domenica 31 agosto 2008

la parola sfida l'immagine



Ad esempio, a questa storia che le immagini sono più coinvolgenti, dicono di più, toccano di più delle parole, io non ci credo.
Vuoi mettere un film? -dicono. No, non lo voglio mettere. E rispondo: Vuoi mettere un libro?
Così vi racconto il mio laghetto di Pellicone dopo avervelo servito con le foto. Le foto, a metterle su blogger, si sono mortificate. Erano molto belle aperte con i-Photo e ora sono piccola cosa. Ma ci lavorerò su. Però ne aggiungo un'altra, spero che si vedano le farfalle bianche sul cespuglio fiorito.

Per intanto:

Arrivo al laghetto verso le dieci del mattino. Cielo smaltato. Tanto sole. Un silenzio remoto disteso sulle tombe etrusche e sulla vegetazione, disordinata ed esuberante. Si cammina per dieci minuti sotto il sole e sotto il volo di giovani falchetti. Cerco di dimenticare che si nutrono di prede vive e ne ammiro il volo elegante facendomi schermo dal sole con il braccio. Il posto di ristoro è ancora chiuso; panche di legno, pergolato di caprifoglio. Si scende verso il lago su un sentierino arso, attraverso un boschetto fitto di noccioli e larici, di un bel verde scuro, lasciandosi alle spalle una lunga radura gialla. Nell'ultimo tratto il boschetto si fa scarno ed emana un profumo amaro. I profumi li sentiamo con il palato, è così evidente. Sui cespugli di marruca vola una folata di farfalle bianche. Eppure non vedo inflorescenze. Forse le farfalle, semplicemente si divertono. Il sentiero si apre sul piccolo lago e subito si ha un senso di fresco e di pulito. Il silenzio è meno silenzioso: l'acqua del fiume chiacchiera con i sassi bianchi, gli spumeggia un po' intorno, poi se ne scende lesta verso il mare. Il mare non è possibile presagirlo, perché la roccia basaltica, grigio-nera, per noi che siamo qui sotto, è imponente e solenne proprio come una montagna: il fiume si getta giù sui gradoni lisci. La parete scura è forata in più punti dai nidi degli uccelli. Un ragazzo traffica silenzioso intorno ad una canoa gonfiabile. Ci salutiamo, poi lui sale e via. Il gesto morbido del remo che ruota e scompare verso sud. Penso agli Etruschi che sormontarono questo fiume di un ponte imponente per l'epoca. Per me gli etruschi sono il tufo rosso di queste terre, le distese giallastre dei campi mietuti e il verde scuro, insondabile, dei boschi di querce e lecci. E tutti quei morti! Sono convinta che ci osservano, ma il loro sguardo è amichevole. E il lago è di un bel celeste sereno, a tratti più intenso, a tratti quasi verde. Riceve il riflesso del bosco che lo cinge su due lati e dei cespugli rosa del sottobosco, la cui sfumatura trema sull'acqua. Piante cui non so dare un nome. Né so darlo al sentimento che mi ispira questo luogo silenzioso e raccolto, la sua bellezza profonda eppure così semplice. Gratitudine? Sì un piacere, un benessere, un'ammirazione colma di gratitudine. Mi tolgo i sandali ed avanzo nell'acqua. E' fresca, il terreno sabbioso, ma saldo. Cammino un po' lungo la riva circolare, dando piccole spinte all'acqua; si crea qualche iridescenza. Avanzo verso il centro del laghetto, poi mi rifaccio brava cittadina ed esco. Una farnia ha un ramo talmente basso che sembra un sedile. Mi ci sistemo e scrivo per un po'. Che pace! Una ragazza compare dal sentiero. Ha un sorriso beato. Sosta un po', scatta delle foto, anche una a me che scrivo, poi saluta e se ne va. Come si diventa cortesi e rispettosi al cospetto della bellezza, osservo. "Non sempre" puntualizza scettico mio marito. E' vero, non sempre. Penso a tutta la bellezza di questo paese in cui sono nata e alla sua gente così spesso sorda e ignara. E' vero. Eppure, questo posto, così bello, mi comunica un senso di fiducia: voglio credere nella bellezza. La bellezza salverà questo paese.

11 commenti:

  1. In un certo senso concordo, anche se ciò che osserviamo, leggiamo, ascoltiamo lo analizziamo con gli occhi del nostro io, io inteso come prodotto - anche ma non solo - della nostra mente. L'immaginazione può superare un'immagine se la nostra mente fantastica più della realtà (sarà poi la realtà solo pura realtà?); la parola, scritta od orale, può stuzzicare l'immaginazione solo se siamo capaci giocare con le parole. Però c'è una cosa che risalta: immagine e parola sono espressioni di una realtà tangibile. Lo sarà anche l'immaginazione?

    Rino, senza senso.

    RispondiElimina
  2. L'immaginario nostro è ormai fatto di tante cose: cinema, tv , libri e ancora e ancora. Perché dividerle? Salgari non ha mai visto l'India e se l'è inventata benissimo, ma noi l'India (anche se non ci siamo mai stati) l'abbiamo vista nei film, nei documentari e possiamo reinvertarla anche nei libri (cos'è l'India di Tabucchi di Notturno indiano se non una misteriosa invenzione?). Ciao

    RispondiElimina
  3. Intanto complimenti per la descrizione: mi è sembrato quasi di esserci.
    Per il resto sono d'accordo con te.
    Le parole, a saperle usare, sono meglio delle immagini.
    Inoltre, quando si legge un libro ognuno ci può mettere del suo lasciando spaziare la propria immaginazione; di fronte ad un film si può solo prendere atto dell'immagine...

    RispondiElimina
  4. Sarò che sono particolarmente sensibile in questi giorni, ma la chiosa del tuo pezzo mi ha commossa. Sì, voglio crederci anche io. La bellezza può solo portare bellezza. Quando mi porterai al tuo laghetto?

    RispondiElimina
  5. veramante buno spettacolo da favola!

    ci sono 2 premi per te
    sono ancora di fretta: esami di recupero, universitarie scleranti al centro studi e iperai che rifanno la cucina!

    RispondiElimina
  6. @guglielmo nessuna immagine (tranne quelle viste direttamente) mi tocca quanto le parole. Vanno più a fondo dentro di me. Non rifiuto né la fotografia o il cinema, ma di un film posso dimenticare le immagini ma, se mi hanno colpito, non dimentico le battute. non stabilisco una gerarchia di valori è semplicemente così.
    @rino: che domande difficili, maestro! per me l'immaginazione è spesso immedesimazione, la capacità di mettersi dalla parte di un altro. E l'altro può anche essere una cosa..
    @franca grazie. E come te penso che le parole ci lascino più liberi...

    RispondiElimina
  7. Bellissima la tua descrizioone.... Davvero mi è sembrato di vedere quello che dscrivevi, ma non solo anche immaginare. Quello che è bello della scrittura è che lasciano alla tua mente uno spazio di autonomia... L'immagine è quella... anche se io amo anche la fotografia ed il cinema. Altri linguaggi, io comunque preferisco la scrittura, Giulia

    RispondiElimina
  8. Sono rimasto incantato dalla tua descrizione e a dir la verità ho provato delle belle emozioni. Come solo le parole sanno dare.

    RispondiElimina
  9. No no hai fatto giusto il link. È che ultimamente mi sono dedicato di più al blog su venezia. http://veneziaeme.blogspot.com

    RispondiElimina
  10. Io non ne farei una competizione (immagini/parole). Ci sono immagini e immagini, parole e parole.
    E' chiaro che la tua magistrale descrizione comunica molto molto di piu' delle tue foto. Ma non puo' essere altrimenti. Anche tralasciando la tua notevole abilita' di scrittrice, ci sono molte piu' informazioni!
    Non e' vero che le immagini non lasciano spazio all'immaginazione (che gioco di parole). Sai quante cose posso immaginare sul canoista che vedo nella foto?!?
    E poi le immagini hanno un grande vantaggio: sono piu' immediate. La tua descrizione l'ho "adocchiata" ieri sera mentre stavo per spengere il PC ma ho ritenuto che meritava di essere letta con calma e solo adesso ho trovato il tempo e la concentrazione di farlo. Le foto le ho viste in pochi secondi. Cosi' un libro, senz'altro piu' completo e spesso piu' bello, ha bisogno del suo tempo per essere letto. La stessa storia, riportata in un film (spesso male, e' vero) in due ore scarse la vedo.
    Insomma, sicuramente le tue parole vincono la sfida ma lasciatemi spezzare una lancia a favore dell'immagine.
    E poi, si sa, me lo hai brillantemente insegnato in un tuo vecchio post: io sono ancora primitiva!

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo