giovedì 10 settembre 2009

ciechi

Questo post volevo correggerlo, rivederlo e arricchirlo, ma la pigrizia mi impedisce di farlo.
Beccatevelo così!



Gli Dei accecano coloro che vogliono perdere.

Per me è di assoluta evidenza il fatto che gli dei ci vogliano perdere. Noi gli italici, intendo.
E credo di sapere perché gli dei ci vogliono perdere, come mai abbiamo perduto il loro favore e la loro protezione.

Ci vuole perdere Apollo, furioso con noi per come mal-trattiamo le arti. Per come schifiamo la poesia, per come trascuriamo la musica, per come mercanteggiamo con la medicina.

Ci vuole perdere Bacco, che ci ha visti passare da coppe e crateri al vino in contenitori di plastica con tappo in plastica. Piccola colpa rispetto alle altre ma si sa, Bacco è fumantino!

Vuol perderci Cerere disgustata dal trattamento che riserviamo alla terra e a i suoi frutti e per la nessuna considerazione in cui teniamo il lavoro agricolo.

E Diana, lei che protegge le fonti e i boschi, da noi rese velenose o ridotte a discariche. Ma la sua furia si moltiplica perché Diana è anche la Dea che protegge le donne e deve assistere ad un quotidiano femminicidio.

Persino Cupido ci vuol vedere persi. Non gli piace la povertà del nostro erotismo, sacrificato alla produttività, né il suo carattere mercenario.

E Venere arriccia le labbra graziose per la volgarità che depositiamo sulla bellezza.

Giunone brontola per il modo sciatto con cui donne e uomini trattano le loro unioni, senza cura, senza attenzione.

Persino Mercurio ce l'ha con noi. I ladri che protegge sono i piccoli e astuti furfanti non certo i grandi tycoon che spezzano migliaia di vite. Per questo è furioso: i suoi protetti, i piccoli borseggiatori, finiscono in galera, mentre i grandi criminali godono di impunità.

Nettuno schiuma rabbia per come abbiamo ridotto il mare nostrum, pattumiera chimica.

Potrei continuare. Non c'è dio, piccolo o grande, che non abbiamo offeso, né semidio, né Musa, così come i nostri Penati. I nostri Penati non possono scagliarsi contro di noi, ma possono piangere. E infatti piangono. Ma non sono inascoltati. Il loro lamento sale agli dei.
C'è un gran ribollire di rabbia e indignazione sull'Olimpo e una gran voglia di farla finita con noi italici.

Ma il più furioso, il più accanito, il più indignato contro il popolo italico è il padre Giove. La giustizia rantola al suolo, ogni giorno la inzaccheriamo di più e Giove sbuffa e brontola, un brontolio sordo che si addensa sul nostro capo. Per questo ci ha accecati: affinché noi ci si perda definitivamente.
E noi, gli italici, stupidamente ciechi, sempre più ci lasciamo accecare mentre ci crediamo e ci diciamo prosperi e felici.

I pochi che tengono gli occhi aperti li hanno colmi di allarme, ma come tante Cassandre, non trovano, nel loro paese, alcun ascolto.

5 commenti:

  1. Gli Dei si sono trasformati in malattie.
    Giorgio

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  2. Eh si di sicuro Giove sarà quello più incavolato. Spero che abbia pietà per quelli che assistono impotenti a questo scempio. Io nel mio piccolo credo di essere ancora un tantino simpatico a Cupido..

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  3. oppure che accechino chi acceca gli italiani

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  4. Mamma, non mi ricordo una cosa, Giove si è portato appresso anche le prerogative dello Zeus greco, protettore degli ospiti e degli stranieri?

    La figlia di M.

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  5. @bibi: sì, l'ospite (immigrato compreso) era sacro a Giove!

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