martedì 9 giugno 2009

ricorrenze


Il 9 giugno del 1986 moriva a Roma Fernanda Romagnoli, poetessa romana che voglio ricordare pubblicando questa sua poesia.


Lei non ha colpa se è bella,
se la luce accorre al suo volto,
se il suo passo è disciolto
come una riva estiva,
se ride come si sgrana una collana.
Lo so. Lei non ha colpa
del suo miele pungente di fanciulla,
della sua grazia assorta
che in sé non chiude nulla.
Se tu l'ami, lei non ha colpa.
Ma io - la vorrei morta.

da Il tredicesimo invitato- Garzanti

8 commenti:

  1. Questi versi sono espressione di pensieri femminili, dettati dall'amore e dall'odio insieme.
    Quelli che noi donne ipocritamente non ammettiamo.

    E' una vera e bellissima poesia.

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  2. Ciao Marina,
    grazie di questa segnalazione. Non la conoscevo e cerco subito il libro.

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  3. mi ha ricordato la mia splendida ed intelligentissima allieva federica, maturanda in questi giorni, cavallerizza di dressage: sapessi qunte invidie e quante malignità attira: una bella donna intelligente sta sul gozzo non solo a molte ma anche a molti! eppure mi ha letto tutta la recherche in francese ed altre robette di qwuesto genere , è brillantissima e studiosa nonostante l'impegno sportivo ca livello internazionale ed è modesta, sto cercando di convincerla ad aprirle un album sul mio blog di foto durante le gare

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  4. Poesia di donna gelosa o sbaglio? Bei versi nonostante il tema trattato :-)))

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  5. Ciao Marina.
    Da me trovi un post in merito ai libri che volevi spedire a L'Aquila. Credo ti piacerà. Fai girare la notizia anche presso i tuoi conoscenti.
    Grazie e un bacio.
    Anna

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  6. si, di donna gelosa: è per questo che mi è venuta in mente la mia allieva, oggetto di invidie ingiustificate.

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  7. l'ho conosciuta attraverso al rivista Poesia di Crocetti editore, mi colpì il concetto del tredicesimo invitato:


    Grazie – ma qui che aspetto?
    Io qui non mi trovo. Io fra voi
    sto come il tredicesimo invitato,
    per cui viene aggiunto un panchetto
    e mangia nel piatto scompagnato.
    E fra tutti che parlano – lui ascolta…
    (Il tredicesimo invitato)


    Ancora:

    Prima o poi qualcuno lo scopre:
    io sono già morta
    da viva. E’ di donna straniera
    la faccia tra i capelli in giù sporta
    che subito si ritira,
    l’ombra che dietro le tende
    s’aggira di sera,
    il passo che viene alla porta
    e non apre. Suo il canto
    che intriga i vicini coprendo
    i miei gridi sepolti…

    (Falsa identità)

    e ancora:

    Quella donna dal viso indifeso
    Un poco sfiorita-
    che passa nello specchio
    in una scolorita veste rossa,
    senza fruscio, di fretta,
    rialzando sul capo i capelli
    con mano distratta:
    quella donna dall’anima dimessa
    dicono che son io.

    e ancora:

    … E questo volto umano
    che m’affronta ogni sera dallo specchio,
    ogni sera più nudo, prosciugato
    sulle crepe dell’anima: io l’accetto.
    Dunque perché il tuo palpito mi strazia?
    Che vuoi da me, ritratto
    di quand’ero ragazza?

    (Ragazza)

    e ancora:

    Nei ghetti del mio corpo, certe notti,
    i cinque sensi circolano cupi
    sobillando lo Spirito…

    (Sobillazione)

    che dire?
    lei ha detto, lei dice!

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  8. grazie papavero di campo! le metto subito in un post a parte. Sono contenta che qualcuno la ricordi
    marina

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