venerdì 31 luglio 2009

Signori in carrozza! Si parte!|

Care amiche e cari amici, anche io parto per la mia vacanza. Ma, com'è tradizione di questo blog, ho preparato anticipatamente dei post per i giorni di assenza. Se Blogger farà il suo dovere dovrebbero comparire regolarmente su queste pagine. Altrimenti ve li proporrò al mio ritorno (non si butta niente...).
Auguro un buon mese di agosto a tutti e vado a fare la valigia.
a presto, marina


giovedì 30 luglio 2009

vizi capitali/sei/accidia

In questo periodo sono molto, molto accidiosa. Talmente accidiosa che riesco persino a compiacermi di esserlo.

Ho conosciuto un ragazzo, in tempi lontani, che sull’accidia aveva qualcosa da dire. In quei tempi la condanna sociale per gli accidiosi era terribile: erano gli anni in cui si ricostruiva il paese e di tutti e sette i vizi capitali l'accidia era considerata la più grave. Io stessa ero contagiata da quella smania "agendi". Sicché voglio riparare al mio torto di sottovalutazione della saggezza di quel ragazzo. Lo farò riportando una sua piccola massima. Potrebbe riconoscersi e negare. Ma io la conservo, scritta di suo pugno.

Non fare oggi quello che domani, UN ALTRO, potrebbe fare al posto tuo.

Immagino che in seguito nella vita-o inseguito dalla vita?-il soggetto in questione abbia poi, come tutti noi, collaborato allo sviluppo della nostra società. Mettendo da parte, volente o nolente, la sua accidia, o meglio la flemma ironica che lo contraddistingueva. Probabilmente non ha ancora cessato di collaborare. Il che, ove fosse, dimostrerebbe che non sempre la saggezza si acquista con il tempo. C’è chi nasce saggio e la saggezza se la perde per strada.
E adesso mi riposo.


mercoledì 29 luglio 2009

grazie!


Grazie a Paola dei gatti che mi ha ammessa nel club delle gattare del suo blog, attribuendomi questo premio fedeltà.

Come le ho già anticipato io mi riconosco nella donna vestita di blu, perché il blu "sfina".

Comunque il vero premio sono i racconti gatteschi e animaleschi in genere che Paola ci offre sul suo blog. Grazie!

giù il cappello!




Sono molto contenta della mattinata di ieri. L'ho passata con Anna, a guardarla e ad ascoltarla. Due cappuccini, due cornetti e tre ore di amicizia. Poi ha dovuto rispondere ad una telefonata e mentre la guardavo e l'ascoltavo parlare in inglese con una sua vecchia cliente ho pensato che dovevate vederla e le ho scattato una foto.
Ecco, questa donna che vedete, bella, linda, ferma e fiorente è una sopravvissuta del terribile terremoto de l'Aquila. Tecnicamente cioè è una "terremotata". Ha perso tutto, tranne la sua vita e quella dei suoi affetti più vicini. Non ha nessun atteggiamento vittimistico, né, al contrario, spavaldo o di fuga dalla realtà, ma parla di futuro e sia pure con estrema cautela ne programma uno. Ha coraggio, dignità, ironia, forza, intelligenza. E concretezza. E una grande sensibilità, di cui la ringrazio. Insomma, "terremotata" sì, ma donna. E che donna! Mi sento onorata di conoscerla e di esserle amica. E voglio scriverlo qui.

martedì 28 luglio 2009

ricordando Merce Cunningham




Merce Cunningham è morto ieri a 90 anni.
Adesso starà creando coreografie con le nuvole...

lunedì 27 luglio 2009

al frantoio della memoria


August Strindberg

"Oh, ci fossero davvero il Lete, il filtro della dimenticanza e la droga del sonno, per il viaggiatore stanco! Così sospira il figlio dell'uomo, stupidamente. Ma la legge della vita esige la memoria; poiché tutto ciò che hai vissuto, grande o piccolo, buono o cattivo, venga versato nel frantoio della memoria, e macinato, macinato, mentre le loppe grige e le mondiglie vengono setacciate e soffiate via dal ventilatore, finché resta la soffice farina, che viene impastata a pane bianco di vita per l'eternità."



loppa o lolla: involucro dei granelli dei cereali
mondiglia: l'insieme dei corpi estranei mescolati ai semi di piante coltivate

domenica 26 luglio 2009

al peso


Misurare sul bilancino le proprie energie.
Fatto: 3 mg.
Impiegare mg. 1,75 per la manutenzione ordinaria della propria vita.
Destinare 0,50 mg. per scopi altri: esempio un blog.
Accantonare mg.0,75 per varie ed eventuali, leggi imprevisti, e stare all'erta.

sabato 25 luglio 2009

anniversari/25 luglio 1943

intolleranze lessicali

Trattativa Stato -Mafia. Plenipotenziari, messaggeri, diplomatici. Tavoli di trattative. Contropartite. Ma nessun testo scritto per gli archivi.
Ci raccontano questa storia sui giornali e sugli schermi televisivi. E' storia antica, storia che si ripete.
Compare spesso l'espressione "pezzi deviati dello Stato". Quell'aggettivo ipocrita "deviato" io non lo sopporto più. Dicano pezzi dello Stato, se proprio non vogliono dire Lo Stato.
Servizi deviati. Magistratura deviata. Polizia deviata. Carabinieri deviati. Siamo lo Stato più deviato al mondo. Non vi fa venire il sospetto che in realtà il nostro Stato sia proprio come lo vogliamo, che esso non devii affatto ma avanzi, dritto come una spada, nella direzione che questo popolo, nelle sue infinite complicità, vuole per lui?
E che i veri deviati fossero i Falcone, i Borsellino, i Pio La Torre?

Quando nella lingua passa come lessico comune una menzogna vuol dire che è già passata nei fatti.

venerdì 24 luglio 2009

benzina

Tra le tante funzioni che l'ansia può svolgere ce n'è una davvero singolare e tendenzialmente molto utile: quella di carburante.
Delle volte l'ansia mattutina è come un'iniezione di benzina che ti costringe a buttarti fuori di casa e ad avventurarti a grandi passi sulle strade cittadine.
I responsabili della nostra politica energetica dovrebbero tenerne conto.

giovedì 23 luglio 2009

aiutamese tra de noi


La crisi è protagonista anche al mercatino di via Sannio, versione minimalista di Porta Portese. Qui i grandi del mercato dell'usato, i napoletani, non ci sono. Ma moltissimi marocchini, bengalesi, senegalesi tengono d'occhio il banco mentre i titolari chiacchierano fra di loro.
Colgo al volo uno scambio di battute tra i due titolari di uno dei primi banchi :
Uno: -Qui bisogna scenne, se no nun se venne gnente
l'altro:- aspettamo n'antro po'
-ma nun lo vedi che passeno e vanno avanti! cambia quer cartello e ddai!
L'altro alza le spalle e passa a gridare: -tutto a due euro, donne, stamattina me so impazzito

I banchi di capi nuovi, jeans, magliette, borse, scarpe, bigiotteria, pantaloni militari, vestitini estivi, pareo, cappelli di paglia, due pezzi ecc. sono deserti.
E' una piacevole sorpresa: in genere per attaversare la zona del nuovo e arrivare all'usato bisogna farsi strada tra corpi accalcati.

Arrivata all'usato, la mia meta, scopro che solo lì c'è animazione intorno ai banchi.
Il grido classico si alza intorno a noi: smucinate donne smucinate!
Sarebbe a dire mandate tutto all'aria, cercate, frugate come vi pare...
L'odore è quello solito: disinfettante, polvere e l'odore della gente.
Anche i richiami dei venditori sono gli stessi.
-Un pezzo tre euro due pezzi cinque
-chi cerca trova da me trovate pure marito
-fateve belle co due euro! strilla un altro -

Ma me ne arriva uno nuovo: donne aiutamose tra dde noi che silvio nun v'aiuta!
Io aiuto voi, voi aiutate me! Tutto a un euro!

Io procedo con metodo, banco dopo banco, secondo una tecnica semiprofessionale, appresa in trent'annni di visite a tutti i mercati dell'usato del centro Italia. Dopo un primo rapido giro vedo che i banchi vanno da tutto a 50 centesimi ad un massimo di 4 euro; ma per la prima volta, noto un banco dove tutto è a 25 centesimi: sono reggiseni e mutande da uomo, donna e bambino.

Ad un banco che conosco bene chiedo dove sono i vestiti in cotone, anni sessanta, che ha sempre avuto.
-Quest'anno nun ce li metto, dice. Nun me conviene. Co 'sta crisi li dovrei dà a due euro.
Il vicino di banco gli obietta: -perché er deposito nun te costa? e apri quer fagotto!
-Me ne tira fuori qualcuno? gli chiedo, anche a 5, 6 euro.
Ma l'uomo è irremovibile e per sottolineare la sua posizione comincia a gridare
-nun date retta a silvio donne: la crisi c'è!

Silvio è molto citato a via Sannio. E' la prima volta in tanti anni che il nome del capo del governo viene usato come slogan. Chi di spada ferisce di spada perisce, penso.

-Donne imparateve a cucì che è finita la pacchia, grida il titolare di un banco di pezze varie, avanzi di tessuti per tovaglie e lenzuola, rotoli di fodere...

In effetti c'è poca merce e più scadente del solito. Persino il banco delle "grandi firme", capi usati tutti di marca, è sguarnito.

Il mercatino è deludente. Comunque riesco a scovare un vestitino in puro lino color albicocca per mia figlia. Scopro rimestando che c'è anche la giacchetta uguale. Ha le spalline imbottite ma le eliminerò. Mi batto per far considerare il due pezzi un capo unico e pagare il tutto 5 euro. Arriviamo ad un compromesso e con sette euro me li porto via. Addosso a mia figlia sembrerà appena uscito da una sartoria e sofisticatissimo. Quella ragazza mi dà sempre grandi soddisfazioni.

Gironzolo ancora un po' : scorgo un costume da bagno intero anni quaranta praticamente identico ad uno di mia madre. Spulcio il banco dei vestiti "tirolesi" e quello del "bianco", camicette, camicioni, lenzuola e federe ricamate.
Alla fine vengo via avendo speso in tutto 11 euro e portandomi a casa il completino per mia figlia e due camicie da notte in cotone per me.
A casa laverò il tutto-doppio lavaggio- detersivo più disinfettante.
Chiudo la spedizione mentre dai banchi del nuovo i venditori si sgolano: Fermateve donne! La moda è qui!

mercoledì 22 luglio 2009

5 libri per l'estate



Accolgo molto volentieri l'invito di Tereza a partecipare alla iniziativa di Sogno: 5 libri per l'estate.
Ecco i due che mi propongo di leggere:
Eugenio Borgna: Le emozioni ferite
Feltrinelli
Lo psichiatra Eugenio Borgna ha un tocco speciale e un linguaggio specialissimo per parlare di psicopatologie: questo è il suo ultimo lavoro. Anche quando non mi trovo d'accordo con le sue opinioni esco dai suoi libri arricchita.




Mark Twain: Le avventure di Huckleberry Finn
Feltrinelli
Uno dei capolavori assoluti della letteratura americana. Non lo leggo da quando insegnavo e ricordo ancora i paesaggi del Mississipi, l'umorismo, la scrittura magistrale e lui, l'irresistibile Huck, il più ribelle degli adolescenti della letteratura mondiale. Tutti i miei alunni lo amavano.

Ecco invece i tre libri che consiglio:

Federico De Roberto: I Viceré
Mondadori
Non vi fate impressionare dalla tradizione scolastica. E' un libro feroce, che smaschera tutte le ipocrisie della nobiltà siciliana a cavallo tra Borboni e Savoia. E' una grande saga familiare e un affresco storico di grande vivezza. Personaggi e ambienti indimenticabili.




André Aciman: Ultima notte ad Alessandria
Guanda
Tutto un mondo, cosmopolita, vivace, colorato riaffiora dai ricordi dell'autore che ricostruisce la vita nella città di Alessandria fino a quando Nasser espulse gli ebrei dall'Egitto.
Umorismo, personaggi eccentrici, la Storia, con la S maiuscola, vista attraverso gli occhi della quotidianeità.




Michael Zadoorian: In viaggio contromano
Marcos y Marcos
Ella e John, 160 anni, un cancro e un Alzheimer in due, partono sul loro camper per l'ultima avventura della loro vita e attraversano gli Stati Uniti, armati di testardaggine, amore e umorismo.



martedì 21 luglio 2009

distrazioni lunari

L'Artemide di Efeso


A dire il vero, quando ho cominciato a scrivere di Palazzo Altemps, il pensiero che volevo comunicare era un altro. Non che la dimenticanza della macchina fotografica non mi avesse davvero irritata, o le gambe superbe del Pugilatore non fossero davvero degne di un servizio fotografico tutto per loro, ma, come ogni volta che mi trovo davanti alle statue degli antichi dei, gli dei "falsi e bugiardi" del nostro padre Dante, il mio pensiero si era rivolto alla felice coabitazione di tutte quelle creature divine; ognuna con il suo campo di intervento, ognuna con i suoi simboli che la rendono immediatamente riconoscibile, ognuna con i suoi doni e i suoi poteri, ognuna con i suoi tanti e diversi nomi secondo il paese che l'aveva adottata. Dei da esportazione. O da importazione. Dei da scegliere nel grande pantheon della immaginazione e del bisogno umano. Dei per ognuna delle situazioni in cui la vita ci stringe. Ci stringe oggi come stringeva le creature umane di allora.
Tanti dei. Quando il germe del monoteismo non aveva attecchito e non era iniziata la faida dell' Unico Dio: Il mio! No, il mio! Invece no, il mio!
Eccoli là, invece: vari e multiformi, che si offrivano alla paura e alla solitudine umana senza scavare solchi di odio tra i popoli.
Non c'è giorno in cui indù e mussulmani, cristiani ed ebrei, in diverse combinazioni di ostilità, non si affrontino cruentemente. Con parole ed atti. E là dove la divinità non è la causa è però il cemento dell'odio. Davvero il monoteismo rappresenta un passo in avanti nel cammino dell'umanità? Io me ne sto alla mia personale eresia: niente nella storia delle religioni monoteistiche consente di crederlo.

Era questo che volevo scrivere questa notte. Poi mi sono fatta distrarre dalle immagini dei primi passi umani sulla luna e ho chiuso lì.
Ricordo perfettamente quella notte. Allora insegnavo a Bellegra ed ero in piedi il mattino alle 5. Così mi addormentai giusto poco prima dell'allunaggio. E' per questo che per me la luna continua ad apparire remota e inattingibile?




La Diana di Versailles

passeggiate romane


Il Museo Nazionale Romano è distribuito nella città. I suoi depositi, nelle diverse sedi, sono talmente pieni di opere che dovrebbe allargarsi ancora e distribuirsi in altri palazzi della città.
Io ho scoperto che posso visitarlo gratuitamente e rivisitarlo ancora, quante volte mi pare senza pagare i dieci euro di ingresso, perché ho 65 anni compiuti!
L'altra mattina ho passato un paio di ore assolutamente felici nella sede di Palazzo Altemps.
Erano almeno cinque anni che non vi mettevo piede. La sistemazione è stata rivista, nuove sale sono state allestite, la libreria si è arricchita. La bellezza delle opere invece è rimasta se stessa, cioè insuperabile. Ogni volta mi chiedo se gli scultori di oggi saprebbero ancora realizzare capolavori assoluti come le grandi sculture greche e romane o se quell'arte si sia ormai persa.
Mi ero portata la macchina fotografica ma nell'impazienza di entrare l'ho lasciata insieme alla borsa nel guardaroba.
La foto del Pugilatore in riposo (scultura greca, I sec. A.C. scuola di Lisippo) quindi viene dalla rete ma alla mia prossima visita lo fotografo io. Non valgo niente come fotografa ma so quando un paio di gambe maschili meritano un primo piano!

lunedì 20 luglio 2009

segnalazione/ LETTERA MINISTRO ALFANO

COPIO E INCOLLO DAL BLOG DE L'INCARCERATO COME SEMPRE GENEROSAMENTE ATTIVO.


"Lettera al Ministro Alfano per il carcere di Sollicciano(Firenze)
Adorabili teste di capra, è ora di attivarsi e passare alla seconda fase della battaglia. Non possiamo non far finta di nulla dopo che abbiamo parlato delle atrocità che avvengono nel carcere di Sollicciano. Vi invito ad inviare questa e mail al Ministro Della Giustizia Alfano per sollecitare un ispezione urgente, e vorrei che diffondiate questa iniziativa sui vostri blog, sui vari siti, che ne parliate con amici, parenti e conoscenti.

Insomma facciamo in modo che la politica si renda conto che c'è una gran parte della società civile che non ci sta alla violenza dentro le carceri e dove si muore anche. Come è accaduto a Niki.

Il carcere di Sollicciano deve essere immediatamente ispezionato, prima che ci riscappino altri morti.

Fate copia-incolla di questa lettera e inviatela
qua: clicca sopra."

TESTO DELLA LETTERA

Oggetto: ISPEZIONE CARCERE DI SOLLICCIANO –FI-

Al Ministro della Giustizia
On. Angelino Alfano

E per conoscenza

Onorevole Ministro della Salute, del lavoro e delle politiche sociali, Onorevole Ministro dell'ambiente e della tutela del Territorio, Onorevole Ministro Delle Pari Opportunità.


Onorevole Ministro Angelino Alfano,

chi le scrive è un cittadino italiano che non può rimanere inerme di fronte alle notizie allarmanti diffuse sulla Casa Circondariale di Sollicciano (Firenze).

Nell’arco di poco più di un mese sono morti piu’ di tre detenuti, ma questi che Le elenco sono “da accertare”:

24/04/2009 IHSSANE FAKHEDINE DI ANNI 30 CAUSA “DA ACCERTARE” 11/06/2009 ANNA NUVOLONI DI ANNI 40 CAUSA “DA ACCERTARE” 07/07/2009 DETENUTA DI PISA DI 27 ANNI CAUSA “DA ACCERTARE”



A queste terrificanti notizie mi preme aggiungere e sottolineare il caso di Niki Aprile Gatti , morto il 24 giugno 2008 sempre nel carcere di Sollicciano in circostanze sospette e tutte da chiarire.

Niki Aprile Gatti era incensurato ed era in CUSTODIA CAUTELARE!

La madre Gemini Ornella, nel tentativo di fare chiarezza, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(pregandolo di attenzionare Lei), è aperto presso il Tribunale di Firenze un procedimento di opposizione all'Archiviazione per “suicidio” ed inoltre è stata inoltrata un’ Interrogazione Parlamentare, i cui dati vengono di seguito riportati.

Seduta di annuncio:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01301

Dati di presentazione dell'atto Legislatura:
Seduta di annuncio N.162 del 20/04/2009
Firmatari
Primo firmatario:

CONCIA ANNAPAOLA
Gruppo:PARTITO DEMOCRATICO
Datafirma: 20/04/2009
Commissione assegnataria: IICOMMISSIONE(GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 20/04/2009
Stato iter:
IN CORSO


Si può tacere di fronte alla morte di un ragazzo? Si può tacere davanti a morti classificate “da accertare”?


Onorevole Ministro,

nessuno ha risposto! Anche Lei non ha risposto all’interrogazione Parlamentare! Le Istituzioni tacciono … e il silenzio,a distanza di un anno,comincia ad essere eloquente!

Le chiedo formalmente di ricercare le responsabilità e chiarire le tante incongruenze divenute dolorose per famiglie che attendono la Verità!

La situazione di Sollicciano ,oltre all’anomalia delle morti da accertare, le quali si ripetono ciclicamente, è grave anche per la capienza tollerata, perché è stata abbondantemente superata, costringendo i ristretti a condizioni di vita in cui i diritti umani fondamentali vengono ignorati.
Al sovraffollamento si accompagnano altre carenze che non sono degne di un Paese civile. (ricordiamo la frase di K. Popper “Il grado di civilta' di un Paese si misura dalle condizioni delle sue carceri” )

Ritengo,pertanto, necessario dover sottoporre nuovamente e con rinnovata urgenza, alla Sua attenzione, il caso di questo giovane Niki Aprile Gatti (è ormai trascorso piu’ di un anno per la sua famiglia…),augurandomi che Lei voglia prendere in considerazione con la tempestività che indubbiamente merita, questa incresciosa situazione.

A seguito di queste considerazioni, che sono certo da Lei condivise, Le chiedo quindi di intraprendere con urgenza tutte le iniziative necessarie affinché il nostro paese possa così colmare il ritardo che lo sta caratterizzando nell’accertamento della verità e nell’applicazione della giustizia.

Le chiedo di intervenire innanzitutto a tutela della garanzia dei “diritti delle persone” che si trovano nelle nostre carceri, ed in particolare date le estreme condizioni in cui verte, Sollicciano, del personale che vi opera, e per sollecitare azioni efficaci rispetto alle tante criticità presenti. In riferimento alle notizie sul carcere di Sollicciano, Le chiedo, con urgenza, una specifica ispezione per verificare le condizioni dei detenuti che, solo per il fatto di essere ristretti,non cessano di essere prima di tutto “esseri umani” e in quanto tali portatori di diritti umani!

Compito di questa Ispezione che Le chiedo, non è avvalorare o smentire una tesi, ma stabilire la Verità.

Voglio ricordare quello che disse l’Onorevole Sandro Pertini, che in galera passò lunghi anni:

-“ Ricordatevi quando avete a che fare con un detenuto, che molte volte avete davanti una persona migliore di quanto non lo siete voi.”

Confidando nell’accoglimento di questa mia richiesta, resto in attesa di un Suo cortese riscontro.

Con deferenti cordiali saluti e ossequi.

(nome e cognome)




canta, cicala



Questa è una spilla: argento e madreperla. Rappresenta una cicala. Appena l'ho vista - Parigi, rue Bonaparte - ho capito di averne assolutamente bisogno. (Del necessario, si sa, si può fare a meno, ma il superfluo è imprescindibile.) Appuntata sul bavero di una giacca, un po' in alto, vicino al collo, può quasi suggerire all'orecchio il frinire disteso di una cicala vera. A me piace accogliere suggestioni. E l'inverno è così lungo che solo una cicala ce ne può consolare.

Le cicale sono creature preziose. No, non l'ho letto in nessun trattato. Lo penso io. Sono preziose perché cantano.
Cantano entrambi, maschio e femmina. Friniscono si dice. Lui la invita con intense vibrazioni delle elitre; lei risponde con uno schiocco delle ali, complice ma più discreto. Si trovano così. E il loro desiderio riempie l'aria. Né dissipazione, né sventatezza, dunque: custodia della specie, cioè custodia della vita.
Esopo non ha capito nulla della cicala.
Né La Fontaine dopo di lui.

Ma Platone, giustamente, le chiamò "musicali".


Io amo da sempre le cicale. Nessuna tradizione favolistica mi ha mai convinta a considerarle neghittose o a detestarne il canto.
Il canto della cicala libera nell'aria un appello a perpetuare la vita. E' un canto ipnotico ma eccitante insieme. Invita a reclinare il capo sul tavolo, addormentandosi dopo l'ultimo bicchiere di vino del pasto, ma anche a vibrare d'attesa. E' un suono che entra nel corpo e il corpo intero ne risuona e così l'aria e i pensieri.
Senza la cicala non c'è estate. E chi vuol vivere senza estate?
Ferma sul pino la cicala canta anche quando piove. Pioggia estiva, pioggia nel pineto.
Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino...


Niente impaura la cicala. D'Annunzio ha ragione.

Anche Leonardo Sinisgalli(1908-1981) ha ragione.

Io non so cantare lo zelo
della formica immortale,
più vicino alla mia sorte
è lo stridore della cicala
che trema fino alla morte...




Per chiudere:
Tu canti, cicala, da sempre/
da sempre, ferma nel sole
il tuo dolore
.

Non c'è sempre una piccola vibrazione di dolore nei canti di amore alla vita?





domenica 19 luglio 2009

pensierino

Il più insondabile dei misteri
è là
dove punta l’orecchio del gatto.






La mia meravigliosa, indimenticabile Gatta Penelope.

sabato 18 luglio 2009

parlano di me/ due



Per molti giorni, per molte miglia,
con molte spese, per molti paesi,
sono andato a vedere i monti,
sono andato a vedere il mare.
Ma a due passi da casa,
quando ho aperto gli occhi,
non ho visto
una goccia di rugiada
sopra una spiga di grano.


da: Sfulingo di Rabindranath Tagore

Da molti anni non viaggio più e vivo questa impossibilità come una mutilazione.
Ma ho anche imparato a vedere di più e meglio "a due passi da casa".

venerdì 17 luglio 2009

venerdì 17: post leggero

Non so come, né perché, ma c'è chi si preoccupa della mia vita sentimentale.


Ho ricevuto infatti, al mio indirizzo privato, un sollecito e affettuoso invito da "Parship.it, Servizio leader in Europa per chi cerca relazioni serie e durature."

"Prova subito!" -mi esorta- "e sorprenditi!
L'amore, quello Vero, ti sta aspettando!"

Vorrei fargli notare che ha aspettato un po' troppo per palesarsi, ma si può dire no all'Amore Vero? Io non me la sento. Così decido di stare al gioco.

In più questa è un'offerta speciale, GRATIS per tre giorni.
Non debbo far altro che riempire un test psicologico "serio ed affidabile" e loro mi indirizzeranno verso soggetti con una vera affinità di coppia con me.

Perciò procedo: sono curiosa di incontrare questo "Amore Vero" e clicco decisamente sul CLICCA QUI.

Ma, delusione, il link non mi porta da nessuna parte.
Cosa dedurne?
Che non esistono soggetti con una vera affinità con la sottoscritta?
Che improvvisamente un folletto telematico si è accorto che non sono una giovane donna? Che il destino mi condanna ad un' eterna privazione affettiva?

Clicco e riclicco, sempre più offesa. E finalmente appare una piccola scritta che mi informa che "l'URL is not syntatically correct."
Coosa? Mi privano del VERO AMORE DELLA MIA VITA, per una questione di sintassi?
Eh, no! Non ci sto!
Mi cerco l'indirizzo corretto su Google e vado a vedere.
La foto di una giovane coppia, le teste teneramente accostate, mi accoglie sulla home page. E sotto c'è scritto: Stravagante & Realista.
Li guardo, cercando di capire chi dei due sia lo/la stravagante e chi il/la realista.
Dalla foto non si evince. La loro affinità invece salta agli occhi: lui ha la faccia attonita di uno sgombro e lei il sorriso vacuo di una spigola.
Sono così stereotipati che mi sento imbarazzata per loro.
Così li lascio al loro destino: d'accordo, si ameranno tutta la vita di Vero Amore ma patiranno una noia mortale, mentre la sottoscritta, benché deprivata del Vero Amore, invecchierà senza aver conosciuto la noia.
Di questa faccenda della noia dovrò scrivere, prima o poi.

giovedì 16 luglio 2009

il potere della parola

Bastano due parole a trasformare la realtà. Posso provarlo.

Mi piacerebbe poter scrivere al computer standomene all'aria, sul terrazzo. Ma in questa stagione, già dall'alba e fino a sera, la luce è troppa: lo schermo ne è allagato e non si riesce a leggervi niente. Neanche stando all'ombra, sotto l'incannucciata.
Così ho accroccato un riparo di fortuna. Ho preso un telo di cotone -forse viene dal Marocco forse dalla Turchia, non ricordo- in un bellissimo colore marrone spento con dei disegni geometrici in bruno- ne ho annodati i quattro angoli con dello spago e l'ho appeso ai pali di sostegno dell'incannucciata, come un soffitto mobile e un ulteriore schermo alla luce del sole. Insomma, mi sono fatta un tendalino e, mentre si gonfia e sbatte per gli improvvisi refoli di vento caldo, improvvisamente mi sento a bordo di un gozzo e salpo con i miei pensieri e le mie parole.
Quando poi l'irrigatore automatico scatta mi sembra quasi di sentire il profumo dell'acqua di mare...
Scritto a bordo.




Osservazione laterale.
Che le parole hanno uno straordinario potere viene universalmente riconosciuto. Per questo è tanto più sorprendente la leggerezza con cui noi umani usiamo della facoltà del linguaggio. Ci sarebbe da tremare ogni volta prima di aprire bocca...

mercoledì 15 luglio 2009

la bellezza

La bellezza talvolta è l'ultimo rifugio. E ne andiamo in cerca come mendicanti. La bellezza, dice Ceronettti, ma cito a memoria, "rende pensabile il mondo". Per me è così. Quando il mondo mi sembra pervaso da un eccesso di orrore - capita di non sapere più dove guardare - io cerco un punto dove posare lo sguardo e su quello mi concentro. Gli anni che stiamo attraversando offrono spesso un'immagine mostruosa del mondo e sembrano fatti per toglierci la speranza nel cambiamento. Naturalmente possiamo considerare l'ottimismo come un dovere e spingere il nostro sguardo verso quel lido lontano che una volta si chiamava progresso.
Faccio anche questo. Ma con sempre maggiore fatica. E poca garanzia di risultati. La bellezza invece non fallisce mai.
Qualche verso, un quadro, una pianta, una pagina, un brano musicale rendono pensabile il mondo e la nostra specie. Brevemente ma infallibilmente.



Oggi vi propongo questo Rothko visto lo scorso anno al Palazzo delle Esposizioni. Mi dispiace che non esista nessun modo per ricreare la sensazione che si aveva stando immersi letteralmente tra quattro pareti con quattro enormi tele. Era la camera della bellezza, senza ragionamenti o concetti. Si poteva girare su se stessi ed essere accolti a nord a sud a est e a ovest dalla stessa emozione.

Prima di leggere il giornale immergersi nella visione di un Rothko. E, dopo, guardarlo ancora a lungo. La bellezza è l'unico antidoto possibile.

martedì 14 luglio 2009

mariateresa docet

"Passi la vita a preoccuparti di quel che penserà la gente, quando, in realtà, gli altri perlopiù non pensano niente. Nelle rare occasioni in cui accade, è vero, di solito è qualcosa di brutto, ma almeno bisogna apprezzare che abbiano fatto lo sforzo di pensare."

Michael Zadoorian: In viaggio contromano- The Leisure Seeker
Marcos y Marcos (VALE LA PENA LEGGERLO)

L'osservazione di Zadoorian si può integrare. Gli altri non pensano niente di noi perché il loro esclusivo oggetto di interesse sono loro stessi. Lì sì che si profondono in analisi e spiegazioni, ipotesi e giustificazioni. Quanto a quello che pensano di noi, quando ci pensano, si può riassumere così: "Non mi piace".
Per cui è inutile star lì a macerarci e a sentirci osservati.

E, un'altra cosa: Quando ci torturiamo, ipotesi dietro ipotesi, su un comportamento altrui nei nostri confronti dovremmo ricordarci che spesso la spiegazione è la più banale, quotidiana, casuale e prosastica del mondo.
Me lo ha ricordato Mariateresa, che vi segnalo come la più grande intelligenza del pianeta.

In realtà per lo più viviamo tutti ad un grado zero. Anche se non siamo disposti ad ammetterlo. Naturalmente anche noi siamo "gli altri".

parlano di me/uno

Inauguro una nuova tag: "parlano di me" con la quale indicherò brani di testi nei quali trovo descritto qualche tratto che mi appartiene, positivo o negativo che sia, qualche idiosincrasia, qualche tic.

Comincio da questo:
"L'amico scomparso: Fawzi scompare per sei mesi, un anno o addirittura due, poi, un giorno, ricompare, magari telefonando, oppure scrivendo, sempre con la stessa foga. In principio uno rimane un po' sbalestrato. Non sai mai bene che atteggiamento assumere nei suoi confronti.
Una volta sparito, non risponde più ai richiami.
Allora bisogna lasciargli attraversare il suo deserto; si sa che un giorno lo si ritroverà, sempre uguale, dinamico e fraterno.
Questo tipo di amici, ho capito che non bisogna confonderli, né insistere, né fare loro dei rimproveri. L'amicizia, se riposa su solide basi, può permettersi di accettare parentesi di quel genere che non significano affatto l'oblio o il rifiuto: esse sono di pertinenza esclusiva della persona che ne sente il bisogno."


Tahar Ben Jelloun "L'amicizia e l'ombra del tradimento"- Einaudi

Che dire di un amico così? Tutto il male che si vuole, naturalmente. E liberamente: un amico così, tanta libertà si prende quanta ne lascia.

lunedì 13 luglio 2009

la giostra


L'alba si è annunciata con l'allarme. Ben tre ambulanze, in rapida successione, sono passate sotto casa precipitandosi verso qualche luogo di dolore umano. Hanno risvegliato i ricordi di quegli anni in cui subito ci si diceva: hanno sparato. Svanito il suono ho aperto le due finestre e ho fatto entrare quelli rassicuranti degli uccelli. L'aria fresca fa dondolare una piccola giostra africana; io la chiamo così ma non so esattamente di che cosa si tratti. Figurine di fil di ferro rivestite di paglia colorata. Girano, girano senza raggiungersi mai. Quello che confonde in una giostra è che non sai chi è primo e chi è ultimo. Sembra una buona cosa, ma non lo è. La penserebbe così Goffredo Fofi di cui ho appena terminato "La vocazione minoritaria, edito da Laterza.

Di vocazione minoritaria nessuno può parlare in Italia come Fofi che ne ha fatto il suo stile e il suo destino. Consapevolmente e criticamente.
Il libro sostiene la necessità di "minoranze etiche", capaci di dire semplici ma concreti no all'assetto del mondo. E' molto interessante.
In apertura Fofi così descrive la società italiana di oggi.

"Una delle astuzie della società attuale, almeno in Italia, è di aver convinto i poveri ad amare i ricchi, a idolatrare la ricchezza e la volgarità. In passato solitamente i poveri non amavano i ricchi: li si convinceva, anche con la forza, a sopportare la loro condizione, si tollerava anche che peccassero di invidia, al più li si spaventava con la prospettiva delle pene dell'inferno. Negli anni '80, negli anni di Craxi, è esplosa invece una cosa del tutto nuova: la tendenza a negare le differenze tra ricchi e non ricchi, a far sì che i non ricchi si pensino ricchi, che amino i ricchi come maestri di vita, come modelli assoluti di cui seguire ogni esempio. Non so quanto durerà. Le crisi avviate l'autunno scorso, infatti, nonostante il diffuso rimbecillimento degli italiani, qualche cambiamento lo porteranno, perché i ricchi sono e saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Resta il fatto che in questi decenni uno degli scandali maggiori per una persona della mia generazione (e di tradizione socialista) è stato constatare questa omologazione, intesa proprio alla maniera di Pasolini: come un massimo di conformismo nei comportamenti, nelle morali, nei consumi. Io sostengo da tempo che tra la famiglia Agnelli e i "coatti" della periferia romana (come quelli raccontati da Walter Siti in Troppi paradisi), la differenza di cultura e di gusti si sia appiattita. Si somigliano da matti e la sola diversità risiede nella capacità d'acquisto e nel fatto che gli ex accattoni romani della periferia romana oggi vanno a Sharm-el-sheik, mentre gli Agnelli preferiscono isole molto protette, magari italiane. In fondo pure la loro casa di Villar Perosa è un'isola, un luogo separato da ogni preoccupazione che possa venire dall'esterno. Tanti anni fa l'ho vista da lontano: un fortino contro tutti i possibili mohicani. Naturalmente quel che spende un Agnelli in una sola giornata è incomparabilmente di più di quanto possa spendere una famiglia, anzi una tribù di famiglie, di sottoproletari acculturati a Sharm. Per consolarci, possiamo dirci che ci troviamo di fronte ad una tragedia generale, forse universale, e prendiamo atto che ovunque nel pianeta si è imposto il modello consumista americano, anche se da noi questa plebeizzazione universale (plebeizzazione del ceto medio e cetomedizzazione di tanta plebe) è un fatto relativamente nuovo, degli ultimi venti, trent'anni e quindi molto impressionante."

Mi sento di aggiungere solo che il modello è ben peggiore di quello degli Agnelli.



domenica 12 luglio 2009

paese civile?

IO VOGLIO SAPERE CHE COSA E SUCCESSO A NIKI APRILE GATTI E A MARCELLO LONZI. SONO UNA CITTADINA ITALIANA E VOGLIO SAPERE CHE COSA ACCADE NELLE CARCERI DEL MIO PAESE. E VOGLIO CHE LA GIUSTIZIA NON VOLTI LA TESTA DALL'ALTRA PARTE.
NON POTENDO FARE ALTRO DIFFONDO LE NOTIZIE.

Per informazioni sul carcere di Sollicciano leggete il post de l'incarcerato

un uomo al salnitro

C'è una telefonata che farei bene a fare ma che non so fare. La mia amica Simona mi ha detto: E se bevessi due bicchieri di vino?
No, neanche se bevessi due bicchieri di vino ce la potrei fare però, però...qualche mojito forse potrebbe sciogliermi la lingua.
Ho scoperto il mojito proprio là dove è nato a La Bodeguita del medio, la Havana, Cuba. E subito ne ho sentito tutta la meravigliosa pericolosità.
Copio la ricetta del mojito esattamente come l'ho scritta dietro il libro di poesie di Nicolas Guillen sotto dettatura del barman che me ne serviva il terzo.

"Bicchierone. rametto di menta e 1 cucchiaio zucchero di canna. un po' di acqua tonica e schiacciare- 2 cl di lime, 8 cl di rum- togliere menta e aggiungere acqua tonica a piacere. due gocce di angostura. due cubetti ghiaccio.
!farselo servire da un uomo al salnitro!"

Ho scritto proprio così e questo dimostra l'effetto che il mojito può fare.
Que viva Cuba!
Ma la telefonata non la farò.




N.B.La telefonata non ha attinenza con gli effetti del mojito, la vecchia signora non è uscita pazza!
Ma Cuba è un ricordo così bello che merita un'altra canzone. Canta il grande, grandissimo Pablo Milanès.



La soledad,
es un pájaro grande multicolor
que ya no tiene alas para volar
y a cada nuevo intento da más dolor.

La soledad,
anida en la garganta para esperar
el grito que se arranca con su cantar
cuando llegue el silencio del desamor.

La soledad,
a veces tiene ganas de acompañar
el rostro que recuerda mal,
aquel amor que nunca fue para soñar.

La soledad,
inventa la más bella aparición,
remueve los rincones del corazón,
para quedarse sola,
la soledad
Con su niñez,
su mocedad,
con su vejez,
para llorar,
para morir en soledad.

sabato 11 luglio 2009

grazie a Scipione!

Questo video l'ho trovato su Scipione e ho sentito l'assoluto bisogno di farlo girare.
Approfitto per confessare che io ho qualche foto vicino al comodino, ritagliate da giornali, che mi fanno irresistibilmente ridere e che uso come una pillola di sostegno in casi di estremo bisogno. Anzi, penso anche che le pubblicherò, prima o poi.
Buona risata a tutti!

appendice a incontri in città

Ero scontenta del modo in cui ho raccontato l'episodio del tassista. Come se ci fosse dentro qualche altra cosa che non ero riuscita a esprimere.
Ma, grazieaddio, la notte veglio e così nello spazio riflessivo del buio, ho capito di che cosa si trattava.

Non mi sono mai identificata con il tassista. Quando ha parlato della bambina portata di notte all'ospedale, io ho pensato/sentito, la bambina, la sua paura, il suo star male senza capire; e ho pensato/sentito la madre, che corre di notte con la bambina in braccio verso l'ospedale. Ma lui, l'uomo, di tutto ciò non mi ha trasmesso niente. Quello che mi ha resa impenetrabile alle sue richieste è stata la sua mancanza di emozioni nel riferire gli episodi. L'ho sentito davvero toccato -delusione e rabbia- quando ha parlato della cugina che gli ha rifiutato i soldi; ma prima, sia quando ha parlato del furto che della bambina che stava male, in lui non c'era emozione. E ricordo perfettamente che quando ho capito che parlava con la moglie ero impaziente di avere notizie della bambina e che ho provato un moto di ostilità nei suoi confronti perché non ne aveva chieste. Mi viene in mente ora che, dall'altra parte, la moglie non ne aveva date. Insomma tra il piano del discorso narrativo e quello delle emozioni necessariamente connesse c'era un solco. La grammatica delle emozioni, all'interno di una stessa cultura, è universale. Di fronte al racconto di un episodio che riguardi un altro noi ci aspettiamo l'apparire di certe emozioni. In quel caso preoccupazione, ansia, dolore, affetto. L'empatia scatta sulla base delle emozioni e non del contenuto narrativo. (Sta qui la differenza tra il cronista di nera e lo scrittore). E' vero che ci sono persone che le nascondono attentamente. Ma, anche in quei casi, nella stessa accuratezza del nascondere, noi riusciamo a leggere l'esistenza di "un qualche cosa" e ci affidiamo alla nostra grammatica delle emozioni per inferire quelle dell'altro.
Credo che il tassista, di cui non saprò mai se aveva davvero una bambina di sedici mesi ricoverata al Bambin Gesù di Palidoro, non sia riuscito a farsi dare i cinquanta o venti o dieci euro perché con lui non è scattata nessuna empatia. L'empatia avviene tra due emozioni, è un riconoscimento, e lì non c'era niente da riconoscere. I cinquanta o venti o dieci euro sono caduti nel solco tra il racconto del fatto e l'assenza di emozioni correlate.

Tutto questo detto solo per capire, non certo a giustificazione di un mancato gesto di aiuto di cui, in tutta sincerità, non mi pento.


sbagliando

E' un bel po' di tempo che vivo equivocando ed essendo equivocata. Il mio sistema di comunicazione è diventato frusto. Sempre più spesso mi capita di non capire il prossimo mio e di sentire che il prossimo mio non capisce me. Questa notte rileggendo Pastorale americana di Philip Roth ( E' la terza volta e non escludo di tornare a leggerlo)
mi si è imposto questo passo con cui mi sono trovata in grande sintonia.

“Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alle gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze di acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l’affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima di incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l’incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell’incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l’intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono tutti andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male, male e poi male, e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi. Sbagliando."

ascolti notturni: coldplay



YELLOW
COLDPLAY






Look at the stars,

Look how they shine for you,

And everything you do,

Yeah, they were all yellow.

I came along,

I wrote a song for you,

And all the things you do,

And it was called "Yellow."

So then I took my turn,

Oh what a thing to have done,

And it was all "Yellow."

Your skin Oh yeah,

your skin and bones,

Turn into something beautiful,

You know, you know I love you so, You know I love you so.

I swam across,

I jumped across for you,

Oh what a thing to do.

Cos you were all "Yellow,"

I drew a line, I drew a line for you,

Oh what a thing to do,

And it was all "Yellow."

Your skin, Oh yeah your skin and bones,

Turn into something beautiful,

And you know for you,

I'd bleed myself dry for you,

I'd bleed myself dry.

It's true, look how they shine for you,

Look how they shine for you,

Look how they shine for,

Look how they shine for you,

Look how they shine for you,

Look how they shine.

Look at the stars,

Look how they shine for you,

And all the things that you do.



YELLOW
COLDPLAY



Guarda le stelle
vedi il modo in cui brillano per te
e nonostante tutto quello che fai
esse sono sempre tutte gialle Io sono venuto ho scritto una canzone per te
e nonostante tutte le cose che fai
è sempre "giallo" e così ho seguito la mia strada
una cosa importante da fare
e nonostante tutto è sempre "giallo"

La tua pelle
la tua pelle e le tue ossa
si sono trasformate in qualcosa di meraviglioso
lo sai, lo sai che ti amo lo sai che ti amo Ho nuotato
ho superato ostacoli per te
una cosa importante da fare perchè tu sei tutta "gialla"
ho tracciato una linea
ho tracciato una linea per te una cosa importante da fare ed è sempre "giallo" La tua pelle
la tua pelle e le tue ossa
si sono trasformate in qualcosa di meraviglioso
e tu lo sai
ho donato tutto il mio sangue per te
ho donato tutto il mio sangue E' vero, guarda come brillano per te...
Guarda le stelle
vedi il modo in cui brillano per te nonostante tutto quello che fai

venerdì 10 luglio 2009

incontri in città

Sono almeno due mesi che non vado in centro-centro, mi stanca solo l'idea. Ma devo ritirare una multa al comando di Polizia presso via del Corso. La multa, come praticamente sempre, e come sospettavo, l'ha presa mio marito usando la mia cinquecento. Gli invio una benedizione e gironzolo un po' nel centro città. Mi imbatto in un negozio di nome Coppola Store dove vendono solo coppole di ogni tessuto e colore, —a quadretti, a pois, a righe, in tessuto hawaiano, nei colori del Milan o della Roma o leopardate; immagino farebbero inorridire gli amici siciliani. C'è anche un negozio che vende SOLO jeans stracciati, con toppe coperte di strass e scoloriti. Inutile chiederne uno integro, ti guardano come se stessi pretendendo una fetta del loro culo. Ma li vendono a 180 euro il paio. C'è anche un negozio che vende solo pasta tricolore: spaghetti, maccheroni, penne, fettuccine eccetera rigorosamente tricolori. E per finire ce n'è uno che vende solo grembiuli da cucina con scritte tipo "Grazie zia!" "La miglior cuoca è la mamma" e "Fatti avvelenare da..." A richiesta sul momento ci stampano il nome della propria cuoca preferita. E' incredibile quanto le merci possano imbrattare piccole strade storiche con venusti palazzi secenteschi. Decido di ritirarmi anche perché il mio piede infortunato reclama pace. Prendo un taxi. Il tassista d'emblé mi fa:
-Vuole sapere che cosa mi è successo stanotte?
Veramente no, non voglio saperlo. Io l'ho passata in bianco e della sua, confesso, al momento non me ne frega niente. Non ho lo spirito per solidarizzare con un tassinaro romano. Ma non so oppormi.
-Dunque: prima è stata molto male mia figlia di sedici mesi. 41 e mezzo di febbre. L'ho portata all'Ospedale del bambin Gesù ma lì non c'era posto e l'hanno trasferita a Palidoro sul litorale. Ci ho lasciato mia moglie e sono dovuto venire a lavorare.
Mi sento subito empaticamente accorata per la creatura e classicamente in colpa per averlo ascoltato malvolentieri. Ma osservo mentalmente che dimostra a dir poco una sessantina d'anni e ha una figlia di sedici mesi.
E lui continua: -Tornato a casa l'ho trovata svaligiata!
Cazzo, penso- quest'uomo oggi è perseguitato dalla sfortuna, qui si va a sbattere! Infatti guida come un sonnambulo. Nel partire dalla piazza ha percorso contromano la corsia degli autobus. Dimentico che ha sicuramente votato Alemanno e mi piego partecipe sulla sua catena di disgrazie.
-E per ultimo, dice, sono andato da mia cugina, che la scorrazzo sempre gratis, e gli ho chiesto un prestito per il mese, perché mi hanno rubato tutti i soldi che avevo a casa e mi ha detto di no. Dica lei, quanto gli ho chiesto?
-Non lo so, butto lì, trecento euro.
-No, fa trionfante. CINQUANTA! e lei mi ha detto no perché domani è sabato e deve mandare le ragazzine in piscina. Si rende conto?
Questo vuole cinquanta euro penso e 'sta soria è una balla.
Ma poco dopo risponde al telefono. E' la moglie che chiede soldi.
Sento che dice: -Ci so' andato sì, ma non me li ha dati! Come che faccio? Non lo so che faccio, mo quando arrivo al deposito li chiedo a un collega. E che ne so che faccio se non me li dà! Vado al ponte d'Ariccia!
Il ponte d'Ariccia è tristemente noto come ponte dei suicidi. Mi vergogno di aver sospettato di lui.
Attacca e mi fa: -Quando arriviamo le chiedo una cosa.
-Dica, che cosa? e tremo.
-No, fa, misterioso: quando arriviamo.
Comincio a rimpiangere di non essermi trascinata a piedi fino a casa. Sto sulle spine. Arrivati il tassametro segna 6 e 60. Prendo il portafoglio e tiro fuori dieci euro. Intasca e non fa nemmeno il gesto di cercare il resto.
-Allora, mi fa. Lo prende spesso il tassì?
-Una volta sì, ora non più, dico.
-Ma in un anno quante volte lo prende?
-Non lo so dico, non ne ho idea.
-Diciamo che lo prende venti volte. A sei euro a corsa fanno120 euro. Lei adesso mi paga venti corse, io le do il mio numero e per venti volte quando ha bisogno di un taxi mi chiama e non paga niente. Anche se la corsa viene di più. Le conviene e mi risolve la situazione.
E' girato fiduciosamente verso di me. Mi colpisce l'espressione di assoluta normalità con cui mi fa la sua proposta.
-A parte che non ho 120 euro con me, la ringrazio ma non mi interessa, dico decisa.
-Beh, fa lui, avrei potuto chiederle 50 euro in prestito.
-Beh, rispondo io, avrei potuto dirle di no. E apro la portiera. Nelle ultime settimane a Roma sono stati trovati tassisti alla guida ubriachi, drogati, e un buon numero di tassisti pregiudicati. A che categoria appartiene questo tipo? Ho la sensazione che prendere un taxi rappresenti ormai una incognita come chiedere un passaggio ad un automobilista qualsiasi.
-E venti? me li darebbe? insiste lui.
-Non aveva detto che li chiedeva in prestito a un collega?
-E se non me li dà?
Sta per salirmi alle labbra: -C'è sempre il ponte di Ariccia! e il mio stesso cinismo mi fa paura.
-Mi dispiace, dico, non posso aiutarla.
-Dieci? chiede.
A questo punto mi rendo conto che alla moglie non ha neanche chiesto notizie della bambina e mi sento certa che mi ha raccontato un sacco di fandonie.
-Lei ha molta fantasia dico, ma no, non glieli do. E scendo.
-Se rinasco mi faccio prete, fa lui senza scomporsi, tanto non è vero che non fottono.
Allunga un braccio e chiude lo sportello.
La città è così.

a margine

Berlusconi ha regalato ai leader del G8 il libro d'arte: "Antonio Canova. L'invenzione della bellezza". Il volume pesa 24 kg, realizzato con marmo statuario di Carrara per la copertina, carta fatta a mano, broccati di seta e fili d'oro per la rilegatura. Ogni libro è accompagnato da due cofanetti, in legno di frassino e mogano rifiniti manualmente in foglia d'oro, contenenti: un segnalibro, una lente, gli inni nazionali, 26 tavole e 77 scatti di Mimmo Jodice che illustrano l'opera di Canova. Ne sono stati realizzati dieci esempliari dalla "Fondazione Marilena Ferrari". Scopo della fondazione riscoprire, tutelare, attualizzare e diffondere i valori e i modelli del Rinascimento e con essi l'origine profonda del made in Italy. " SIC
Intanto, scusate l'ignoranza, ma CHI è 'sta Marilena Ferrari?
Comunque, alla presentazione del libro ha dichiarato:

"Sono molto orgogliosa di aver realizzato per volontà del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quest’opera d’arte che rende omaggio ai Capi di stato presenti al Summit G8 a L’Aquila. Sono molto orgogliosa perché quest’opera d’arte rappresenta la sintesi massima dell’eccellenza italiana e testimonia la continuità e la tipicità del genio creativo italiano che ha generato, nel corso dei secoli, il nostro grande patrimonio artistico e culturale e la nostra tradizione alto-artigianale. Il dono è stato reso possibile dalla generosità di tutti i maestri d’arte che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera e che hanno condiviso, con il Presidente del Consiglio e con me, come sia indispensabile, in un momento come questo, un progetto di speranza fondato sulla tensione alla bellezza e sulla concretezza del fare.”

(Piccola notazione linguistica: ..che hanno condiviso...come sia indispensabile... ORRORE PURO)

Che l'opera sia stata realizzata per espressa volontà del Presidente del Consiglio non mi meraviglia. Il libro mi sembra un perfetto emblema del suo gusto estetico. Nonché della futilità del comune sentire del mio paese.
Cerco di immaginare il libro ma non ci riesco. E' quella copertina in marmo di Carrara che blocca la mia facoltà immaginativa. Mi pare una pietra tombale. Chi ha voglia di aprire un libro la cui copertina è di marmo? Personalmente ho più voglia di tirarlo addosso a qualcuno. A molti qualcuno.

giovedì 9 luglio 2009

dire no

BERLUSCONI: UMBERTO ECO, PROBLEMA NON E' PREMIER MA ITALIANI
STANNO ACCETTANDO ANCHE MORDACCHIA A INFORMAZIONE
(ANSA) - ROMA, 9 LUG - ''E' inutile prendersela con Berlusconi che fa, per cosi' dire, il proprio mestiere. E' la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente - se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio -
la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa''. Lo dice Umberto Eco nel primo piano che L'Espresso, in edicola
domani, dedica al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi 'Nemico della stampa'. ''La stessa nazione - spiega Eco - accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicita', che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa - che sara'pero' ben presto superata perche' e' da quel di' che gliitaliani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe''.
Allora, si chiede Eco, ''perche' dedicare a questi allarmi un numero de 'L'espresso' se sappiamo che esso arrivera' a chi di
questi rischi della democrazia e' gia' convinto, ma non sara'letto da chi e' disposto ad accettarli purche' non gli manchi la
sua quota di Grande Fratello - e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perche' una
informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure? Gia', perche' farlo?''. ''Il perche' - dice - e' molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedelta' al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all'epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe. Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell' antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Pero' quei12 che hanno detto di no hanno salvato l'onore dell'Universita' e in definitiva l'onore del Paese''.
''Ecco perche' - sottolinea Eco - bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servira' a niente.
Almeno che un giorno si possa dire che lo si e' detto''. Eco non nasconde di provare ''una certa esitazione, frammista
a scetticismo, a intervenire, su invito della redazione, in difesa della liberta' di stampa'' perche' questo ''vuole dire
che la societa', e con essa gran parte della stampa, e' gia' malata. Nelle democrazie che definiremo ''robuste'' non c'e'
bisogno di difendere la liberta' di stampa, perche' a nessuno viene in mente di limitarla''.(ANSA).


Approfitto per segnalare un bel libro sui 12 professori che dissero NO al fascismo

GIORGIO BOATTI : Preferirei di no. Le storie dei dodici professori che si opposero a Mussolini
Einaudi - 2001

dilemma

Quando scrivevo avevo 81 lettori fissi. Ora che non scrivo sono diventati 88.
La faccenda è inquietante e poco lusinghiera. Mi ricorda Moretti: "Mi si nota di più se non vengo o se vengo e sto in disparte?"

mercoledì 8 luglio 2009

passaggio con poesia



Sono solo di passaggio tra un picco adrenalinico e una piccola frana umorale. E passo con una poesia perché ho appena scoperto come poeta Toti Scialoja e ne sono rimasta conquistata. Lo trovo abbastanza difficile da farmi imbestialire, tranne quando lo trovo così "facile" che non so spiegarlo ma solo goderlo.

da: Qui la vista è sui tigli

Freno ma non capisco
se è il rosso del semaforo
oltre i platani o il disco
del sole che trafora

al tramonto quei rami
intricati- un ritaglio
di Cartagine in Fiamme
tra le foglie mi abbaglia.


Toti Scialoja
Poesie 1979-1998
Garzanti - 2002