mercoledì 31 dicembre 2008

anno vecchio? anno nuovo?comunque: Auguri!


L'ara del Tempio di Kronos a Caltabellotta-Agrigento
Vertiginoso, no?


Il Tempo è la bestia nera degli umani. Il mistero più insondabile. Il quesito senza risposta. Il Tempo è insieme esperienza quotidiana e astrazione inconcepibile.
Per questo gli uomini si danno un gran da fare intorno al Tempo. Lo manipolano continuamente, impasticciando come bambini curiosi. Lo tagliano, lo cuciono e lo scuciono, lo allungano, lo scorciano, lo nominano e lo rinominano, lo segmentano e lo assemblano. E lo solennizzano. Come solennizzano questa notte che scavalca il...niente. In effetti nessun anno vecchio terminerà a mezzanotte e nessun nuovo anno avrà inizio con il sorgere del sole domani mattina. Il Tempo infatti è fluire. Ma gli uomini lo temono e tentano di tenerselo buono, festeggiando il suo passare come se proprio questo non fosse il loro cruccio più grande.
Non hanno tutti i torti, certo.
Non è un trascurabile particolare il fatto che Kronos, Dio del Tempo, sia divoratore dei propri figli. Kronos, Saturno per i Romani, mangia ciò che crea. Brrr!
E non è un caso che Kronos sia spesso rappresentato con un falcetto, che come allusione è piuttosto scoperta. Così per tema di quel falcetto gli uomini blandiscono il Tempo in ogni modo. Tutti i poeti lo cantano, rendendo omaggio al suo potere:

ed è subito sera.. Quasimodo

un filo s'addipana...Montale

sed fugit interea, fugit irreparabile tempus... Virgilio
ma intanto fugge, fugge irreparabile il Tempo

Io ho sempre considerato il Tempo un amico e non smetterò certo ora per il risibile motivo che ne ho accumulato un bel po'. Sul Tempo si può contare. Sempre. Il Tempo farà piazza pulita delle angosce, delle delusioni, delle sconfitte, ne affievolirà il ricordo, ne stempererà il morso...
Il giorno che vi sembra intollerabile passerà e con esso l'intollerabile. Forse occorreranno più giorni, ma il Tempo ne avrà ragione.
Fidatevi del Tempo.
Ma -dice quello- il Tempo porta via anche le cose belle! Vero, ma chi ci dice che se le tenessimo per sempre con noi, continuerebbero a sembrarci belle?
Quindi tranquilli, consideriamolo amico e il Tempo non ci deluderà.
Malgrado le nostalgie e persino i rimpianti.
Occupiamoci solo di non dissiparlo, di viverlo e di assaporarlo.

carpe diem...Orazio
Io dico: cogli anche l'ora e l'attimo...

Per coloro poi che hanno la sensazione di un Tempo che gira e torna su se stesso -capitano di questi inciampi nella vita- c'è solo da dirsi che il Tempo-destriero si è impuntato, recalcitra un po' e segna il passo, ma prima o poi riprenderà il suo corso. E' così che io mi dico. A proposito, un consiglio: non dite mai "corsa" ma sempre e solo "corso". Può non sembrare, ma la differenza c'è, e come!

e adesso basta perché, dum loquor hora fugit...mentre parlo, l'ora fugge...ovidio
Un Buon Tempo a tutti voi!


martedì 30 dicembre 2008

ricordarsi

Ricordarsi di ringraziare per il proprio letto, per le lenzuola fresche, per il doppio cuscino, per la coperta calda e leggera. E per il tavolino da notte con i libri e la matita e il quaderno.
Per la lampada discreta, per gli occhiali da lettura a portata di mano.
Per questo posto così squisitamente nostro, familiare e sicuro.

lunedì 29 dicembre 2008

all'alba di santo Stefano

Nella mia città una donna è morta bruciata con il suo bambino di tre anni in una baracca fatta di cartone e di un foglio di plastica. Li hanno trovati abbracciati, Dorina e Daniel, perché l'ultimo gesto di una madre impotente a salvare suo figlio è quello di abbracciarlo; e l'unico gesto di un bambino terribilmente spaventato è quello di aggrapparsi a sua madre. 
Io non conosco le parole per parlare di questa cosa. E quindi non dico niente.
Tralascio anche di riferire le parole stolide con cui il Sindaco Alemanno ha commentato la notizia, perché la responsabilità non è di questo o di quell'altro sindaco, ma di ognuno di noi. Me compresa. Dobbiamo trovare un modo per dire alle nostre amministrazioni quali sono le nostre priorità. E forse dobbiamo ricordare a noi stessi che il non far morire arso vivo un bimbo di tre anni è "la" priorità.

Ognuno di voi conosce certamente associazioni di sua fiducia, io conosco www.salvabebé.org e quindi la segnalo.



domenica 28 dicembre 2008

politicamente corretto?

Questa scritta l'ho fotografata ieri mattina. E' una scritta recente. Si trova sul muro esterno della Basilica di San Clemente a Roma, accanto al portale di ingresso. Ricordo che una volta sui muri della città si usava la parola "frocio" come insulto, ma nessuno scriveva di volerli mettere a morte. Ora usano il termine inglese "gay", linguisticamente rispettoso, ma invocano, immagino, o il linciaggio o il boia. Forse era meglio "frocio".

sabato 27 dicembre 2008

segnalazione/scuse

Mi scuso con le amiche e gli amici blogger. Per qualche giorno non potrò far visita ai loro blog. Ho bisogno di un po' di tempo per fare dei lavori di manutenzione del mio blog:
brani musicali scomparsi dal mio hosting e da ri-piratare e uploadare di nuovo; tag sbagliate o da ripensare; quei traditori dei "commenti recenti" da ristabilire; insomma una serie di lavoretti di precisione che mi lasciano appena il tempo di stendere il mio post quotidiano.
Ma riprenderò presto, con la solita curiosità, a vagabondare tra le loro pagine.

saluti

Ci hanno lasciati in questi giorni Eartha Kitt e Harold Pinter.


Lei aveva una faccia modellata apposta per fare Catwoman e una voce sensuale capace di rendere pruriginoso anche un modello 740.


Lui è stato un "impossibile" durante tutta la vita, fino al giorno del ricevimento del Nobel per la Letteratura, nel 2005, quando di fronte al mondo pronunciò un discorso durissimo in cui chiedeva di deferire Bush e Blair alla Corte Internazionale di Giustizia.

Il discorso terminava così:


When we look into a mirror we think the image that confronts us is accurate. But move a millimetre and the image changes. We are actually looking at a never-ending range of reflections. But sometimes a writer has to smash the mirror - for it is on the other side of that mirror that the truth stares at us.
I believe that despite the enormous odds which exist, unflinching, unswerving, fierce intellectual determination, as citizens, to define the real truth of our lives and our societies is a crucial obligation which devolves upon us all. It is in fact mandatory.
If such a determination is not embodied in our political vision we have no hope of restoring what is so nearly lost to us - the dignity of man.


"Quando guardiamo in uno specchio crediamo che l'immagine che ci fronteggia sia fedele. Ma basta muoversi di un millimetro perché essa cambi. Noi di fatto stiamo guardando una serie infinita di riflessi. Eppure talvolta lo scrittore deve rompere lo specchio, perché è sull'altra faccia di quello specchio che la verità ci sta fissando.
Io credo che nonostante le enormi divergenze, la determinazione intellettuale intrepida, costante, fiera, come cittadini, di definire la REALE verità delle nostre vite e della nostra società sia un dovere cruciale che incombe su noi tutti. E' di fatto un obbligo. Se tale determinazione non s'incarna nella nostra visione politica, non c'è speranza di recuperare ciò che già siamo così prossimi a perdere: la dignità umana."

venerdì 26 dicembre 2008

che piacere!

di Benjamin Britten: This little Babe
Si dice che questo pezzo sia stato scritto durante un viaggio in mare. Sono pronta a crederlo: vi circola energia e libera aria.
E l'espressione finale della giovane soprano all'estrema destra dice da sola tutto il piacere che si prova a cantarlo in coro.


giovedì 25 dicembre 2008

il bambino cantato paganamente


Fernando Pessoa come Alberto Caeiro
Il guardiano di greggi
Adelphi, Milano - 1984
Traduzione di Maria José de Lancastre


VIII
Un mezzogiorno di fine primavera 
ebbi un sogno come una fotografia. 
Vidi Gesù Cristo scendere sulla terra. 
Scese lungo il fianco di un monte, 
ritornato bambino, 
correndo e rotolandosi sull'erba 
e cogliendo fiori per gettarli via 
e ridendo che lo si sentiva da lontano.

Era scappato dal cielo.
Era troppo nostro per fìngersi
la seconda persona della Trinità.
Nel cielo era tutto falso, tutto in disaccordo
da fiori e alberi e sassi.
Nel cielo doveva stare sempre serio
e di tanto in tanto farsi uomo un'altra volta
e risalire in croce e stare sempre a morire
con una corona di spine sulla fronte
e i piedi trafitti da un chiodo,
e perfino con uno straccio intorno ai fianchi
come i negri nelle illustrazioni.
Non permettevano neppure che avesse padre e madre
come gli altri bambini.
Suo padre era due persone :
un vecchio chiamato Giuseppe, che faceva il falegname
e che non era suo padre;
e l'altro padre era una colomba stupida,
l'unica colomba brutta del mondo
perché non era di questo mondo e non era una colomba.
E sua madre non aveva amato prima di averlo.
Non era donna: era una valigia
in cui egli era venuto dal cielo.
E pretendevano che lui, che era nato solo dalla madre,
e che mai aveva avuto padre da amare e rispettare,
predicasse la bontà e la giustizia!

Un giorno che Dio stava dormendo
e lo Spirito Santo svolazzava,
egli andò alla cassa dei miracoli e ne rubò tre.
Con il primo fece sì che nessuno sapesse che lui era fuggito.
Con il secondo si creò eternamente umano e bambino.
Con il terzo creò un Cristo eternamente in croce
e lo lasciò inchiodato alla croce che c'è in cielo
e che serve di modello alle altre.
Poi fuggì verso il sole
e scese con il primo raggio che gli capitò.
Oggi vive con me nel mio villaggio.
È un bambino bello di riso e naturale.
Si pulisce il naso al braccio destro,
sguazza nelle pozzanghere,
coglie i fiori e li ama e li dimentica.
Tira sassi agli asini,
ruba la frutta negli orti
e fugge piangendo e gridando dai cani.
E poiché sa che la gente si diverte
e le ragazze si arrabbiano,
corre loro dietro
quando vanno a gruppi per la strada
con le anfore sulla testa
e solleva loro le gonne.

A me ha insegnato tutto.
Mi ha insegnato a guardare le cose.
Mi addita tutte le cose che ci sono nei fiori.
Mi mostra come sono belli i sassi
quando li teniamo in mano
e li guardiamo lentamente.

Mi parla molto male di Dio.
Dice che è un vecchio stupido e malato
che sta sempre a sputare sul pavimento
e a dire indecenze.
La Vergine Maria passa le serate dell'eternità a fare la calza.
E lo Spirito Santo si gratta col becco
e si appollaia sulle sedie e le sporca.
In cielo tutto è stupido come la Chiesa Cattolica.
Mi dice che Dio non capisce niente
delle cose che ha creato —
"Ammesso che le abbia create lui, cosa di cui dubito"-
"Egli dice per esempio che gli esseri cantano la sua gloria,
ma gli esseri non cantano niente.
Se cantassero sarebbero cantanti.
Gli esseri esistono e basta,
per questo si chiamano esseri ».
E poi, stanco di dire male di Dio,
il Bambino Gesù si addormenta fra le mie braccia
e io lo porto in collo verso casa.

Egli abita con me nella mia casa a metà del colle.
Egli è l'eterno bambino, il dio che mancava.
Egli è l'umano che è naturale,
egli è il divino che sorride e gioca.
Ed è per questo che io so con ogni certezza
che egli è il vero Gesù Bambino.

E il bambino così umano da essere divino
è questa mia quotidiana vita di poeta,
ed è perché cammina sempre con me che io sono poeta sempre
e che il mio minimo sguardo
mi riempie di sensazioni,
e che il più piccolo suono, da qualunque cosa esso provenga,
sembra parlare con me.

Il Nuovo Bambino che abita dove vivo
dà una mano a me
e l'altra a tutto ciò che esiste
e così andiamo tutti e tre per ogni sentiero,
saltando e cantando e ridendo
e godendo il nostro comune segreto
che è di sapere dappertutto
che non c'è mistero nel mondo
e che tutto vale la pena.

Il Bambino Eterno mi accompagna sempre. 
E stiamo così bene l'uno con l'altro
in compagnia di tutto
che mai pensiamo l'uno all'altro
ma viviamo uniti tutti e due
con un intimo accordo
come la mano destra e la mano sinistra.

La sera giochiamo ai cinque sassolini 
sulla soglia di casa,
gravi come si conviene a un dio e a un poeta,
e come se ogni sasso fosse tutto un universo
e dunque fosse un grande pericolo per esso
lasciarlo cadere per terra.

Poi io gli racconto storie delle cose solo degli uomini
ed egli sorride, perché è tutto incredibile.
Ride dei re e di coloro che non sono re,
e si addolora a sentir parlare delle guerre,
e dei commerci, e delle navi
che diventano fumo nell'aria degli alti mari.
Perché egli sa che a tutto questo manca quella verità
che un fiore ha nel fiorire
e che va con la luce del sole
a cangiare monti e valli
e a far dolere negli occhi i muri di calce.

Poi egli si addormenta e io lo corico. 
Lo porto in braccio dentro casa 
e lo corico spogliandolo lentamente, 
come seguendo un rituale molto pulito 
e tutto materno, finché non è nudo.

Egli dorme nell'anima mia 
e a volte si sveglia di notte 
e gioca coi miei sogni. 
Certi li butta a gambe all'aria,
certi li mescola e li confonde 
e batte le mani da solo
sorridendo al mio sonno.

Bambino, quando io morirò,
che possa essere io il bambino, il più piccolo.
Prendimi tu in braccio
e portami dentro la tua casa.
Spoglia il mio essere stanco e umano
e coricami nel tuo letto.
E raccontami storie, casomai mi svegliassi,
per farmi riaddormentare.
E dammi i tuoi sogni perché io ci giochi
finché non spunti un qualche giorno
che tu sai quale sia.

Questa è la storia del mio Gesù Bambino.
Per quale motivo mai
non dovrebbe essere più vera
di tutto quanto i filosofi pensano
e di tutto quanto le religioni insegnano?





mercoledì 24 dicembre 2008

comunque sia, Buon Natale

Per affrontare questo passaggio fatale, comunque voi lo consideriate, vi lascio, assieme ai miei auguri, un piccolo stralcio poetico.


24 Dicembre 1971
di Iosif Brodskij

Tutti a Natale siamo un poco Magi.
Nei negozi c'è fango, e ressa. Per
un barattolo di chalvà al caffè
di assediare botteghe son capaci,
avvolte nei pacchetti, intere folle;
ognuno per se stesso Re e cammello.

Con sporte, reti, cartocci, cestini,
e colbacchi, cravatte di traverso.
Odor di vodka, di merluzzo e pino,
di mandarini, di cannella e mele.
Caos di visi, nel turbine di neve
non si vede il sentiero per Betlemme...

martedì 23 dicembre 2008

segnalazione/donne

Mi permetto di segnalare, alle signore, il post odierno di baluginando.
E' dedicato alle amiche di penna, ma secondo me può estendersi alle amiche tout court...

chiedimi...

Sa di cadere la foglia?
Si sente arrossire?
No, è la risposta. 
Ma le risposte non sono interessanti.
Solo le domande hanno senso.



Quando insegnavo avevo una vera fame di domande. E cercavo di sollecitarne dai miei alunni. Gli rompevo le scatole fino all'inverosimile.
Scendevo a patti. "Se tu fai A ME una domanda su questo argomento, io NON  la faccio a te". 
E loro abboccavano.  E per farmi la domanda che li avrebbe messi al riparo da una mia erano costretti a fermare il pensiero su quel fatto che fin lì avevano ignorato. Ma devo confessare che indurli a riflettere su un argomento (storia, geografia, narrativa che fosse) non era il mio vero scopo. Non il primo, almeno. La verità è che io amavo le loro domande e non volevo farne a meno. E quando non avevo la risposta ed ero costretta a cercarla con loro, ero particolarmente contenta. Come pure quando dovevo dire: "Questa domanda è troppo difficile per me. Ci devo riflettere. Devo studiare." 
Ma le domande che più mi facevano felice erano quelle assurde, prive di ogni logica e di ogni senso. Quelle che scardinavano il mondo dalle fondamenta e lo lasciavano lì da ricostruire.
Solo i ragazzini sanno fare di queste domande. E uno dei motivi per cui li amiamo, penso, è proprio questo. Perché il loro sguardo interrogativo ci spolvera il pensiero.

Dei ragazzini amo anche le risposte. E quanto più ci sembrano fantasiose ed utopistiche tanto più stanno indicando la sola ragionevole direzione in cui procedere.
Forse per governare il mondo bisogna fare in modo che i ragazzini ci facciano delle domande e che ci diano le risposte.
Ma attenzione: presto, molto presto il ragazzino verrà inghiottito dalla polvere del nostro pensiero. Della freschezza del suo dobbiamo quindi approfittare precocemente, prima che le nostre risposte logiche abbiano soffocato le loro domande folli.

lunedì 22 dicembre 2008

segnalazione/sorridere amaro

Tutta la cronaca commentata da Spinoza. Ci passo sempre, perché mi fanno ridere e ridere fa bene alla salute.

Assemblea Pd: sul tavolo la questione morale. Dio mio, vogliono mangiarsi anche quella!

"Nel Pd non c'è posto per i disonesti". E dai, stringetevi un po'.

Appello di Veltroni: "Mi servono più poteri". Si vede che l'invisibilità non gli basta.

Sul malaffare napoletano, Rutelli si dichiara "estraneo ai fatti". Non so perché, ma quando Rutelli dice di non sapere nulla di qualcosa, mi viene da credergli sulla parola.

Calderoli cancella 29.000 leggi: tutte quelle con più di un congiuntivo.

Aumenta del 30% l'evasione fiscale. Berlusconi: "Abbiamo fatto trenta...".

Torino, 21enne si sveglia da stato vegetativo permanente. E smette di votare Forza Italia.

domenica 21 dicembre 2008

sabato 20 dicembre 2008

profezie alcoliche

Dall'intervento di Walter Veltroni alla Direzione nazionale di ieri venerdì 19 dicembre 2008 :


"...la crisi sarà uno spartiacque. Potremmo ritrovarci in un Paese che non riconosciamo. Migliore o peggiore: dipenderà anche da noi, da cosa decideremo di fare e prima ancora di essere......

Sarà un paese senza il berlusconismo, che nonostante le apparenze è un modello culturale, prima ancora che economico e politico,
che inevitabilmente volge al tramonto."

Mi chiedo: come s'è presentato Walter alla Direzione nazionale, alticcio?

venerdì 19 dicembre 2008

segnalazione/help!

Amici, non so cosa sia successo, ma da questa mattina i "commenti recenti" che compaiono sono quelli .....del luglio scorso! Ho provato di tutto ma non c'è niente da fare. Mentre sotto il post compaiono regolarmente  i vostri commenti e le mie risposte, nello spazio che dovrebbe mostrare i commenti recenti si è tornati indietro nel tempo. Spero che sia un problema temporaneo. Se poi qualcuno di voi può suggerirmi come intervenire...
 

il passo del gambero

All'inizio, dicono le psico-scienze, tendiamo alla fusione. Inseguiamo quella squisita sensazione che sperimentammo nel ventre materno.

Poi arretriamo. E sognamo un amore unico che ci accolga tutti interi in un abbraccio di totale accettazione. Divisi, altri, ma accolti in toto.
Poi arretriamo ancora e speriamo che parti disarticolate di noi stessi vengano accolte ed amate. Un po' qui, un po' là, un po' da questo, un po' da quello.

Poi siamo costretti da contingenze varie ad arretrare ancora e ci auguriamo semplicemente che sulle nostre parti disarticolate nessuno si accanisca con sprezzo o indifferenza.

Poi ci dicono che -errore!- era dall'amarci noi stessi che bisognava partire e che se non ci accogliamo ed amiamo ed accettiamo noi, PER PRIMI, nessun altro potrà farlo. In breve potrebbe essere colpa nostra. Sicché arretriamo ancora e limitiamo la nostra ambizione ad amarci e accoglierci da soli, al fare tutto in casa.
Così ruotiamo davanti ad uno specchio e vediamo di rintracciare in noi qualche cosa da amare noi stessi, cosicché gli altri, poi, possano amarla.
Ma subito l'esperienza ci mostra che le parti di noi che ci piacciono e che riteniamo "amabili" , guarda caso, NON sono quelle che gli altri sono pronti ad apprezzare e ad amare.

Allora indietreggiamo decisamente: non importa, diciamo agli umani, non amatemi se non volete, ma capitemi. Per favore, capitemi.
E questo assioma, -è molto meglio essere capiti senza essere amati che essere amati senza essere capiti- questo, che è la scoperta della nostra vita, tardiva, ma pur sempre la scoperta della nostra vita, diventa il nuovo super obiettivo, e pari pari lo sostituiamo alla fusione di psicoanalitica memoria.

Ma, attenzione, qui s'impone un nuovo arretramento delle nostre ambizioni esistenziali: pare che la comprensione sia merce molto rara, più rara persino dell'amore. Molto, molto più rara.
Sicché, a forza di arretrare, ormai con la schiena contro la parete di fondo, guardando gli umani che vi fanno compagnia sulla terra e nella complicata esistenza, vi dite che, se un ulteriore arretramento non è più possibile perché la parete rocciosa vi punge le scapole, non c'è che l'attacco.
Così balzate in avanti, agitando nella destra il mazzo di desideri, sogni e bisogni, voglie e ambizioni, via via accantonati, e in faccia al primo che vi capita, noto o ignoto, colpevole o innocente che sia, sillabate energicamente: vai a farti fottere.

giovedì 18 dicembre 2008

pianeta in ordine

"Essere immortale è cosa da poco: tranne l'uomo, tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte; la cosa divina, terribile, incomprensibile, è sapersi immortali. Ho osservato che, nonostante le religioni, tale convinzione è rarissima. Israeliti, cristiani e musulmani professano l'immortalità, ma la venerazione che tributano al primo dei due secoli prova ch'essi credono solo in esso, e infatti destinano tutti gli altri, in numero infinito, a premiarlo o a punirlo".




Secondo questa logica -che ho sottratto a "L'aleph" di Borges- più ci occupiamo di descrivere, immaginare, regolare e temere i secoli che verranno, legando la nostra futura  condizione al nostro comportamento in questo, più dimostriamo di non prestar loro alcuna fede. Tutta quella eternità dedicata a premiarci o a punirci per il nostro breve soggiorno terreno? Che esagerazione!


Va bene sbirciare di tanto in tanto nella supposta stanza chiusa, ma descriverne nei minimi particolari l'arredamento e soprattutto dirci che vi troveremo un accogliente divano solo se avremo sprimacciato bene i cuscini di quello della nostra attuale casa, significa alterare la gerarchia tra la famosa stanza eterna -col suo bel divano o il suo letto di spine- e questo modesto condominio terreno. 

Come è possibile credere che un tempo così breve e così insignificante come la nostra esistenza terrena possa determinare l'eternità?


Eppure i credenti -come si assolutizzano nel definirsi- sono pronti a giurare non solo che quella stanza esiste e che loro l'abiteranno, ma anche che tutto in quella stanza dipende da come avranno saputo rassettare il miniappartamento che abitano qui e che così diviene l'unica realtà veramente importante anche ai loro occhi.
Almeno la tenessero in ordine!




Quanto a me, che so di essere mortale e temo quanto è giusto la morte, ho anche un inafferrabile sentore di immortalità. L'affido ai miei atomi di carbonio che, in un tempo incalcolabile -cioè letteralmente non calcolabile- si combineranno ad altri atomi e daranno vita -daranno vita!- a qualche forma che non sarò io ma che sarà fatta anche di me. Naturalmente se nel frattempo le condizioni sul pianeta che mi ospita non saranno state alterate al punto che le necessarie reazioni non potranno più verificarsi.
Anche in questo caso, teniamolo in ordine questo pianeta: ne va della mia immortalità.

Discuto amabilmente di questo tema con il coniuge.
L'ipotesi che mi inquieta, dice il mio "personal scientific advisor", è remota. Le leggi fisiche (e quindi anche quelle chimiche) che presiedono all'universo, sono immutabili. A meno che, a meno che...e mi mette in guardia nei confronti delle armi atomiche a fusione nucleare (la bomba ad idrogeno per intendersi). Infatti, a differenza di quelle a fissione nucleare, così demodé, in caso di un loro utilizzo si disferebbe la struttura stessa degli atomi che mi compongono. 
Si disferebbe la struttura dei miei atomi!? Gli atomi che mi fanno immortale?!
Entro nella giornata con una preoccupazione in più.


 

mercoledì 17 dicembre 2008

segnalazioni/emergenza Italia

Vi invito a leggere il bel post di Giulia Zone di emergenza in Italia

la pioggia?!?!


Scende una pioggia fitta, verticale, quasi ferma. Una pioggia militare.
Colpisce ogni millimetro dell'asfalto, rimbalza sugli ombrelli, gocciola persino sulle ciglia.
Le strade sono diventate un solo buco. Ci si finisce a sguazzare dentro.
Mentre aspetto di fronte al cancello della clinica il cielo mi si abbassa sulla testa e prende a colpirmela ritmicamente. Il mio umore si fragilizza, ma insieme si ribella. Vorrei presentare il mio reclamo: non sono pronta per nuove preoccupazioni. Ma a chi presentarlo?
Quando si tratta di ricevere reclami non si trova mai nessuno.
Un uomo in attesa accanto a me si lamenta del clima: "Tutta questa pioggia!" esclama, "non se ne può più!"
Che mi prende allora? Non saprei.
Fulminea gli replico sul muso: "Perché, di tutto il resto lei ne può ancora?" 
"Ma..." prova a replicare l'uomo.
Ma gli chiudo la bocca con un "La pioggia, figurarsi! Con tutto quello che succede in questo paese!"
E chiuso l'ombrello in spavalda protesta, resto lì in attesa, sotto la pioggia.
Quando la Prima Sorella arriva sto ancora bofonchiando fra me e me: "La pioggia! ma chi se ne frega della pioggia!"


Quando usciamo dalla clinica -soddisfatte per le buone notizie- ancora piove, ma docilmente, come per dovere. Le due sorelle si dirigono verso le loro macchine. "Ce l'hai l'ombrello?" mi chiede la Terza Sorella. La Prima Sorella ride e se ne va. Io faccio spallucce e marcio sguazzando verso la mia cinquecento.
Faccio su e giù per la strada ma non la trovo. Scorgo invece due ausiliari del traffico.
"Per caso avete fatto portare via una 500?"
Mi guardano partecipi: "Noi no, ma c'erano i Vigili poco fa. Dove l'aveva lasciata?" "Sul marciapiede" affermo senza battere ciglio. Non battono ciglio nemmeno loro.
Mi dirigo verso il grande viale per prendere un autobus e quasi sorpasso la mia cinquecento, che luccica meravigliosamente, lavata di fresco. Butto dentro l'ombrello e la borsa e per un attimo penso di aprire la cappottina, così tanto per fargli vedere. A chi? Alla pioggia.

nota: non è certo la Natura che fa i danni più grandi nel nostro sgangherato paese.
Perciò, non "Piove. Governo ladro." ma "Governo ladro. Di molte cose. E in più, piove."



martedì 16 dicembre 2008

scelti per me da Marguerite Yourcenar

La lezione che ho ripassato oggi viene da una fonte molto lontana ed è stata scelta per me (così mi piace credere) da Marguerite Yourcenar.




Tao-Te-Ching, XV-9

Comment clarifier l'eau trouble? Laissez-la reposer et elle cessera d' être trouble.
Come rendere limpida l'acqua torbida? Lasciatela riposare e cesserà d'essere torbida.





L'arbre qui remplit le ciel est né d'une petite graine; la tour de neuf étages a commencé par une motte de terre; le voyage de mille Li commence avec le premier pas hors du seuil.
L'albero che riempie il cielo è nato da un piccolo seme; la torre di nove piani ha preso inizio da una zolla di terra; il viaggio di mille
Li comincia con il primo passo oltre la soglia.



da La voix des choses-Textes recueillis par Marguerite Yourcenar
Gallimard, Paris- 1987
(Le foto mie.)

lunedì 15 dicembre 2008

figlia di mezzo/diciannove/offeso,offesa

Avendo scorto lacrime d'impotenza negli occhi del Comandante appena la sera prima, e considerando questa l’offesa peggiore che la vita potesse farle, la figlia di mezzo accolse con gratitudine il gesto di sputarle in faccia con cui quell’uomo, totalmente impedito nei movimenti, dichiarava guerra alla sua nuova condizione e la respingeva assieme all' alimento che lei gli offriva.
La figlia di mezzo respirò fondo e forte e tornò a porgergli il boccone, augurandosi un nuovo sputo ribelle. Ci sono infatti  circostanze nella vita in cui una lacrima è molto più intollerabile di uno sputo.

domenica 14 dicembre 2008

spigolando tra '800 e '900: quel buon sapore d'antan



Guido Gozzano

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!

Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.

C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.

L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.

un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!

Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!

L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare

sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.

Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,

di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!

Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,

o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

sabato 13 dicembre 2008

passeggiata all'isola Tiberina




















lettura facoltativa

Cari amici, vi informo che ho pensato di usarvi come reattivi chimici, sperimentando su di voi l'effetto di un mio racconto.
Questo non comporta in nessun modo per nessuno di voi l'obbligo morale di leggerlo.
Né di esprimersi su di esso una volta letto. Potete tacere e passare oltre.
Ma, se lo leggete e se poi decidete di dire la vostra tenete bene a mente che dovete imperativamente essere giudici severi. E sinceri. 
Bando ad ogni affettuosa complicità.
Se c'è un campo in cui il rigore è d'obbligo è lo scrivere. E il leggere.
Tanto, anche in caso di stroncatura, vi voglio bene lo stesso.

Il racconto si intitola "Occupati solo della punteggiatura" ed è coperto da una Licenza Creative Commons. Questo significa che ne va sempre indicato l'autore, che nessuno può sfruttarlo a fini economici e che non può essere modificato in alcun modo. Ma è a disposizione di tutti.
E' scaricabile
QUI

giovedì 11 dicembre 2008

per la serie: uomini che ci mancano-Pasolini intervista Ungaretti

https://www.youtube.com/watch?v=ypFcFh98vME

segnalazioni/struggente/due

Per coloro cui non si apre il link: http://inqualchepostonelmondoedentrodime.blogspot.com

segnalazioni/struggente

Solo se siete molto forti di spirito, e nello stesso tempo sentite che soffrire un po' per rendere onore ad un cane, è il minimo che si possa fare per questi meravigliosi esseri, andate a vedere il video pubblicato da Artemide_Diana sul suo blog.

persi per persi...meglio perversi

S’ intende che ho anche io le mie perversioni. Ed ora voglio confessarne una.
Io partecipo a dei forum in latino. E, non contenta, mi affaccio addirittura a delle chat in latino!
Di forum ne esistono diversi, ma il mio preferito è quello della Radio nazionale finnica la YLE .

Sul sito sono attivi 4 forum:
Uno sulla lingua latina
Uno sulla letteratura latina
Uno sulle antichità romane
Ed uno di varia umanità.
Il sito è molto semplice e ti accoglie con un incoraggiante Quaere, narra, colloquere! Cioè chiedi, racconta, chiacchiera.
Compaiono le classiche FAQ cioè le Frequenter Allatae Questiones
Al sito ovviamente ci si iscrive, si effettua cioè, la registratio.
Si deve inserire il nomen scriventis cioè un user name e la password il notaculum secretum
Quindi passi alla casella classica dove Log-in diventa Ineas (cioè entra)

Non conoscendo la natura delle vostre perversioni e il vostro grado di tolleranza verso quelle altrui, salto i primi forum e plano con voi direttamente a quello di varie: Alia Themata
I temi in discussione sono i più vari.
Si va dall’odierna riduzione in schiavitù di giovani e bambini, De hodiernae commercio servitudinis
Alla morte di Luciano Pavarotti de morte luciani pavarotti
dal bicentenario della nascita di Garibaldi De bicentenario natali iosephi garibaldi a star trek iter stellare
dall’uragano emma, De emma procella
al declino dell’europa num europa se amissura

C’è un angolo poetico angulus poeticus
uno scherzoso per lusum
ed uno di enigmistica aenigmata varia

Gli iscritti si trovano sparpagliati nel mondo.
Galanthus scrive da San Pietroburgo
Magister hirpinus dalla Campania
Ericus dalla Finlandia centrale
Amadeus Ranierius dalla Pennsylvania
Marcus Favonius ursinus dalla Germania meridionale
Beatus Bernardus dagli USA (civitates foederatae americae)

Io partecipo con minuscoli interventi, presa da ammirazione e timore insieme. Per lo più pongo domande, pardon quaestiones e mi acquatto in un angolo ad ascoltare.
Sono tutti di una incredibile cortesia, un po’ paludata come è ovvio; ma sono anche spiritosi e allegri.
Si trattano con grandissimo rispetto anche se non se le mandano a dire.
Si ha l’impressione che la lingua latina con la sua sola natura li porti verso il rispetto reciproco e verso la riflessione. Ma forse fa parte delle mie mitologie.

Comunque quando approdo sulla YLE ho sempre una sensazione di casa; tra tutti quegli sconosciuti che si parlano da Mosca a Sydney, da Boston a Nairobi, da Bruxelles a Cuernavaca, in una lingua che, con i suoi neologismi, mi costringe spesso a laboriose interpretazioni semantiche, io mi sento confortata, al caldo, e protetta.
Forse sono anch’essi perversi ma testimoniano una cosa di importanza assoluta per me: la permanenza della civiltà cui appartengo.
Sfatta, involgarita, estenuata, corrotta nelle fibre e nella forma, la civiltà cui appartengo cammina sulla sua lingua attraversando oceani e valicando monti e se mi affaccio là dove alcuni volenterosi la circondano ancora di rispetto, mi accoglie con la cortesia squisita di Iulia che omnibus sodalibus salutem dicit o con la franca forma di saluto di Alexander che omnibus salutem dat

Questa estate sul sito ho trovato notizia di una trasmissione tutta in latino alla televisione austro-elvetica-germanica!Che, naturalmente, non mi sono fatta scappare.
Qui videre velint, huc adeant:
Coloro che vogliano vederla vadano qui.
http://www.3sat.de/mediathek/mediathek.php?obj=9250
Valete. Ciao.

balli?

Poco fa ho guardato in tv un film idiota, uno di quei film che mentre soggiogata li guardi una parte del tuo cervello continua a dirti: perché lo fai? Perché non vai di là a lucidare l'argento, a stirare i vestiti delle bambole o a studiare il sanscrito piuttosto che guardare questa cazzata? intanto però resti lì in stato di trance fino all'ultima inquadratura. Ma questa volta sono stata premiata per la mia ottusa passività, perché l'ultima inquadratura, un matrimonio rivoltante in una chiesa finta, era accompagnata dalle note vitalizzanti di Save the last dance for me. Il che ha automaticamente comportato che la pigrizia mi scivolasse di dosso e io concludessi la serata ballando sotto lo sguardo impassibile del coniuge.
Siete giovani, lo so. Ma questa canzone è stata ripresa da tanti di quei complessi e cantanti che dovete conoscerla. Comunque ho provveduto a offrirvela. In due versioni, così, per non farvi mancare niente. La prima in assoluto, The drifters (1960) e quella di Elvis Presley e Jerry Lee Lewis.
Le trovate qui sotto, testo compreso.





You can dance-every dance with the guy 

Who gives you the eye,let him hold you tight 

You can smile-every smile for the man 

Who held your hand neath the candle light 

But don't forget who's takin' you home 

And in whose arms you're gonna be

So darlin' save the last dance for me 


Oh I know that the musics fine 

Like sparklin' wine,go and have your fun 

Laugh and sing,but while we're apart 

Don't give your heart to anyone 

But don't forget who's takin' you home 

And in whose arms you're gonna be 

So darlin' save the last dance for me 


Baby don't you know
I love you so 

Can't you feel it when we touch

I will never never let you go 
I love you oh so much 


You can dance,go and carry on 

Till the night is gone 

And it's time to go 

If he asks if you're all alone 

Can he take you home,you must tell him no 

Cause don't forget who's taking you home 

And in whose arms you're gonna be 

So darling,save the last dance for me 

'
Cause don't forget who's taking you home 

And in whose arms you're gonna be 

So darling,save the last dance for me 

Save the last dance for me 

Save the last dance for me.




Intanto però bisogna assolutamente che vi parli del ballo. Ballo, ballare. Piacere di me tutta intera. Ammesso -e non concesso- che esista un corpo ed uno spirito, o una res cogitans ed una res extensa- la mia res cogitans si gode il ballare proprio come la res extensa. Lo affermo e lo sostengo. Ballare è un'attività dello spirito oltre che del corpo.
E non parlo solo del Lago dei cigni o di Giselle o dello Schiaccianoci.
Parlo di ogni ritmo o melodia su cui il corpo, arti, testa, mani e piedi, polmoni e muscoli si posa o da cui il corpo è sollevato. Di questo parlo.

Sentite questa storia.
Tre compagni di classe del Liceo, dopo essersi frequentati per tutta la vita, decidono di festeggiare il loro sessantesimo compleanno insieme. Ed organizzano una festa cumulativa. Affittano un locale, ingaggiano una ditta di catering e qualcuno che faccia musica.
Uno dei tre è la Terza sorella. Cioè la mia sorella più piccola. La più piccola compie sessanta anni, chiaro?
Io sarei pronta ad andare ospite di Vespa piuttosto che andare alla festa del sessantesimo compleanno di due miei amici e una sorella. Non ho voglia di rivedere tutte le persone che mi troverò a rivedere. Non ho voglia di sorridere, di sforzarmi di ricordare nomi, di ripetere frasi come: ma quanto stai bene! non sei cambiata/o per niente! E tanto meno di sentirmele dire! E non ho voglia dei Ti ricordi?
E non ho voglia di trucco, di scarpe con i tacchi, di vestiti eleganti e di balocchi e profumi.

Io odio andare a questa festa. Comincio ad entrare in agitazione una settimana prima. Mi sento prigioniera del Fato. Mordo l'aria.
Ma può una sorella mancare alla festa del sessantesimo compleanno di un'altra sorella? La piccola, per di più? Può? Dalle mie parti no, non si può.
Così vado. Odiando tutto e tutti.

E la serata è esattamente come la immaginavo. Ed io faccio tre "grezze" l'una dietro l'altra. Saluto con calore il secondo marito di un'amica credendo che sia il primo. Chiedo notizie della moglie di un carissimo amico di infanzia e quando lui -per altro idiota- mi dice: Vittoria è andata in Calabria dalla madre, facendo una faccia compunta, io gli chiedo, partecipe: Perché, è malata? Invece la poveretta è morta un anno fa e la figlia è andata a trovarla al cimitero.
E per finire, non riconosco nell'uomo che accompagna una vecchia e mai più vista amica l'infelice amore gay di tutta la sua vita e le chiedo deliziata: lui è tuo marito?

Comunque sono lì che mi chiedo, insomma, chi è marito di chi e chi figlio di chi e guardo l'ora aspettando la torta e il coretto di auguri per andarmene via, quando vuuuuum i musicanti entrano in azione e nella sala in cui tre generazioni si affollano-centocinquanta persone unite dalle più varie relazioni- esplodono le note di Satisfaction. Satisfaction, ho detto!
E' come se una improvvisa iniezione di adrenalina ci scuotesse tutti. Non passa neanche il primo I can't get no e siamo tutti in pista.
E le tre generazioni dopo essersi lanciati sguardi di intensa competizione - via dalla pista, voi, vecchi, contro: via dalla pista questa è la MIA musica-si accordano che sì, sono tutti ugualmente in grado di prodursi in una perfetta estroversa fantasiosa creativa e irrispettosa esecuzione del capolavoro dei capolavori rock! Tutti lì, tranne il coniuge e il sussieguoso amico di infanzia, molto primario anche mentre suonano i Rolling Stones! Quando poi l'amico sussieguoso si decide per un twist torna ad essere per un momento, il tempo per me di constatarne l'antica e ben nota goffaggine, il ragazzo allegro di una volta.
Da quel momento non ci si ferma più. Si ripercorrono trent'anni di ballabili, e si approda ai balli figurati collettivi, i cui passi come per miracolo riemergono dalla notte dei tempi, nelle caviglie, nei polpacci, nelle gambe, nelle braccia, risalgono e si formano con lo stesso mirabile accordo di una vita fa. E il bello è che ho ballato con mia figlia i pezzi della mia giovinezza! e ci siamo divertite da pazze!
Non pensate che mi sia sentita di nuovo giovane, tutte quelle sciocchezze degli anni che non si sentono più, che ti scivolano di dosso, eccetera eccetera.
Niente affatto. Io ho scoperto che SONO ancora giovane, perché quando si balla si è giovani. Punto. 

mercoledì 10 dicembre 2008

nessuno può toglierti i tuoi diritti

Sessanta anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani


Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Ho appena letto la mail di Duccio con cui mi invita a pubblicare entro le 12 un post per ricordare questo importante atto. Vorrei poter fare di più, ma sono le 11 e 51 e non ho il tempo di far altro che pubblicarne il testo.

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Preambolo
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo;
Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;
Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;
Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;
Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;
L'ASSEMBLEA GENERALE
proclama la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.


Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.


Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.

Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.

Articolo 11
1. Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.


Articolo 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Articolo 14
1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15
1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Articolo 17
1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 20
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

Articolo 26
1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.

Articolo 27
1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

Articolo 29
1. 1 Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.

Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

guerre stellari

ieri mi è arrivata questa mail di risposta e, sconcerto a parte, l'ho trovata divertente, davvero. Anche se lì per lì mi è venuto da guardarmi intorno con una certa circospezione. Non si sa mai, potrei avere in casa una spia di Marcello Baraghini. Marcello Baraghini, per chi non lo sapesse, è il fondatore di Stampa Alternativa.
Oppure l'uomo potrebbe essere dotato di poteri paranormali. Ben oltre la banale lettura del pensiero. Addirittura il superpotere di leggere un testo di 140 pagine a distanza di 85 km (Viterbo/Roma) -tanti separano la sua casa editrice da casa mia- e attraverso un cassetto chiuso.
Ma soprattutto quello di esaminarlo criticamente a distanza, di farne una puntuale critica, tema, stile, linguaggio ecc. al termine della quale poter affermare che no, la sua casa editrice non fa al caso mio.

Il fatto è che io NON gli ho inviato affatto il mio manoscritto, né una sinossi del libro, né una semplice scheda! Niente di niente.
Io mi sono limitata a scrivere la seguente frase (come potete verificare nell'immagine):
VORREI SAPERE SE ACCETTATE MANOSCRITTI IN VISIONE E COME EVENTUALMENTE VANNO INVIATI-GRAZIE

Avrebbe potuto rispondere con una sola parola, che poi è anche una sola sillaba. NO.

Ma nella guerra preventiva che oppone gli editori agli scrittori che aspirano ad essere pubblicati, non siamo alla semplice dissuasione, né al fuoco di sbarramento, no, siamo allo scudo stellare!

Tu mi chiedi come inviare il tuo manoscritto? Io ti anticipo rispondendoti che non fa al caso nostro.
Che missile!

Ma io mi sono divertita. Sia come lettrice che come (aspirante)scrittrice. Anche se le due talvolta entrano in rotta di collisione.
La lettrice dice all'altra: Si pubbblicano troppi libri. Le librerie sono piene di libri inutili, superflui, dannosi addirittura. (Infatti la noia, dicono gli psicologi, fa male). Oltre che di quantità spaventose di libri scritti male. Ma proprio, proprio, male.

Se la (aspirante) scrittrice è in una giornata in cui vede il mondo color di rosa spiega pazientemente alla lettrice che lei ha ragione sì, ma il fatto che il mercato editoriale italiano sia pieno di cacca non può essere ragione sufficiente per impedire la pubblicazione del suo lavoro che cacca non è. Anzi, a maggior ragione, il mercato editoriale italiano ha bisogno del suo libro per risollevare la sua qualità.
In questi casi la lettrice, molto molto scettica, si limita a guardarla con aria interrogativa e la (aspirante) scrittrice a quel punto, con la coda fra le gambe, si ritira. E il suo umore, dal rosa vira al nero.

Quando però la (aspirante) scrittrice è in vena di polemica, alla lettrice che le fa osservare come in Italia pubblichino porci e cani obietta con foga: Appunto! Perché io no? Che mi rispondi, eh? che mi rispondi?

In tal caso la lettrice, scorata, abbandona la tenzone.

In ogni caso entrambe, la lettrice che io sono e la scrittrice che aspiro a diventare, hanno oggi trovato conferma di un loro sospetto.
Il problema non è farsi pubblicare. Il problema è farsi leggere! Questa è la vera difficoltà.
Preso atto della smilza verità le due si riconciliano e ridiventate una sola creatura tornano a....scrivere.

martedì 9 dicembre 2008

dans le tourbillon de la vie...

Da qualche tempo porto avanti un lavoro impossibile: aggiungere dei brevi commenti "critici" alle schede di ognuno dei miei libri catalogati con File Maker. L'idea mi è venuta pescando quotidianamente nella mia biblioteca alla ricerca del libro da postare su blog di Mariateresa e mio: The book show.
Nelle mie intenzioni la breve nota dovrebbe dare un'idea del valore che attribuii al libro quando lo lessi, dell'effetto che mi fece, della rispondenza tra il libro e me.
Il lavoro è tre volte impossibile.
Uno, perché i libri sono oltre quattromila e io ne esamino sì e no tre o quattro a settimana.
Due, perché mi succede di non ricordare un libro e debbo quindi riprenderlo, sfogliarlo, rileggerne delle parti, cercare le note, le sottolineature ecc...
Tre, perché già so che la nota che scrivo adesso non ha niente a che fare con quella che avrei scritta a suo tempo.
Ma per il momento vado avanti con il mio lavoro, del quale intuisco lo scopo nascosto, che ha molto a che fare con il pensiero che un giorno la mia biblioteca passerà in altre mani.

Oggi mi sono trovata ad apporre una nota a Jules e Jim di Henri-Pierre Roché e alla mia mente si è presentata d'istinto la frase: Che donna adorabile! Ammetterete che una frase del genere ha poco a che fare con un commento critico, ma ho deciso di seguire l'istinto e sulla scheda ho scritto proprio: Che donna adorabile!
Poi sono andata a riprendere il libro, un vecchio Oscar Mondadori del 1965.
E, sfogliandolo, mi sono imbattuta in questo passo che ha dato, inequivocabilmente, ragione a quella mia prima impressione. 

"Ogni innamorato era per lei un mondo a parte e ciò che si svolgeva in esso non riguardava gli altri. Questo però non le impediva di essere gelosa. 
Un giorno era stata da un medico per fargli visitare la sua primogenita che non stava bene. Gli disse:
"E' la mia unica figlia, dottore..."
Stupita la bambina fece il nome della sorella più piccola.
"Cosa?" disse il medico.
"La seconda, l'altra mia unica figlia" disse Kathe.
Così avrebbe potuto parlare dei propri amori."

Decisamente, una donna adorabile!




dal film di François Truffaut, Jules et Jim del 1962
Serge Rezvani e Jeanne Moreau in "Le tourbillon de la vie"


https://www.youtube.com/watch?v=dcVcwwo8QFE


Elle avait des bagues à chaque doigt,
Des tas de bracelets autour des poignets,
Et puis elle chantait avec une voix
Qui, sitôt, m'enjôla.

Elle avait des yeux, des yeux d'opale,
Qui me fascinaient, qui me fascinaient.
Y avait l'ovale de son visage pâle
De femme fatale qui m'fut fatale {2x}.

On s'est connus, on s'est reconnus,
On s'est perdus de vue, on s'est r'perdus d'vue
On s'est retrouvés, on s'est réchauffés,
Puis on s'est séparés.

Chacun pour soi est reparti.
Dans l'tourbillon de la vie
Je l'ai revue un soir, hàie, hàie, hàie
Ça fait déjà un fameux bail {2x}.

Au son des banjos je l'ai reconnue.
Ce curieux sourire qui m'avait tant plu.
Sa voix si fatale, son beau visage pâle
M'émurent plus que jamais.

Je me suis soûlé en l'écoutant.
L'alcool fait oublier le temps.
Je me suis réveillé en sentant
Des baisers sur mon front brûlant {2x}.

On s'est connus, on s'est reconnus.
On s'est perdus de vue, on s'est r'perdus de vue
On s'est retrouvés, on s'est séparés.
Dans le tourbillon de la vie.

On a continué à toumer
Tous les deux enlacés
Tous les deux enlacés.
Puis on s'est réchauffés.

Chacun pour soi est reparti.
Dans l'tourbillon de la vie.
Je l'ai revue un soir ah là là
Elle est retombée dans mes bras.

Quand on s'est connus,
Quand on s'est reconnus,
Pourquoi se perdre de vue,
Se reperdre de vue ?

Quand on s'est retrouvés,
Quand on s'est réchauffés,
Pourquoi se séparer ?

Alors tous deux on est repartis
Dans le tourbillon de la vie
On a continué à tourner
Tous les deux enlacés
Tous les deux enlacés.

lunedì 8 dicembre 2008

neologismi e sentimenti

Nello stesso posto, alla stessa ora, s'incontrarono scoramento e speranza.
Parlamentarono tra di loro, realisticamente, senza distogliere gli occhi l'uno dallo sguardo dell'altra.
Infine fu deciso che, poiché né l'una né l'altro erano pronti a lasciare il cuore che li ospitava entrambi, entrambi lo avrebbero abitato, ma reciprocamente intrecciando le loro fibre affinché non se ne potesse più distinguere l'appartenenza né soppesare il peso dell'uno o dell'altra. 
Fu così che nacque la scoranza un sentimento generalmente non catalogato o descritto; un sentimento che l'autocorrezione Word si ostina a non riconoscere, sottolineando la parola in rosso. 
Ma il cuore dice che la scoranza esiste, anche in mancanza di un riconoscimento ufficiale.
E il cuore è il solo competente in fatto di sentimenti.