venerdì 17 ottobre 2008

formuletta matematica

E' la conoscenza della matematica che ci fa difetto. E ve lo dice una letterata.
In questo paese ignoriamo parecchi teoremi e formule.
Ce n'è una -vi sembrerà di non averla mai sentita, ma è solo perchè siete ignoranti in matematica- che dice così:

RVA=RVS + X

La formula si legge così:


Il rigore nei confronti degli altri deve essere uguale al rigore verso se stessi, più un supplemento X di rigore.
Detto diversamente: se verso l'Altro sono rigorosa in misura dieci, verso di me devo essere rigorosa in una misura pari a 10 più X.
Con la X io mi terrei molto, molto larga.

Capita a tutti di dimenticare le formule. Ogni tanto sento il bisogno di rammentarle, agli altri, ma soprattutto a me.

18 commenti:

  1. Bella questa formula. Anche se, come dici, troppe volte ce la dimentichiamo.
    E siccome io sono molto pigro, e poi con l'età la memoria inizia a scarburare, allora ho adottato un corollario: "ricordati che il metro che usi per giudicare, sarà il metro che verrà usato per giudicarti"
    Pace e benedizione
    Julo d.

    RispondiElimina
  2. Quindi RVA-X=RVS
    oppure RVA-RVS=X
    oppure RVA-RVS-X=0

    potremmo anche complicarla.... :)))

    ciao Marina

    RispondiElimina
  3. Io la applico in maniera molto rigorosa...

    RispondiElimina
  4. Se volete datemi pure del "buonista", ma se evitassimo di giudicare sia noi stessi che gli altri ? Se provassimo a praticare un po' di gentilezza nei confronti di noi stessi e verso gli altri ?

    RispondiElimina
  5. Non sono del tutto convinto. Mi fa venire in mente quelli che amano il prossimo più di se stessi. Io tendo più alla parità pura: amo il prossimo COME me stesso, sono rigoroso con gli altri COME con me stesso. A volte ammetto anche eccezioni alle regole per gli altri COME per me stesso, ecc. Scusa se mi permetto, ma lo dico come lo direi ad una cara amica, non è che così si risparmierebbe qualche mal di testa?

    RispondiElimina
  6. P.S. Guarda il mio blog di oggi, che riguarda proprio questo argomento!

    RispondiElimina
  7. Il rigore è in molti aspetti della vita indispensabile e doveroso, non ci sono dubbi. Tuttavia, mi trovo abbastanza d'accordo con gli uomini, che forse non è un caso, sono più morbidi ed accomodanti sul concetto in oggetto. Credo che il rigore ad oltranza verso noi stessi e verso gli altri sia a volte una prigione soffocante che non aiuta nè noi nè gli altri e spesso rende la vita impossibile. a tutti. E' pur vero che questi principi sono talmente bordline che è veramente difficile racchiuderli in uno schema. No, non me la sento di vivere seguendo un formulario, la vita ha troppe sfumature.

    RispondiElimina
  8. Professore' me sa che in matematica t'hanno bocciato ;-)

    RispondiElimina
  9. Hai fatto bene a ricordarla anche a me, grazie. Giulia

    RispondiElimina
  10. @bip: errore! in matematica ero bravissima! pensa che ho anche pensato di iscrivermi a matematica! fregato ;-)
    quanto al giudicare: io non riesco a non giudicarmi (per lo più male!), magari potessi!
    @ giulia: bentornata, allora passo da te
    @giorgio sul mal di testa potresti avere ragione...ma io voglio solo stigmatizzare chi non applica a se stesso lo stesso rigido metro che applica agli altri; chi assolve se stesso e condanna gli altri. E' un invito ad essere un po' indulgenti con gli altri. Meglio essere più rigidi con se stessi che con gli altri, secondo me

    @valeria: grazie per il sorriso!
    @ franca non ho il MINIMO dubbio!

    @ cristina: sul rigore hai ragione. Io ne sono un po' vittima, mi sospetto sempre delle !"peggio cose"! ma mi riscatto con una maggiore indulgenza verso gli errori altru; almeno credo...


    @julo: d'ora in poi userò l'espressione "scarburare" anche per la mia memoria

    abbracci, marina

    RispondiElimina
  11. Marina, guarda che non si tratta di una cosa on/off, o mi giudico oppure non mi giudico ... credo, auspico, spero che si possa fare un operazione di un altro tipo, giudicare meno, farlo meno spesso con più indulgenza. Insomma allentare un pochetto la morsa del giudizio. Sai il vecchio discorso dell'aprire la finestra e dello spazio caldo ed impersonale ...

    RispondiElimina
  12. @ bip: mi sembra un ottimo approccio, ma temo di non farcela. E poi, che cosa darei da mangiare al mio sempiterno senso di colpa? ;-)
    marina

    RispondiElimina
  13. beh grazıe per avermela rıcordata... quı molte volte e facıle scordarla!!! =)

    un bacıo

    RispondiElimina
  14. Al senso di colpa dai la libera uscita, anche solo qualche secondo, è un inizio
    si fa un respiro si guarda il senso di colpa, poi si aspetta che ritorni concentrandosi nell'intervallo sia pur brevissimo ;-)

    RispondiElimina
  15. E'vero, sei molto più severa con te stessa che con gli altri. Prova a spostare un pò il baricentro.
    baci

    RispondiElimina
  16. E' una bellissima lezione di vita. Ti ho mai detto che sei la professoressa di lettere che avrei tanto voluto avere? ;)

    RispondiElimina
  17. Questa sì che è una formuletta che sarebbe bene imparassimo tutti bene a memoria.

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo