sabato 9 maggio 2009

il povero poeta sentimentale

Ringrazio il mio amico bip per avermi regalato questo libro che non si trova più.
Si tratta di: Poesie edite e inedite di Sergio Corazzini, pubblicate nel 1968 da Einaudi.
Sergio Corazzini è un poeta romano nato alla fine dell'Ottocento che ebbe un breve destino tragico. Malato di tubercolosi come tutta la sua numerosa famiglia, vide morire i suoi fratelli e le sue sorelle, prima di scomparire anch'egli a soli 23 anni.
Scrisse anche poesie in dialetto romanesco, dove compare, dell'anima della mia gente, un aspetto che solo il suo più grande poeta dialettale, il Belli, ha saputo leggere: il senso beffardo ma malinconico del Tempo.
La natura della sua malattia affiorava in tutti i suoi componimenti: tra le sue poesie è difficile trovarne una in cui la parola rosso, in tutte le sue sfumature e in tutte le sue coniugazioni, non compaia. Il rosso, il rosa, il vermiglio; lo scorrere, l'arrossare, il tingere, il rosseggiare, l'estinguersi e lo scolorire, continuamente "macchiano" i suoi versi.  La sua tecnica poetica era eccellente; il verso apparentemente ingenuo, fa argine ai sentimenti che "traboccano": avrebbe sicuramente dato alte prove.
Io lo avevo incontrato solo sulle antologie scolastiche dove venivano sempre riportati questi pochi versi:

Desolazione del povero poeta sentimentale.

Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?

Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.
Le mie gioie furono semplici,
semplici così, che se io dovessi confessarle a te arrossirei.
Oggi io penso a morire.
..............

Anche qui compare " l'arrossire". E delle sue gioie parla già al passato.
Davvero Sergio Corazzini era un fanciullo. Nondimeno era anche un poeta.


Un bacio

Oh, un bacio, un bacio lieve
su la tua bocca rossa,
un bacio breve, breve
piccolo, senza scossa.

Senza che il cuore possa
tremar...no, non lo deve
non vo' che tu per l'ossa
senta un brivido lieve...

che faccia il volto esangue...

Oh un bacio di morente
sulla bocca permetti?

Su quella bocca ardente
che pare un fior di sangue
trionfante tra i mughetti!



Il mio cuore

Il mio cuore è una rossa
macchia di sangue dove
io bagno senza possa
la penna, a dolci prove

eternamente mossa.
E la penna si muove
e la carta s'arrossa
sempre a passioni nove.

Giorno verrà: lo so
che questo sangue ardente
a un tratto mancherà,

che la mia penna avrà
uno schianto stridente...
...e allora morirò.


9 commenti:

  1. Studiato al Liceo e presto dimenticato. Ma quel suo verso che recita "la mia penna avrà / uno schianto stridente" merita di non essere più dimenticato.
    Grazie.
    V

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  2. Non lo conoscevo ma queste tre poesie mi sono piaciute molto. Un saluto

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  3. Lo schianto stridente della penna par di sentirlo! Non conoscevo neanche io questo sfortunato, giovane poeta...Quindi ringrazio te e Bip che ti ha fatto dono di questa raccolta :-)
    Buona giornata

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  4. Lo conosco e ti ringrazio per averlo ricordato.
    Che vita sarebbe senza poesia?

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  5. Be sono felice, che sia stato qui postato, apparteneva alla mia mamma che consumava poesie cosi' come in genere la gente consuma cioccolatini

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  6. Allora bip, doppio grazie! Uno anche alla tua mamma
    un bacio, marina

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  7. grazie marina, nn lo conoscevo, mi è piaciuto tanto.
    Bip, un giorno mi racconti della tua mamma?
    baci amorosi a entrambi
    bibi

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  8. Buona la prima, mi è piaciuta molto!

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