lunedì 20 luglio 2009

canta, cicala



Questa è una spilla: argento e madreperla. Rappresenta una cicala. Appena l'ho vista - Parigi, rue Bonaparte - ho capito di averne assolutamente bisogno. (Del necessario, si sa, si può fare a meno, ma il superfluo è imprescindibile.) Appuntata sul bavero di una giacca, un po' in alto, vicino al collo, può quasi suggerire all'orecchio il frinire disteso di una cicala vera. A me piace accogliere suggestioni. E l'inverno è così lungo che solo una cicala ce ne può consolare.

Le cicale sono creature preziose. No, non l'ho letto in nessun trattato. Lo penso io. Sono preziose perché cantano.
Cantano entrambi, maschio e femmina. Friniscono si dice. Lui la invita con intense vibrazioni delle elitre; lei risponde con uno schiocco delle ali, complice ma più discreto. Si trovano così. E il loro desiderio riempie l'aria. Né dissipazione, né sventatezza, dunque: custodia della specie, cioè custodia della vita.
Esopo non ha capito nulla della cicala.
Né La Fontaine dopo di lui.

Ma Platone, giustamente, le chiamò "musicali".


Io amo da sempre le cicale. Nessuna tradizione favolistica mi ha mai convinta a considerarle neghittose o a detestarne il canto.
Il canto della cicala libera nell'aria un appello a perpetuare la vita. E' un canto ipnotico ma eccitante insieme. Invita a reclinare il capo sul tavolo, addormentandosi dopo l'ultimo bicchiere di vino del pasto, ma anche a vibrare d'attesa. E' un suono che entra nel corpo e il corpo intero ne risuona e così l'aria e i pensieri.
Senza la cicala non c'è estate. E chi vuol vivere senza estate?
Ferma sul pino la cicala canta anche quando piove. Pioggia estiva, pioggia nel pineto.
Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino...


Niente impaura la cicala. D'Annunzio ha ragione.

Anche Leonardo Sinisgalli(1908-1981) ha ragione.

Io non so cantare lo zelo
della formica immortale,
più vicino alla mia sorte
è lo stridore della cicala
che trema fino alla morte...




Per chiudere:
Tu canti, cicala, da sempre/
da sempre, ferma nel sole
il tuo dolore
.

Non c'è sempre una piccola vibrazione di dolore nei canti di amore alla vita?





5 commenti:

  1. Bella la spilla,preziosa la tua comunicativa.
    Cristiana

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  2. Scusami se vado fuori post, ma ho bisogno del tuo aiuto per diffondere un importante iniziativa. Appena puoi passa da me. Ti ringrazio!

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  3. Bellissimo post.

    E' un canto, quello delle cicale?
    A me sembra un suono: non un rumore, ma non un canto. E' un suono molto più vasto delle piccole cicale che ne sono ripetitrici. Dove lo hanno imparato quel suono di cosmo, di moltitudine accerchiante che danza? Non ci sento dolore. Non c'è spazio per il dolore in quel suono: c'è spazio solo per l'amore e la guerra.

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  4. Ma tu ci vai sempre a cantare, vero?

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  5. Che gran piacere leggerti e guardare il video!
    io vivo nelle colline toscane,
    e il suono delle cicale accompagna tutta la mia tranquilla estate.
    Ciao:-)
    Lucio

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