martedì 27 gennaio 2009

giornata della memoria che si vuole soffocare

A Roma le manifestazioni per celebrare la giornata della memoria si sono tenute in due giornate fitte di iniziative. Il Sindaco Alemanno sta girando come una trottola per essere ovunque e ripetere ovunque la sua condanna del nazifascismo. Ma sarà un suo uomo, Edmondo Cirielli, che presiede la commissione Difesa della Camera dei Deputati, a fare da relatore del Disegno di Legge 1360, quello con cui si vogliono equiparare i combattenti per la Libertà e i repubblichini di Salò, i partigiani che il nazi-fascismo lo combatterono a prezzo della vita e i "collaborazionisti e traditori della Patria" (come una sentenza della Corte di Cassazione oramai divenuta giurisprudenza li definì) che volevano invece consegnare  l'Italia ad Hitler.




Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro dedicato alla discussione di questo ennesimo tentativo della destra di capovolgere la realtà storica di quegli anni. L'incontro è stato promosso dall' ANPI, rappresentato da Armando Cossutta, e  vi hanno partecipato Giuliano Vassalli già membro della giunta militare del CNL, poi Presidente della Corte Costituzionale e lo storico Antonio Parisella, nella veste di padrone di casa. Infatti l'incontro si è tenuto a via Tasso, nella sede del Museo Storico della Liberazione di Roma di cui Parisella è Presidente. 

Prima di parlarvi della assemblea, perché è stata proprio questo, un'assemblea di cittadini, voglio dire qualche cosa sul luogo. Non per i romani, perché a Roma dopo sessanta anni quel nome, via Tasso, è ancora capace di dare i brividi. Ma per tutti gli altri.

A via Tasso non si entra spensierati e disinvolti
Quel luogo è terribile e sacro insieme. Nei venti mesi dell'occupazione nazista via Tasso fu la sede del comando di polizia tedesco. Nelle sue celle venivano portati gli antifascisti romani e qui venivano interrogati e torturati dalla Gestapo al comando di Kappler. Da qui uscirono anche coloro che furono poi uccisi alle Fosse Ardeatine.
Non sono mai riuscita a sentirmi leggera in quei locali, né quando vi portavo i miei alunni né quando li visitavo per mio conto: l'orrore vissuto lì dentro e i ricordi e le testimonianze esposte me lo hanno sempre impedito.
Ma Giuliano Vassalli, che vi fu imprigionato e torturato, vi entra sorridente, con il suo passo lento e un po' impacciato, curvo sotto il peso dei suoi 93 anni e di quello che poi chiamerà "turbamento".
Le tre stanzette che costituiscono l'ingresso, la biblioteca e l'archivio, erano gremite. Poco meno di 200 persone in locali fatti per accoglierne, forse, la metà. Tra questi una ventina di giovani. In prima fila sedeva Elvira Paladini che, prossima ai 90 anni, ancora si occupa delle visite dei giovani a quei locali dove suo marito, Arrigo Paladini, fu torturato. 

Armando Cossutta, 83 anni cui è difficile credere, parla a braccio, e illustra minuziosamente il testo del DDL 1360. 

Con questo si istituisce una onorificenza, l'Ordine del Tricolore.

1. L'onorificenza è conferita a coloro che hanno prestato servizio militare, per almeno sei mesi, in zona di operazioni, anche a più riprese, nelle Forze armate italiane durante la guerra 1940-1945 e invalidi, o nelle formazioni armate partigiane o gappiste, regolarmente inquadrate nelle formazioni dipendenti dal Corpo volontari della libertà, ai combattenti della guerra 1940-1945, ai mutilati e invalidi della guerra 1940-1945 titolari di pensione di guerra e agli ex prigionieri o internati nei campi di concentramento o di prigionia, nonché ai combattenti nelle formazioni dell'esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-1945.

Il veleno è in quel nonché, infatti i "combattenti nelle formazioni dell'esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-45" sono i militari che scelsero di combattere per la repubblica di Salò a fianco dei nazisti, contro il loro paese.
Scelta obbligata tenteranno di dire. Ma noi sappiamo, come lo storico Parisella ci ricorda, che 600.000 -seicentomila- soldati italiani, per non fare quella scelta, finirono nei campi di lavoro tedeschi. Scelta dunque che si poteva evitare, scelta, punto e basta.
Cossutta ricorda anche chi si nasconde dietro quella definizione: gli appartenenti alle famigerate bande fasciste che collaborarono con i nazisti, la Legione Muti, la banda Koch, e le altre che perseguitarono, torturarono e uccisero migliaia di antifascisti, partigiani ed ebrei.


Poi parla Vassalli. Parla seduto e se ne scusa. Tiene un foglietto in mano con qualche appunto, ma vi getta solo un'occhiata ogni tanto per non lasciarsi sfuggire nessun passaggio.
Fa un discorso in punta di diritto, perché, dice "dovete saper rispondere in modo corretto". 
Spiega come questo disegno di legge è viziato alla base da una autentica "improcedibilità", perché lo Stato vuol dare l'onorificenza a chi non lo riconobbe e combatté contro di lui in favore di un altro Stato, il Reich tedesco.

Il concetto di continuità dello Stato è il cuore del ragionamento giuridico. 
Lo Stato Italiano era la Monarchia sabauda che aveva sostituito Mussolini, Capo del Governo, con Badoglio. La legalità era Badoglio e le forze armate nazionali italiane erano quelle che combattevano con le truppe alleate per liberare l'Italia dall'esercito tedesco, divenuto esercito occupante. La continuità dello Stato non è mai stata messa in discussione da nessuno. Fu quello Stato Monarchico e con le sue stesse procedure che si trasformò in Repubblica Italiana. 
Può ora questa Repubblica Italiana attribuire una onorificenza a coloro che, staccatisi dal corpo dello Stato Italiano in nome della fedeltà ad uno Stato straniero e nemico, lo combatterono? Ai "traditori della Patria"?
Il fatto che non vi fosse continuità politica tra la Monarchia sabauda, complice del fascismo, e la repubblica Italiana, nata dalla Resistenza, con la sua Costituzione, non deve far dimenticare che vi fu continuità giuridica. 
Vassalli sottolinea questo concetto importante come base non morale ma giuridica dell'opposizione al DDL 1360.
Quando parla della base morale parla del suo turbamento per questa equiparazione che mira a confondere nella memoria storica del popolo italiano coloro che scelsero di stare dalla parte della libertà e coloro che li perseguitarono, torturarono ed uccisero.

Lo storico Parisella termina l'incontro ricordando che la sola forma di equiparazione possibile è già stata fatta dalla Repubblica Italiana. Immediatamente con l'amnistia e quindi con le sue leggi che hanno permesso agli eredi del fascismo di godere da subito di tutti gli stessi diritti civili e politici di qualunque cittadino italiano. Formarono un partito, il Movimento Sociale Italiano, furono eletti in Parlamento, divennero Deputati e Senatori, appoggiarono Governi, ebbero Ministri...ma una onoreficenza NO! Essa falsificherebbe ignobilmente la nostra storia.

I relatori ci invitano al massimo di mobilitazione. Nella città ci saranno assemblee in ogni quartiere. Iniziative a livello nazionale sono in preparazione. Altre due volte si è tentata dalla destra un'operazione come questa da cui poi dovette recedere; ma questa volta il pericolo è molto più grande dati i rapporti di forza nel Parlamento e l'esclusione da questo di forze politiche che si rifanno all'antifascismo.

Io esco più rinvigorita dal contatto con quei vecchi tenaci e lucidi che non si stancano di indicarci la strada.
Tornata a casa mi studio bene il DDL 1360 che potrete leggere qui
In esso compare la parola "pacificazione". Io dico che la pacificazione non può avvenire attraverso la menzogna e il sovvertimento della realtà.





18 commenti:

  1. Grazie per il resoconto e per l'indignazione.
    Giorgio.

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  2. Sono solidale nell'indignazione!
    Nell'indifferenza di molti stanno ritornando.
    Sileno

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  3. Grazie Marina per essere stata lì anche per noi. Ti invidio perchè hai potuto ascoltare le parole di Vassalli (sempre illuminato) e degli altri, in quel luogo così sacro e terribile. E' naturale che tu sia uscita "rinvigorita" dall'assemblea, e pronta alla mobilitazione. Hai ragione: serve il massimo dell'attenzione, perchè è chiaro il disegno di giungere infine alla "rimozione collettiva della memoria ingrata di uno scontro che fu militare e ideale", come recita il progetto di legge 1360. Proprio oggi, che è il giorno della memoria della Shoah, come si fa a parlare di rimozione ? Contro coloro che tentano, più o meno subdolamente, operazioni di tal genere riaffermiamo con forza che non è proprio il caso di dimenticare il fascismo e la tragedia della guerra civile.
    Ciao. Lupo.

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  4. Sì, mi unisco agli altri: grazie per la tua testmonianza, per esserci andata anche per noi, per averci studiato sù...Il negazionismo dovrebbe essere reato in tutto il mondo! Ricordare e trasmettere la memoria è il nostro compito!Un abbraccio

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  5. @tutti: io seguirò attentamente ogni iniziativa e ve ne terrò al corrente. Grazie a voi tutti.

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  6. "...ma questa volta il pericolo è molto più grande dati i rapporti di forza nel Parlamento e l'esclusione da questo di forze politiche che si rifanno all'antifascismo..."

    E se a questo aggiungiamo che alcuni senatori del PD sono firmatari della proposta di legge...

    P.S.
    Sono d'accordo con la tua conclusione.
    Ti ricordi? E' la stessa che io facevo quando parlavo di Israele e Palestina.

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  7. @Franca: ricordo sì, ma parliamo di due cose molto diverse. Se non ti ho fraintese tu sostenevi che la pace tra Palestinesi e Israeliani può avvenire solo dopo il riconoscimento dei torti Israeliani. Mentre io sostenevo e sostengo che i due popoli debbano prima tentare di fare la pace e poi occuparsi dei torti. La Repubblica Italiana ha fatto una amnistia sessanta anni fa, cioè una pace generale, già nel giugno del 46. L'Italia era liberata, la pace ristabilita. Ora quella amnistia=pace=perequazione giuridica le vogliono trasformare in una perequazione MORALE. Questo invece di favorire una ricomposizione civile soffia sul fuoco della divisione. Qui non si sta parlando di due popoli che debbono smettere di farsi la guerra a prescindere dai loro torti, per poter dare ai loro popoli finalmente la possibilità di vivere, rimandando ai decenni successivi quel tormentoso lavoro che neanche da noi si è ancora compiuto e che consiste nel riconoscimento dei giusti e degli ingiusti. E' molto, molto diverso, secondo me: addirittura un processo inverso.
    Ma sapevo che avresti detto così :-)
    ciao, marina

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  8. Sono indignata quanto te e si fa bene a seguire e a muoversi come fai tu e come cerco anche di fare io quando si presenta l'occasione. Il guaio è l'ignoranza della gente che non segue, non si informa, non ha memoria perchè giovane e non studia... Su tutti questi fanno leva gli slogan e le falsità di questa gentaglia.
    Giulia

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  9. Non smetterò di ricordare e far ricordare...

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  10. Ciao Marina, mi è mancato il fiato quando ho scoperto dal commento di Franca che tra i firmatari c'erano anche dei DS...
    Il post di oggi ho allora deciso di usarlo per metterli alla gogna. Storia di indicare per chi non votare alle prossime elezioni.
    Grazie a Francadi averlo segnalato .
    E grazie a te di aver sollevato la cosa.

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  11. @ Chiara: sto facendo una ricerca su vita morte e miracoli dei firmatari, e pensavo di farci un prossimo post-gogna. Ma se te ne sei occupata tu va benissimo.
    Oggi non posso girare per blog sto revisionando un mio lavoro e ci sto diventando scema...

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  12. Non mi aspettavo un post così dettagliato e preciso, è stato come essere presente.I miei complimenti.
    Ho appreso inoltre, con piacere, che portavi i tuoi alunni a visitare quel luogo dove furono commesse atrocità inaudite.
    Le colpe sono da addebitare oltre che ai nazisti, anche a quei fascisti che ora si vorrebbero premiare anche con una onorificenza.
    Ma alla decenza non c'è mai un limite?
    Io ho fatto le elementari dal 1936 al 1940 alla scuola Vittorino da Feltre vicinissima alla casa dove sono nato e dove ho abitato fino al 1956. La mia maestra dell'epoca, della quale rammento ancora il cognome, si presentava in classe quasi tutti i giorni vestita da fascista e, tra i suoi compiti, direi quello principale, c'era quello di accompagnarci alle adunate del fascio.
    Una bella differenza tre te e lei.

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  13. Grazie per il resoconto, chiaro e appassionato. Si vorrebbe cancellare tutto per togliere dignità e coscienza civile a questo Paese ma il titolo del convegno è imbattibile: SENZA MEMORIA NESSUN FUTURO

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  14. Persino Franco, nella guerra civile, massacrò a quintale carne spagnola: tuttavia lo fece per la Spagna!
    Persino lui riesce a superare gli gnomi cattivi nemici della patria che fingevano di amare. Volevano un'Italia domata!

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  15. ciao Emanuela e grazie. Sì il titolo è un vero colpo di tamburo!

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  16. Grazie davvero, Marina, per questo prezioso resoconto. Tienici informati. Io per conto mio cerco di avere notizie dall'ANPI.

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