mercoledì 4 novembre 2009

Titina, Rosolina, nonno Giulio, Cervantes ed io.

Svegliarsi all'alba non è sempre piacevole ma è comunque meglio che non dormire affatto.
Se poi a svegliarmi è la mia mini-gatta Titina, che si sistema sulla mia anca da dove controlla la super-gatta Rosolina, spiaccicata contro di me, il risveglio diventa subito sorridente.
Mi muovo per la casa in silenzio per non svegliare mio marito e questo momento di solitudine, con la città momentaneamente tacita, mi dà lo stesso identico piacere che mi dava quando ero bambina. Allora mi regalavo uno dei miei massimi piaceri: fare colazione leggendo, con il libro appoggiato al barattolo dello zucchero, senza sentirmi dire che a tavola non si legge e senza vedermi strappare il libro di mano.
Ho avuto un nonno fantastico, nonno Giulio, che, una volta in cui mi lamentai con lui per questa regola familiare, a mio avviso particolarmente crudele, mi rispose, abbassando la voce per non farsi sentire da mia madre, la dispensatrice della regola: leggere è come la pipì, quando scappa, scappa! Mio nonno aveva frequentato solo le elementari, era rimasto orfano di entrambi i genitori ad appena nove anni e da subito si era dovuto mettere a lavorare. Aveva per i testi scritti, qualsiasi testo scritto, un assoluto rispetto.

Poco tempo fa, quando ho letto che Cervantes, nella sua smania di leggere, leggeva "persino i frammenti di carta straccia trovati per strada", oltre a rallegrarmi nell'avere un così importante predecessore, ho pensato a mio nonno. No, lui non leggeva, credo che la sua vita operosa non gliene abbia mai lasciato il tempo, ma rispettava questa attività come vessillo di promozione sociale. Leggeva il giornale, però, da cima a fondo, anche quando era ormai vecchissimo.

Ma, per tornare a questa alba che ormai non è più tale, mi sono regalata la colazione con il libro davanti, appoggiato alla bottiglia dell'acqua che mi serve per prendere le medicine del mattino. Già, gli anni sono passati.

Le gatte, avuta la loro colazione, si preparano a godersi il sonno che hanno sottratto a me.
Mentre mi dirigo al mio scrittoio, per la mia mattinata di lavoro, gli rivolgo qualche epiteto salato ma affettuoso.
Mi guardano dal divano -due occhi giallo marrone e due occhi grigio verde ipocritamente innocenti- si stirano compiaciute e si incastrano tra di loro.

Io mi siedo al computer, allontano da me le cacofonie che cominciano a salire dalla strada, e spero in una buona giornata.
La spero anche per tutti voi.


11 commenti:

  1. Ah che bel post! Grazie e buona giornata!

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  2. Mi hai commosso. Tuo nonno non doveva essere tanto diverso dai miei nonni paterni. Ancora in vita, entrambi. Una vita altrettanto operosa ancora oggi alla splendida età di 82 e 86 anni. Nessuno dei due ha terminato le elementari, perché quelli erano tempi duri, eppure non hanno mai smesso di ripetermi:«Studia, leggi, impara. Perché i libri sono l’unica cosa che ti porterai nella fossa». E non hanno ancora perso la curiosità verso il mondo, la voglia di capire ciò che accade e perché.
    Grazie Marina. Buona giornata
    Barbara

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  3. cara marina, come mi sento simile a te stamattina! avevo anch'io il mio nonno giulio (si chiamava proprio così) ed anche lui aveva solo la quinta elementare e valori forti dentro di sé. le tue gatte mi fanno venir voglia di baciarle ed abbracciarle... colpa tua, per come le hai descritte! il mio, stamattina, dopo avermi buttato giù dal letto, ha sparato la lettiera dappertutto, e poi se ne è tornato placidamente a dormire. come non adorarli?
    un bacio grande, e buonissima giornata!

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  4. Meravigliose righe!
    Chissà perché i nonni hanno sempre avuto una certa e determinante influenza su di noi. Ricordo anche il mio, paterno, che, da sempre abbonato al suo giornale, se lo sfogliava e se lo leggeva tutto di sana pianta... pubblicità inclusa.

    Felice giornata.
    Rino, ricordando.

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  5. Grazie Marina!
    Io ,come già ti dissi,faccio il sudoko di Repubblica del giorno prima,aspettando Giorgio che,tornando dal giro con Lilla,porta i giornali.
    Cristiana che contraccambia

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  6. Così considerata, la lettura, come fare la pipì, ci credo che te la hanno proibita a tavola.

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  7. grazie a tutti, ma uno speciale a rom che mi ha fatta ...scompisciare dalle risate :-))
    marina

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  8. grazie marina, adoro questi tuoi scritti e grazie anche da parte di mio nonno Oreste. Lui fumava il sigaro toscano mentre leggeva il giornale ed il suo imprinting fa si tra i fumatori, che tratto malissimo, salvo solo, con un sorriso di complicità, quelli che fumano il sigaro.
    ciao simona

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  9. la mia nonna materna leggeva sempre prima di addormentarsi, ho l'immagine presente come fosse ieri, e per mia fortuna la mia casa è sempre stata piena di libri perchè anche i miei genitori erano accaniti lettori, però anche per loro valeva la regola non si legge a tavola!!!!

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  10. Ah, peccato averlo letto solo ora...
    Facciamo che vale per domani!;o)

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  11. ciao Silvia il mio buongiorno per te che non lo hai avuto ieri! ma non sono riuscita a lasciarlo sul tuo blog perché dice che sono cancellati boh...
    marina

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