domenica 25 ottobre 2009

una musica, un rumore e un simbolo: la poesia secondo Borges


Arte poetica

Guardare il fiume fatto di tempo e acqua
e ricordare che il tempo è un altro fiume,
sapere che ci perdiamo come il fiume
e che i visi passano come l'acqua.

Sentire che la veglia è un altro sonno
che sogna di non sognare e che la morte
che teme la nostra carne è quella morte
di ogni notte, che si chiama sonno.

Vedere nel giorno o nell'anno un simbolo
dei giorni dell'uomo e dei suoi anni,
convertire l'oltraggio degli anni
in una musica, un rumore e un simbolo.

Vedere nella morte il sonno, nel tramonto
un triste oro, tale è la poesia
che è immortale e povera. La poesia
ritorna come l'aurora e il tramonto.

A volte nelle sere una faccia
ci guarda da fondo di uno specchio;
l'arte dev'essere come quello specchio
che ci rivela la nostra propria faccia.

Raccontano che Ulisse, stanco di prodigi,
pianse di amore quando scorse la sua Itaca
verde e umile. L'arte è quell'Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

E' anche come il fiume interminabile
che passa e resta ed è specchio di uno stesso
Eraclito incostante che è lo stesso
ed è un altro, come il fiume interminabile.




Arte poètica


Mirar el río hecho de tiempo y agua
y recordar que el tiempo es otro río,
saber que nos perdemos como el río
y que los rostros pasan como el agua.

Sentir que la vigilia es otro sueño
que sueña no soñar y que la muerte
que teme nuestra carne es esa muerte
de cada noche, que se llama sueño.

Ver en el día o en el año un símbolo
de los días del hombre y de sus años,
convertir el ultraje de los años
en una música, un rumor y un símbolo,

ver en la muerte el sueño, en el ocaso
un triste oro, tal es la poesía
que es inmortal y pobre. La poesía
vuelve como la aurora y el ocaso.

A veces en las tardes una cara
nos mira desde el fondo de un espejo;
el arte debe ser como ese espejo
que nos revela nuestra propia cara.

Cuentan que Ulises, harto de prodigios,
lloró de amor al divisar su Itaca
verde y humilde. El arte es esa Itaca
de verde eternidad, no de prodigios.

También es como el río interminable
que pasa y queda y es cristal de un mismo
Heráclito inconstante, que es el mismo
y es otro, como el río interminable.

(La traduzione è di Livio Bacchi Wikcock)

3 commenti:

  1. Vabbè che si riconosce, ma almeno il nome di Borges -:)))

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  2. oddio Guglielmo provvedo subito! e grazie, marina

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  3. in ritardo,ma grazie per Camillo Sbarbaro!
    ciao, simona

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