sabato 9 gennaio 2010

vaneggiamento ignobile sotto un cielo plumbeo di città

Questo mal tempo che sosta da giorni sulla città mi procura cefalea e vertigini.  Tengo a bada come posso entrambe e insieme tengo il conto dei giorni che mi allontanano da Santa Lucia, 13 dicembre, la giornata più corta che ci sia. Gli astronomi si astengano dalle loro pedanterie: anche io ho sentito parlare del solstizio d’inverno, ma mi piace il detto popolare e me ne servo di appoggio, come di un bastone. Fra poco sarà passato già un mese e la luce avrà riguadagnato un bel po’ di spazio nella giornata e il malo tempo dovrà rassegnarsi alla lenta resa alla stagione nuova che verrà. Con l’agile speme precorre l’evento, cantava il Coro dell’Adelchi. E’ proprio a questo che serve la speme, a precorrere l’evento; per questo dobbiamo mantenerla agile. Quando si tratta di precorrere l’evento primavera la mia speme più che agile è scatenata, pazza di audacia, spericolata. Intanto un cielo grigio lavagna si è posato sulla terra, nel barometro l’ago della pressione precipita e precipita, e anche tutto il resto precipita con lei. Io penso all’umido della pioggia, al freddo sul collo, e mi sento accartocciare. Penso a quelli che dichiarano il loro amore per la nebbia e vorrei prenderli a schiaffi, come se fossero tanti eccentrici provocatori. Untori metereologici, ecco! Il malo tempo mi fa imbronciare, mi sento rabbiosa come se fosse in atto una congiura — l’inverno —proprio contro di me. Il mio fornitore di prodotti per animali non umani stamattina si lamentava, solidale, con me: Io sono metereopatico, questo tempo grigio mi deprime. A chi lo dice!- rispondo. Del resto veniamo dalle stelle. Ed è una stella a garantirci la vita. E’ evidente che se il grigio me la copre attenta alla mia vita stessa. E’ così che mi sento: sotto attacco.
Che modo ignobile di ragionare mentre qui e là disgrazie grandi come montagne franano su uomini, donne, bambini e li trascinano con sé. Metto fine a questo vaneggiamento.

7 commenti:

  1. e io ci sono dentro fino al collo. con tutto il rispetto per le disgrazie altrui.
    bacio depressissimo

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  2. Nessun vaneggiamento, cara Marina.
    Solo noi metereopatici ci possiamo capire.

    Pace e benedizione (e speriamo che ci arrivi un raggio di sole)
    Julo d.

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  3. hai ragione, noi che viviamo in questa fortunata parte del mondo possiamo permetterci il lusso dei vaneggiamenti, però il tuo post parla di speme e di quella dobbiamo saziarci...Anche io anelo alle giornate che si allungano :-)
    baci

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  4. per incoraggiare il tuo malo tempo,come non so!,mi sono deciso a diventare blogger-alla mia eta',per non apparire il solito anonimo.Confesso che da giovane,molto giovane,ero affascinato dalle ombre e dall'odore,che riconosco con nostalgia, della nebbia!In quegli anni,ad Alessandria,la nebbia disegnava la vita parecchi giorni,e notti, l'anno:Era anche quello un modo di vivere l'attesa,non per tutti dello stesso colore e musica, delle tiepidezze della primavera.Poi,il caldo ,soffocante perche' ancora innervato della nebbia perenne di quelle zone,faceva desiderare settembre.Modesta" marcetta" delle quattro stagioni contro il malo tempo che ti deprime.Scusa,mi accorgo di meritare gli schiaffoni,eccentrico provocatore,amante della nebbia.Ciao,sono il Giovanni che ti ho ritrovato su fb.Notte

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  5. @Giovanni:benvenuto nel mondo dei blogger! quanto all'età mi sa che ti batto.
    mai desiderato settembre in tutta la mia vita!
    ciao marina

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  6. Sono anche io metereopatica e i cambiamenti di claima incidono sicuramente sull'umore, ma anche sul fisico. Che fare?

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  7. A chi lo dici! Non ne posso più. Mi è venuta una macchia sulla palpebra tipo psoriasi del tipo che vanno via con il sole. Ecco, anche il mio corpo reclama l'astro. Uffa!

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo