domenica 2 novembre 2008

Alla mia nazione di Pier Paolo Pasolini

Del mattino di quel 2 novembre, ricordo me stessa col giornale in mano: l'incredulità, la rabbia, il dolore, il sospetto.
Il senso di perdita e di mancanza, subito, ben prima che divenisse ipocrita voce comune.
Finché fu vivo non gli perdonarono, nella stessa misura, la sua omosessualità e la sua severità.
Poi ne fecero un santino: "Il nostro più grande intellettuale, diamine!" e cominciarono a citarlo a destra e a manca.
Ma lo avevano perseguitato con ferocia. Non c'è niente di più feroce del moralismo.


Alla mia nazione

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.

Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

15 commenti:

  1. Non ricordo i miei sentimenti di allora (faccio difficoltà a ricordarmi quelli di adesso...). Di PPP ricordo gli articoli di terza pagina sul Corriere delle sera che leggevo avidamente anche se raramente mi trovavo d'accordo con lui. Non accettavo non tanto quella sua visione apocalittica della società dei consumi, ma la sua nostalgia per una società arcaica, pastorale e un po' bucolica nella quale vivevano uomini miserabili ma felici... Mi sembravano giuste le premesse , ma sbagliate le prospettive , anche perché c'era in lui il rifiuto della società industriale e una certa indifferenza (se non ostilità) verso i movimenti politici e sociali di quegli anni. Famosa la sua presa di posizione a favore dei poliziotti (gente miserabile del sud) e contro gli studenti (figli della borghesia reazionaria) che occupavano le università. Stessa cosa per la sua lontananza dal movimento sindacale...
    La sua omosessualità francamente mi interessava poco. Trovavo squallido questo suo procurarsi amore mercenario tra i ragazzi di borgata. Come avrei trovato squallida la sua frequentazione di puttane...

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  2. I miei sentimenti alla notizia furono gli stessi tuoi.
    Tu hai postato "Alla mia nazione"; da me nella parte destra della pagina c'è "Alla bandiera rossa"...

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  3. ciao Guglielmo, degli articoli sul Corriere confesso che leggevo l'eco su altri giornali, spesso molto critici. Mi colpiva ogni volta l'assoluta indipendenza di giudizio, l'originalità di una visione che non si sposava con nessun partito culturale. Quello famoso sulla manifestazione di Valle Giulia conteneva una grossa parte di verità. Io penso che il valore degli scritti (escludo intenzionalmente il cinema) di Pasolini sia nella sua capacità di ripensare la realtà spingendo il pensiero ben oltre la linearità dell'analisi sociologica. A me sembra che volerlo chiudere nella dimensione dell'osservatore della realtà politica, sociale, economica del nostro paese per contestargli giustamente- come dici tu, una visione arcaica e idealizzata della società contadina, sia fargli torto : pasolini era un artista e non un sociologo. Infatti mi infastidisce l'epiteto di "intellettuale" che viene usato per definirlo. Serve a portarlo su un piano sul quale allora era possibile attaccarlo meglio ed ora è più facile circoscriverlo.
    Non so se ho davvero risposto appropriatamente, boh...
    marina

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  4. @guglielmo: di quella mattina io ricordo tutte le mie sensazioni e ancora mi vedo uscire dalla mia edicola e bloccarmi sul marciapiede...ma non chiedetemi dove ero quando uccisero John kennedy. Non lo so e non me ne frega niente...
    piuttosto, circa la memoria dei tuoi propri sentimenti: sono sicura che da qualche parte, ben camuffati, li hai scritti e magari un giorno li pubblicherai...
    marina

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  5. Per fortuna gli interventi polemici di PPP sul Corriere della sera e sul Mondo sono stati raccolti in volume e si chiamano "Lettere luterane" ed. Einaudi che rimarrà un classico proprio per questa carica dissacratoria e profetica. Si PPP non era ne un sociologo ne un politico e quindi si poteva permettere una visione poetica ed apocalittica della società. Però chi aveva le mani in pasta nei movimenti o nel sindacato aveva problemi maledettamente concreti da affrontare. C'era un elemento che distingueva PPP dagli altri intellettuali (non capisco perché il termine ti spaventi: non è affatto dispregiativo), lui aveva voglia di esprimere i suoi punti di vista e di farlo pubblicamente, contro-corrente. Spesso vediamo oggi intellettuali codini pronti a vendersi al miglior offerente, ossequiosi col potere, sprezzanti con la gente comune che non conta un cazzo. Si questo rimpiango di PPP: il suo spirito se si vuole un po' didascalico di voler spiegare, di farsi capire e di non avere soggezione verso i potenti siano magnati dell'industria o sindacalisti o politici...Scritto troppo.

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  6. @Guglielmo: Non hai scritto troppo, invece. Capisco meglio quello che intendi. Quello che volevo dire circa gli articoli è che allora non li leggevo sul Corriere, e sentivo solo la riprovazione tra i compagni; li ho letti poi come Lettere luterane. Ma penso che non sia la stessa cosa.
    Il termine intellettuale non mi spaventa né mi sembra spregiativo, ma un intellettuale può NON essere un artista e invece PPP lo era.
    permettimi, anzi me la permetto da me ;-) una correzione: il suo spirito non era didascalico ma pedagogico.
    Però non hai detto niente dei tuoi scritti, eppure sono certa che li hai, nascosti da qualche parte...
    buona serata marina

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  7. @Guglielmo: mi accorgo di non aver risposto su un punto non trascurabile. Lo squallore degli amori mercenari di borgata. Sono certa che troveresti squallida anche la frequentazione di puttane, ma è un fatto che della frequentazione di puttane da parte di tanti uomini eccellenti in campi diversi non si parlava. La sua dava scandalo perché era omosessuale (hanno tentato di farlo passare per pedofilo.)
    La borgata PPP la amava davvero, non era solo terreno di caccia per lui.
    Comunque gli amori a pagamento, omo od etero, mi suscitano insieme pietà e rabbia.
    Ma non ho mai pensato che un artista sia indenne dalle bassezze degli altri umani. Ci dà fastidio (a me ne dà) scoprirne i lati più bui, ma tant'è.
    Quando lessi che Proust pagava dei giovanissimi ragazzi per farsi defecare addosso e per altre pratiche anche più disgustose, ne fui abbastanza sconcertata. Ma separo, come sono certa che fai anche tu, il giudizio sulle sue pulsioni da quello sulla recherche
    SCRITTO TROPPO? SI!
    ciao, marina

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  8. Mai stato così importante come ora ricordare Pasolini.

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  9. Quando uccisero John Kennedy non ero ancora nato. Quando uccisero Pasolini avevo dieci anni.
    Sono arrivato qui per caso, da un blog su splinder, scoperto anche quello per caso. Ci tornerò.

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  10. Ciao Gipo, e benvenuto! se hai un blog segnalamelo che ti vengo a trovare
    marina

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  11. Frequentare prostitute e marchettari mi sembra solo un titolo di merito, ammetto forse per un mio malinteso approccio romantico-decadente alla vita. Se poi Proust si facesse fare la cacca addosso ed altre cose mi sembra onestamente che fossero affaracci suoi.

    bip

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  12. ciao bip: diciamo che pagare giovani poveracci borgatari costretti a prostituirsi non è il massimo, ma quello che distingueva PPP era il fatto che della borgata non consumava solo i giovani ragazzetti, ma la viveva con passione.
    Quanto a Proust certo sono affaracci suoi ma prova a guardare una sua foto nella sua aristocratica marsina e col suo volto angelico senza vederlo mentre si fa cagare in bocca da ragazzini di quattordici, quindici anni..
    penso che l'approccio romantico-decadente vacilli...
    marina

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  13. Vacillerà pure, ma ci giova metterci a fare del moralismo quando abbiano già preti e fascisti che sono così bravi a farlo ? Scusa la vena polemica, ma sai noi di sinistra a quanto pare sappiamo solo sbranarci tra di noi ;-)

    bip ;-)

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  14. Ho un blog su splinder, Marina. http://giposcribantino.splinder.com
    Se clicchi sul mio nome si aprirà.
    Ti aspetto. Ti ho inserita tra i miei link.

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