sabato 25 luglio 2009

intolleranze lessicali

Trattativa Stato -Mafia. Plenipotenziari, messaggeri, diplomatici. Tavoli di trattative. Contropartite. Ma nessun testo scritto per gli archivi.
Ci raccontano questa storia sui giornali e sugli schermi televisivi. E' storia antica, storia che si ripete.
Compare spesso l'espressione "pezzi deviati dello Stato". Quell'aggettivo ipocrita "deviato" io non lo sopporto più. Dicano pezzi dello Stato, se proprio non vogliono dire Lo Stato.
Servizi deviati. Magistratura deviata. Polizia deviata. Carabinieri deviati. Siamo lo Stato più deviato al mondo. Non vi fa venire il sospetto che in realtà il nostro Stato sia proprio come lo vogliamo, che esso non devii affatto ma avanzi, dritto come una spada, nella direzione che questo popolo, nelle sue infinite complicità, vuole per lui?
E che i veri deviati fossero i Falcone, i Borsellino, i Pio La Torre?

Quando nella lingua passa come lessico comune una menzogna vuol dire che è già passata nei fatti.

5 commenti:

  1. Non posso che invitarti a rileggere il grande Calvino, un cui pezzo su questo argomento ho postato sul mio blog, intitolato "Apologo sull'onestà". Ciò che dici, lo condivido, è il rispetto delle regole l'eccezione in qualche misura scandalosa.

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  2. Diceva qualcuno: Siamo ciò di cui parliamo.
    Qualche altro affermava: la lingua parla dei problemi del cuore.

    Rino, aborrendo le deviazioni.

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  3. Sulla "deviazione" delle parole si potrebbe dire molto. Quella che mi da più fastidio è senz'altro l'appropriamento della parola "libertà" da parte della destra. E sappiamo di che "libertà" parlano Lor Signori: è totalmente altro dalla libertà di cui parliamo noi. Eppure la loro libertà è più "credibile" mentre la nostra sa di muffa -:)))

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  4. Il lessico fa la differenza oggi, il potere mediatico ci sta portando alla deriva!

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  5. Condivido. Qui non si tratta delle iniziative private di qualche delinquente ma di un organico modo di agire.

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo