a terra mai, non perché agili e disinvolti, ma perché siamo prudentissimi e camminiamo come pinguini sulle uova, cautelosi come solo la salita di un sesto grado giustificherebbe. Ma ci piace fingere che la bufera impazzi e tiriamo fuori le nostre lingue fameliche per assaporare quel minuscolo fiocco che ineffabilmente ci fluttua davanti. Nella nostra notoria modestia siamo convinti che la neve stia semplicemente rendendo omaggio alla città e la ringraziamo con degnazione. Ma anche con un implicito, sotterraneo avvertimento. Sloggia presto, questo non è terreno di conquista. Man mano che passano le ore ci spazientiamo. Allora? Vogliamo finirla con questa pagliacciata? Cos'è questa fanghiglia sul mio marciapiede? E il sole? Dove si è cacciato il sole? Diventiamo irritabili e ci sentiamo offesi. Perché noi romani, benché ospitiamo Santa Romana Chiesa, quando si tratta di meteorologia, diventiamo tutti animisti. Siamo cioè propensi a ritenere che la neve, la pioggia, il sole, le nubi e il vento siano esseri dotati di volontà, abbiano una intenzionalità. E li consideriamo direttamente responsabili del loro atteggiamento nei confronti della nostra città. Potrete non credermi, ma un romano è convinto che la città caput mundi meriti l'attenzione più scrupolosa anche da parte degli eventi atmosferici. Che non sia più caput non solo mundi ma neanche di se stessa non cambia niente. Si chiama Roma, no? E tanto basta. E consideriamo blasfemìa ogni offesa metereologica. Sicché, quando abbiamo rievocato nostalgicamente le nostre storiche nevicate, quando abbiamo comprato dolci a carrettate, perché il freddo si sa si combatte infarcendosi di calorie supplementari, quando abbiamo scattato la foto del Tritone di Piazza Barberini, sentiamo di aver assolto ad ogni nostro dovere e l'iniziale entusiasmo comincia a scemare. Qualunque ritardo nella disparizione della neve è visto con disapprovazione dalla cittadinanza che lancia al cielo sguardi di rimprovero. Mentalmente lo rimbrottiamo: hei, tu, stai nevicando su Roma, te ne rendi conto? Falla finita dunque, dove credi di essere? Siamo ancora fieri di noi, come cinque ore fa', ma consideriamo il rito ventennale ormai concluso e desideriamo solo che la nostra città riprenda il suo solito aspetto pseudo-invernale.

Sento di dover fare una confessione. Io sono una romana tipica. Ho tutti i difetti della mia città.
E in quanto ad animismo metereologico supero chiunque.
Vivevo a Teheràn e venne a trovarmi da Roma una sorella. Raccontandomi i fatti della città mi disse: "Sai che un fulmine ha colpito l'obelisco di Piazza del Popolo?" "Ma che è pazzo!?" fu la mia immediata risposta. Che mia sorella trovò perfettamente ragionevole, tanto che mi rispose con un consapevole: eh, già!

18 commenti:

  1. Allora dovevi essere qui a TS l'altro ieri. Neve + bora a 100 Km/h = ghiaccio assicurato. E se ti trovi col viso controvento ti sembra che ti sparino raffiche di spilli in faccia. Il guaio poi d questa pazza città è che non in tutti posti è uguale. Sul lavoro non vedevi fuori dalla finestra da tanta neve e vento, cento metri più sotto solo poche gocce d'acqua: letteralmente quando scendevi per la strada prima ti sembrava di essere in Siberia, fatto il tornante era una normale città con un po' di pioggia.
    Pace e benedizione
    Julo d.

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  2. C'e sempre da imparare..
    Ciao Marina.

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  3. era pazzo, certamente!
    chi ne dubita?

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  4. Romana DOC, allora... anche se per certi versi anche a Venezia non si scherza come immagine megalomane di città da parte dei suoi abitanti. Buona serata Marina

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  5. 7 del mattino, paese della prov. di Milano. Squilla il telefono. Lucia ed Antonio sono ancora a letto e si chiedono se sia successo qualcosa. Una telefonata a quest'ora non promette mai nulla di buono. Lucia si alza e si avvicina al telefono con un po' di ansia.
    - Pronto chi parla?
    - Nonna, qui a Roma nevica, scendono fiocchi di neve grandi come palle da booling...
    - Ah sei tu Jacopo, meno male... e sei contento?
    - Si , accendi skype che ti faccio vedere come nevica...
    (dialogo vero della mattina del 12/2)

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  6. @Julo: rabbrividisco dal freddo! poveri voi, avete tutta la mia ammirazione

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  7. @Guglielmo: ancora rido! È vero, siamo proprio così! grazie per la preziosa testimonianza, marina

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  8. Esatto, Marina, qui a Roma è andata proprio come dici tu. Noi colleghe siamo uscite un attimo dall'ufficio per fare rifornimenti al più vicino supermercato (presa molta cioccolata), nel caso un improbabile metro di neve avesse reso impossibile uscire dallo stabile per giorni e giorni. Al ritorno, la collega rimasta in stanza stava già per chiamare i soccorsi (no, Bertolaso, noooo..)perché non ci vedeva rientrare e temeva il peggio (una slavina?).
    Molti hanno addirittura sostenuto che i cellulari non funzionavano. Tutti eravamo prima entusiasti poi preoccupati dagli sviluppi di una situazione che durava già da troppo tempo per i nostri gusti (un paio d'ore buone) e cominciava a darci ansia. Io, nel mio piccolo, mi sono comprata una paio di monboot. Ormai splendeva il sole, è vero, ma dovevo andare a prendere mio figlio a scuola e non volevo certo scivolare. :-)
    La Figlia

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  9. Pare che stavolta gli agenti atmosferici non vi abbiano ubbidito...

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  10. @La Figlia! come volevasi allegramente dimostrare!

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  11. Sarei voluto veramente esserci :-)
    Conoscendomi, e sapendo che a Roma più di qualche ora non dura, me la godrei il più possibile! È bellissimo quando c'è la neve fresca, sentire il croooc-croooc sotto le scarpe; il brutto arriva quando si sporca!

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  12. Anche qui ha nevicato, ma non crediate che a Torino non ci sia questo atteggiamento. Fors eun po' più compassato perchè il torinese non vuole scomporsi più di troppo. Ma è molto seccato. Può nevicare per loro, ma non in città (coinversazione sul pullman).
    Vè si è capito che io abito a Torino, sono nata anche qui, ma le mie origini sono di altri lidi.
    Un carissimo saluto

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  13. Ti ricordi il capostazione di Bristow, che quando vedeva il primo fiocco di neve tirava fuori la famigerata LAVAGNA DEI GRAVI RITARDI?
    Era seconda solo al GIORNO DEL GRANDE DISASTRO DEL CARRELLO DEL TE'...
    Voi romani siete davvero grandi, ho un po' di malcelata inconscia invidia padana...

    Giorgio

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  14. La prima volta che ho visto una nevicata su Milano mi sentivo un ragazzino gioioso. Da quando è diventata un'abitudine penso ai disagi e, da perfetto milanese d'adozione, tiro moccoli che neanche Eminem.

    E la tua foto di Roma imbiancata?

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  15. mi fa piacere che anche altrove si sia un po' pazzarelloni circa la neve
    @ Michael: le foto stanno nel post precedente

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  16. Marina,ti mandai una mail e forse non l'hai aperta.
    Ti invitavo a partecipare al mio 'torneo'. Faresti faville!
    Cristiana

    PS.Un invito a tutti quanti.

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  17. io ricordo appena quella del '56 col grande terrazzo del nostro appartamento colmo di un considerevole manto bianco; benissimo quella del '64 , dodici anni e seconda media, le altre no, lavoarvo già. La neve era l'eccezionalità, l'evento straordinario atteso ed auspicato. Poi sono andato a Bologna ed allora la neve è diventata un'antipatica consuetudine. Ho delle foto che sembrano scattate sulle alpi; mi toccava andare fuori più volte al giorno per far cadere la neve dagli alberi del giardino peer evitare che i rami se spezzassero. No, la neve proprio non mi attrae più. E poi per me ha due intollerabili difetti : è fredda e bagnata.

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  18. Qui sulle colline torinesi siamo alla quarta nevicata in dieci giorni...ed alle quindicesima della stagione, più o meno...però lo so bene come la vivete voi laggiù:-)))

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