giovedì 1 gennaio 2009

segnalazione/ansa ore 06,30

» 2009-01-01 06:30
ISRAELE, NO A TREGUA. ABU MAZEN: STOP A NEGOZIATI
Sono ripresi i bombardamenti aerei israeliani sulla linea di frontiera tra Striscia di Gaza ed Egitto, a pochi chilometri dal valico di Rafah. Gli abitanti della parte egiziana della città di Rafah, terrorizzati, hanno abbandonato le case e si sono radunati nella grande piazza Salaheddin, dove era in precedenza la barriera mobile omonima, che è stata spostata di alcuni chilometri. E' presumibile che gli attacchi siano diretti a distruggere tunnel che passano sotto il confine e che consentono ai palestinesi di Gaza - dicono i militari israeliani - di contrabbandare armi e merci dall'Egitto. Ieri sera ne erano stati distrutti alcune decine, così come era successo domenica mattina, il secondo giorno dell'operazione israeliana 'Piombo Fuso'.

ISRAELE RESPINGE LA TREGUA MA LASCIA UNO SPIRAGLIO
Il gabinetto israeliano per la sicurezza nazionale ha deciso di respingere le proposte internazionali per una tregua nelle operazioni militari contro Hamas a Gaza ritenendole in questo momento premature, ma non ha nemmeno chiuso la porta a un riesame della decisione. Il premier Ehud Olmert ha spiegato il rifiuto affermando che Israele non ha lanciato l'operazione Piombo Fuso a Gaza per concluderla con Hamas che continua a tirare razzi su Israele, come prima dell'offensiva. Al tempo stesso Olmert ha dichiarato che "se le condizioni matureranno e riterremo che vi sia una soluzione diplomatica che garantisca una migliore situazione della sicurezza nel sud di Israel, noi considereremo una proposta di cessate il fuoco. Ma non siamo ancora a questo punto". Un esponente di Hamas a Gaza, Ayman Taha, ha detto che questo movimento islamico è disposto a esaminare proposte di tregua che "mettano fine all' aggressione e all' isolamento" di Gaza. Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha intanto minacciato di interrompere i negoziati di pace con Israele che, a suo dire, non hanno dato finora risultati, e per non avvallare "l'aggressione" israeliana a Gaza. Proseguono anche oggi ripetuti raid aerei israeliani a Gaza (in particolare contro i tunnel di contrabbando a Rafah) ed attacchi di Hamas contro importanti città israeliane - fra cui Beer Sheva, che dista da Gaza 40 km, Ashdod e Ashqelon - sulle quali sono esplosi una sessantina di razzi. Il bilancio delle vittime è di 393 uccisi e oltre 1700 feriti a Gaza, di tre civili e un militare uccisi da razzi in Israele. In Israele il governo ha autorizzato il richiamo di altri 2.500 riservisti in aggiunta ai 6.500 già mobilitati. Mentre la situazione umanitaria nella striscia è giudicata molto grave dall' Onu, Israele ha permesso l'ingresso a Gaza di oltre un centinaio di autocarri di generi alimentari e di medicinali.


QUI SI PUO FIRMARE PER LA CESSAZIONE DEL FUOCO

7 commenti:

  1. ...e noi, da questa parte del mondo, pensiamo a festeggiare...Ho firmato. Un abbraccio

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  2. E intanto bombardano la Dignity mentre è ancora in acque internazionali...

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  3. Il mio sentimento è: Basta, non se ne può più. Se a qualcosa serve questa tragedia mi sembra che sia l'indicazione di come non si deve fare per gestire e risolvere i conflitti. Prendiamo spunto per tutti i nostri piccoli e grandi conflitti.

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  4. Cara Marina, io non ho festeggiato un bel niente! Ho caricato il mio lettore mp3 e ho vagato per la città, in solitaria. Fiumane di genti che si riversavano per le strade, tutti a voler partecipare a non so cosa e perchè. Ed io, assecondando i miei pensieri... mi domandavo quand'è che il mondo si fermerà un attimo a riflettere, invece di ostinarsi ad andare avanti, come se niente fosse!!! Mi son però fatto un regalo... stanotte... ho scaricato il tuo racconto, "Occupati solo della punteggiatura", stampato e letto... Lo metabolizzo e poi ti racconto le sensazioni che m'ha suscitato. Son lento pure in questo..ah ah... Un sereno anno a te...e un abbraccio ;-)

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  5. Un popolo che ha subito un genocidio come può permettere che i suoi politici ne compiano un altro?
    Allo stop dei bombardamenti deve immediatamente seguire per la Palestina il controllo delle proprie frontiere, bisogna fare in modo che si possa transitare e che i feriti possano raggiungere ospedali funzionanti. Dopo i quasi 400 morti di questi giorni testimoni dicono che il 60% dei migliaia di feriti non sopravviveranno con gli ospedali bombardati.

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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