lunedì 1 dicembre 2008

mi disseto a un miraggio...


Ringrazio papavero di campo che con i suoi bellissimi haiku mi ha indotto a riprendere le poesie di Kiarostami.
Abbas Kiarostami, che tutti conoscono come regista cinematografico e fotografo, dice di sé di essere innanzitutto un poeta e sostiene che la poesia è l'arte delle arti.

"scrivere versi consiste nel combinare le parole dentro la mente nella più totale indipendenza e immediatezza."

L'opera poetica di Kiarostami ha delle analogie con la tradizione degli haiku. Non nella struttura del verso -che resta libero- né per la scelta dei temi -le sue intuizioni non rivelano nessuna dimensione trascendente- ma nella forma di "breve illuminazione poetica" che la contraddistingue.
L'altra tradizione cui naturalmente la poesia di Kiarostami si ricollega è quella persiana del ghazal, ma anche questa rinnovata e liberamente interpretata.

Dal libro edito da Einaudi "Un lupo in agguato" ho scelto alcune poesie.
Sono tradotte da Riccardo Zipoli che insegna Lingua e letteratura persiana all'Università Ca' Foscari di Venezia.

Mi disseto
a un miraggio,
che ci crediate o no
.
====

La lucciola
è impaziente
il giorno più lungo d'estate.
====

Chi conosce
il dolore del bocciolo
quando si apre?
====

Decine di chiavi
da tanti anni dimenticate,
non ho il coraggio di buttarle
e dire che non hanno serrature.
====

Quando tornai al mio paese natale
la casa paterna
non c'era più
e neppure la voce di mia madre.
====

Il primo giorno dell'anno
il sole è sorto
come
l'ultimo giorno dell'anno.
====

Fiori d'arancio
sull'acqua di un ruscello
dopo la pioggia.
====

Un contadino stanco
si è addormentato
all'ombra dello spaventapasseri.
====

Quant'è bello
che ognuno vada per la sua strada.
====

Cade la pioggia
assieme alle bombe
in una notte senza luna.
====

Il soffione*
ha portato
a centoventiquattromila profetiil messaggio del nulla.
*(il nome del soffione in farsi è "piccolo messaggero")
====

Il vento porta via
il velo di una scolara
dal filo della biancheria
lunedì mattina.
====

Non provo invidia
per nessuno
quando mi fermo a guardare
il vento
sul pioppo.
====

Le ferite di mille aghi
su una stoffa di seta.
====

Un lupo
in agguato.
====

Piano piano
svanisce
il vecchio olmo
nel buio della notte.
====

E' una bandiera di libertà
la mia camicia
sul filo della biancheria,
leggera e libera
dai legami del corpo.
====

Ho perso
una cosa che avevo trovato,
ho trovato una cosa che avevo perso.
====

Torno da un funerale
le scarpe mi stanno strette
ho voglia di fare all'amore
con qualcuno che non conosco.
=====

Un ombrello
sfasciato dal vento
sul selciato della strada
in un giorno di pioggia.
=====

Faccio un sogno
sono sepolto
sotto foglie autunnale
e il mio corpo germoglia.







26 commenti:

  1. Asciugare le parole fino ad arrivare all'essenziale. Magistrale... Grazie per la scelta...

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  2. Mi piacciono, alcune molto.
    Una nuova scoperta.
    Grazie e baci

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  3. Non lo conoscevo ma mi è entrato dentro. Lo cercherò.

    In una poesia ho letto inconsciamente "storto" invece di "sorto" e ne è uscito questo:

    Il primo giorno dell'anno
    il sole è storto
    come
    l'ultimo giorno dell'anno.

    Grazie mille, ciao, Giorgio.

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  4. Essenziali!
    Grazie di avermi fatto conoscere
    Kiarostami.
    Ciao
    Sileno

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  5. Contenta che vi sia piaciuto! Cerco da tempo un'altra raccolta ma non la trovo...

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  6. Con la cenere sul capo e chiedendo a tutti perdono, mi permetto di sottolineare la banalità di questi versi.
    Se poi dobbiamo esultare di fronte al "Lupo in agguato", o a "Un ombrello sfasciato dal vento", o a "Fiori d'arancio sull'acqua di un ruscello", perchè dobbiamo dimostrare finezza di mente e sofisticata originalità di pensiero, allora è un'altra faccenda!
    Se ""scrivere versi consiste nel combinare le parole dentro la mente nella più totale indipendenza e immediatezza"", allora io guardo fuori dalla finestra e scrivo "La farfalla variopinta su una foglia sgualcita", o, dal vetro, "Impazzisce la mosca in un raggio di sole".
    Ciao Marina, non a caso tu che sei una blogger consumata, l'unico verso accattivante l'hai utilizzato come titolo al tuo post!
    Baluginando...

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  7. Ma che belle!
    evviva le libere associazioni (intendo papavero-marina-kiarostami-tecnologie internettiane ...)
    buone ore

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  8. ciao Baluginando, e bentornata! togliti la cenere dal capo e non chiedere perdono a nessuno! secondo me dobbiamo sentirci liberi di fronte alla poesia almeno quanto il poeta. Mi spiace che Kiarostami non ti piaccia. Il discorso sarebbe un po' lungo; in effetti la sua raccolta, nella quale ho solo spulciato, va letta, come nella tradizione del ghazal, come un corpo unico, fatto di rimandi ed allusioni.Vale la pena leggerlo per intero. Ma in generale la capacità di cogliere un momento espressivo e di renderlo mi conquista. Non c'è nessuno snobismo nell'apprezzare Kiarostami: mi piace proprio.Come mi piacciono gli kaiku. Quanto alla citazione di Kiarostami, che ho ritagliato da un discorso più lungo, lì faceva un confronta tra il cinema e la fotografia da una parte (che necessitano di supporti) e la poesia che può accadere nella sola mente. Secondo me se scrivi quelle due frasi, guardando dalla finestra, perché esprimono una tua emozione vanno bene; se le scrivi come esercizio accademico non vanno bene per te e forse restano sole, non si iscrivono in nessuna poetica. Come genere di poesia all'opposto di questa di Kiarostami ti metto il link ad una poesia su cui contendiamo amalteo ed io: http://amalteo.splinder.com/post/19172779/Silvia+Montefoschi%2C+Tu+sei+in+#comment-52251862

    Il titolo del post non l'ho scelto perché accattivante, ma perché sentivo di essermi dissetata: le sue immagini mi arrivano dritte negli occhi e mi fanno bene.

    Per finire: perché non posso entrare nel tuo blog? E' una tua scelta (più che legittima) o ho omesso di fare qualche cosa?
    ciao e a presto, marina

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  9. @ Baluginando: scusa, vorrei aggiungere qualche cosa: le poesie di Kiarostami sono capaci di far pensare con
    un solo verso. Davanti ci spalancano una possibilità infinita di situazioni, sensazioni ed emozioni. Almeno a me fanno questo effetto. "Un lupo in agguato", questo solo verso sulla pagina bianca, da solo, mi suscita mille riflessioni. Spesso poesie molto elaborate non hanno nessun impatto. Il gusto personale è tutto. In poesia, ma secondo me in ogni forma di arte, se non si sprigiona una corrente tra l'artista e chi riceve è inutile qualunque esegesi. In un certo senso la poesia si fa in due. Ed ognuno, legittimamente, fa poesia con chi vuole :-)
    ari-ciao, marina

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  10. Leggendo il tuo post, mi è venuta in mente una pagina del libro "Leonardo da Vinci" di Dimitri Mereskovskij, che ho letto ieri durante una pausa dei lavori del congresso di RC, nella quale Leonardo disputava col poeta Guidotto Prestinari su cosa fosse superiore tra pittura e poesia.
    Leonardo era a favore della pittura e argomentava così:
    ..."La pittura è molto al disopra della poesia, non foss'altro perchè ritrae l'opera eterna di Dio e non le finzioni umane fuggevoli e caduche di cui s'appagano ai nostri giorni i poeti: essi non dipingono ma soltanto descrivono cose e fatti, e prendendo a prestito qua e là i loro argomenti raccolgono per i loro poemi tutto ciò che scartano le altre scienze. Li si potrebbe quindi paragonare a quei rigattieri che smerciano la roba rubata..."

    Io non sono di questo parere e propendo per la superiorità della poesia che sa dare enormi emozioni.
    E penso che la validità dei versi sia direttamente proporzionale all'emozione che sa suscitare e, per questo, estremamente soggettiva...
    Io adoro la poesia in genere e mi piacciono anche haiku ed aforismi.
    Tra quelli che hai riportato ce ne sono alcuni che mi sono piaciuti moltissimo...

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  11. D'accordo sul fatto che un solo verso può suscitare emozioni, ma devo pensare a "M'illumino d'immenso" per commuovermi, "quanto è bello che ognuno vada per la sua strada" non mi suscita nulla, mi dispiace, al più mi ricorda che "non esistono le mezze stagioni"!
    Marina, grazie per la tua cortese ospitalità, ti confesso che mi aspettavo invece di essere vituperata! Non è accaduto e mi sembra una grazia, quasi troppo.
    E a proposito di troppo, ti rimando (se ti fa piacere) al mio blog: lo apro e lo chiudo secondo le mie molto schizofreniche riflessioni e inclinazioni, ma adesso non resisto alla tentazione del Troppo.
    Più tardi leggerò la Montefoschi e ti dirò.
    Baluginando...
    PS: il tuo post sull'equilibrio era straordinario: quello sì, mi ha emozionato e regalato riflessioni.

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  12. Nonostante la semplicità,quanta grazia in certi versi! Bella selzione, un saluto A'

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  13. Grazie per lo spunto culturale

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  14. marina sei molto cara!

    grazie per i bellissimi versi disseminati di kiarostami, di lui ho visto poco troppo poco, solo un film il vento ci porterà via e nemmeno sotto gli ulivi o il sapore della ciliegia che sono stati un po'più diffusi, mi hai messo una gran voglia di vederne altri di film di questo regista dal respiro e dallo sguardo poetico e in più, come succede quando si attivano moti di interesse, cercando nella sua filmografia ho visto che ha fatto un film di tributo a Ozu! ho fatto un balzo sulla sedia! adoro Ozu! e quindi grazie a te che mi fai un doppio, triplo regalo: le poesie per me sconosciute di Kiarostami il suo film dedicato all'acqua in onore di Ozu e il tuo stesso incipit in cui mi ringrazi!

    sono bellissimi,proprio nelle corde dell'haiku, alla Basho!

    La lucciola
    è impaziente
    il giorno più lungo d'estate.

    Fiori d'arancio
    sull'acqua di un ruscello
    dopo la pioggia.


    Quant'è bello
    che ognuno vada per la sua strada.

    Il vento porta via
    il velo di una scolara
    dal filo della biancheria
    lunedì mattina.

    Un contadino stanco
    si è addormentato
    all'ombra dello spaventapasseri.

    Non provo invidia
    per nessuno
    quando mi fermo a guardare
    il vento
    sul pioppo.


    Le ferite di mille aghi
    su una stoffa di seta.


    Un lupo
    in agguato.

    Piano piano
    svanisce
    il vecchio olmo
    nel buio della notte.

    Un ombrello
    sfasciato dal vento
    sul selciato della strada
    in un giorno di pioggia

    beh quasi tutto!

    grazie marina dalle inesauribili sensibilità!

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  15. ciao papavero di campo: ero certa che avresti apprezzato! e hai scelto con occhio sicuro! contenta di aver ricambiato le cose che mi hai insegnate sugli haiku.
    Franca sei forte davvero! nell'intervallo del Congresso leggi le conversazioni tra Leonardo e Prestinari! sono contenta che te ne siano piaciuti alcuni. Mi accorgo che messi così da soli un po' perdono, ma tu hai colto lo stesso!
    grazie, marina

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  16. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  17. Marina, mi ha fatto molto piacere il tuo commento al mio Troppo, una lettrice arguta e profonda come te non può che lusingare.
    Quanto al "capricciosa", non esiste un soldato più disciplinato di me neanche nei marines! :-)
    Baluginando...

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  18. Haiku di Gelato:

    E dopo la pizza
    anche il caffé.

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  19. Conoscevo un Kiarostami grande cineasta e ora lo scopro pure grande poeta... Grazie.

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  20. Mi piacerebbe leggere qualche TUO haiku.
    Tra questi mi incantano la 'lucciola' e il 'bocciolo'.
    Spero che le sirene non suonino più.
    Cristiana

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  21. Io non sono molto bravo con gli haiku. Ne scrissi uno solo e stop

    Ma amo leggerli.

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  22. @Baluginando. Le osserazioni di Baluginando richiederebbero una discussione lunga e sanguinosa...La poesia suscita emozioni oppure no indipendentemente dalla "grandezza" del poeta. E' una specie di feeling nel linguaggio, nei rimandi interiori e del "non detto" che ciascuno trova o non trova. Questa poesia di Kiarostami la accosto visivamente alle pergamene giapponesi chiamate emakimono: le immagini sono codificate fino al minimo dettaglio e questo sembrerebbe limitare la fantasia, ma l'artista le "colora" a modo suo con impercettibili colpi di pennello... Personalmente quello che più mi piace è questa "semplicità" del verso e delle immagini che è una ricerca faticosissima ed affascinane...Capisco che è una direzione totalmente opposta a gran parte della poesia occidentale...

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  23. @guglielmo: è vero le discussioni sulla poesia possono diventare sanguinose. Non conosco le emakimono, anzi in linea generale conosco proprio poco del Giappone. Sulla poesia dici meglio di me il mio pensiero.
    Mi piacerebbe discutere anche con te la poesia che ha quasi innescato una sanguinosa discussione sul sito di amalteo http://amalteo.splinder.com/post/19172779/Silvia+Montefoschi%2C+Tu+sei+in+#comment-52251862

    ma solo se ti va di leggerla
    ciao, marina

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  24. La Montefoschi? Per me, dinamite.
    Mi perdo. Non so dire altro. Mi perdo tra le parole, tra i suoni, la metrica, le evocazioni, i ricordi, tutta una nebulosa che silente mi avvolge e mi fa rinascere.
    Sono accarezzata, consolata, non mi sento diversa, non sento di essere inadeguata.
    Qualcuno scrive senza paura, e parla d’amore, e scioglie l’apparente groviglio dipanando con grazia le parole fino a farci comprendere.
    “E noi non possiamo che pensarci all’infinito” è un lume acceso da sempre, il desiderio innocente e complesso che trascolora nell’amore, nell'istanza tragica e stupenda di riflettere il proprio sé.
    “L’infinito non è se non in chi è infinitamente”, e s’insinuano altri versi “Vergine e madre figlia del tuo figlio”, il mistero, il buio che è chiarore, l’intonazione della speranza, la caducità che diventa fragile eternità.
    Mi fermo qui, Marina. Non vorrei esagerare. Ti ricordi? "Tu colori, io smorzo. Tu accendi, io getto acqua"
    Un abbraccio.
    Baluginando...

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  25. lo sapevo! ne ero certa! la nostra posizione è diametralmente opposta! è proprio come dici tu, che poi ero io: tu colori, io smorzo. Nel caso di quella poesia aggiungo: lei arzigogola io semplificherei.
    e adesso non ti arrabbiare tu! :-)
    ciao, marina

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