venerdì 29 agosto 2008

dopo una conversazione con bip

Io so quando smetterò di tenere un blog.
Non conosco il momento in cui questo “quando “ accadrà, ma conosco il tipo di quando.

Sarà quando avrò imparato tutto quello che c’è da imparare, quando il blog non mi porrà più di fronte a problemi insolubili che mi sfidino a risolverli, quando i suoi meccanismi non conterranno più misteri e la mia curiosità si spegnerà.

È sempre accaduto così.

Di questo blog si può pensare che questo totale svelamento non avverrà mai, per due ragioni: la prima è che sono un' inetta rispetto alle abilità necessarie a tenere un blog; la seconda è che il mondo dell’informatica procede con una velocità tale che è facile prevedere che sempre nuove applicazioni verranno proposte all’utente blogger e che questo strumento diventerà, via via, più intrigante.

Ma nel mio approccio ad un nuovo campo di conoscenza -piccolo o grande, serio o giocoso che sia- io ho una mia misura.

Non punto mai al massimo. Diventare il più grande esperto di piattaforma blog del mondo o il più audace sperimentatore di soluzioni innovative non mi interessa. Non rientra nei miei programmi.

Un po’ dipende da un preciso senso dei miei limiti.
Conoscendoli, adatto loro le mie ambizioni.
Un po’ dipende anche da una superficialità di fondo.
E un po’ dalla curiosità intrecciata con la fretta.

Imparare è la vera grande passione della mia vita.
C’è il leggere, naturalmente e c’è lo scrivere, ma entrambe fanno capo a quella più generale e più imperativa dell’apprendere.
Apprendere in ogni campo. Apprendere la vita.
La curiosità è grande ma la vita è una. Di qui la fretta.
Così mi affaccio ora su questo ora su quell’altro campo di attività umana e tento di penetrarne i segreti.
Lo faccio scegliendo appunto quella che io chiamo la mia misura. Su questa applico il mio impegno.
Una specie di istinto mi guida e mi fa arrestare a tempo debito.
Io sento quando le mie capacità in un settore hanno dato il loro massimo, quando ho fatto del mio meglio. Lì giunta, senza rimpianti, mi dico: bene, tutte le curiosità che POTEVO togliermi in questo campo, me le sono tolte. Ora basta. Vediamo che cos’altro c’è in giro di interessante e ALLA MIA PORTATA.
Non c’è rimpianto, perché il senso dei miei limiti si accompagna, grazieaddio, ad uno spontaneo ritrarsi della mia curiosità.
Penetrata in un fantastico castello, spinta dalla curiosità, comincio a girarne i saloni. Spingo porte, attivo marchingegni, forzo serrature e passo di sala in sala, scoprendo nuove meraviglie e nuovi misteri. Ma quando mi imbatto nella porta massiccia e invalicabile del più lontano dei saloni, dalla quale non giunge alcun suono percepibile per il mio orecchio, tranquillamente mi dico: ecco, oltre non so andare, non posso andare. E, fortunata che sono, quel salone chiuso nel suo mistero, cessa immediatamente di suscitare la mia curiosità. Quel salone non è per me, lo so. Non vi penetrerò mai. E lo saluto senza rimpianto.
Al più mi limito a sperare che qualcun altro, con più intelligenza e forza di me, possa penetrarvi e raccontarmi i suoi tesori.
Quanto a me, mi guardo intorno e mi preparo a sospingere una porta meno massiccia o con una serratura più abbordabile. Di fronte a quella, che giudico alla mia portata, difficile ma non impossibile per me, la mia curiosità si riaccende e mi applico con tenacia ad aprirla.
Verrà il momento in cui la porta-blogger sarà troppo massiccia per me, o, in una alternativa meno probabile, che nella sala protetta non ci saranno più misteri. A quel punto, adieu.

12 commenti:

  1. Io, invece, girerei a lungo davanti a quella porta chiusa: proverei in tutti i modi a carpirne il segreto, a percepire il suono nascosto dal silenzio. Alla fine ci troverei dentro me stesso. Pronto a morire, e mi vedrei esalare l'ultimo respiro e questo non si può raccontare a nessuno. C'è un prezzo per tutto , Marina, anche per la ricerca del vivere.

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  2. Un bellissimo post, sulla cultura del limite delle proprie forze. Ma, avendo scoperto questo blog così interessante solo adesso, spero che non chiuda proprio ora..

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  3. la penso come te... Conosco o penso di conoscere i miei limiti, qualcosa posso superare, qualcosa no, qualcosa non mi interessa. Quando porrò la parola fine al blog, sinceramente non lo so... Non è però la conoscenza di come funzione tecnicamente, è qualcosa d'altro... A volte mi sembra di essere vicina, a volte invece le distanze si dilatano. Un abbracio, Giulia

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  4. @giulia:ci intendiamo spesso vero? ma se non sul blog ci incontreremo da qualche altra parte, sono sicura|
    @bartlelboom: benvenuto sul mio blog. ancora resisto. ;-) ora passo in visita da te

    @Enzo, sì, ti ci vedo a dannarti fuori di quella porta.
    Ma non mi piacciono queste immagini di morte. Qui ci vuole una impennata! Potresti mettere della dinamite alla porta?

    @franca: in ogni caso non ti libereresti di quella scassaballe di marina...

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  5. Marina, mi permetti? Questo post mi sembra lievemente minaccioso. Io lo leggo così, dimmi se mi sbaglio. "Finchè il giocattolo blog mi piacerà, i suoi meccanismi (non ho capito se tecnici o anche intellettuali) mi solleticheranno, continuerò. Quando diventerà troppo difficile seguirli. Addio gente!"
    Capisco perfettamente che tenere un blog, come tutte le esperienze, dapprima entusiasma e poi inevitabilmente viene a noia, però sinceramente io qualche valore ai rapporti che ho intrecciato tramite il blog (forse chiamarli "amicizie" è presuntuoso, d'accordo) lo do. Mi dispiacerebbe proprio perdere i contatti con alcuni blogger tra cui tu.

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  6. Marina,sei un tantino sibillina,ma ti perdono perchè so che i tuoi pensieri vanno dal bene al male e al così così.
    Cristiana

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  7. per cristiana: mi spiace di essere stata sibillina, volevo solamente parlare dei miei limiti e di come mi ci rapporto

    per artemisia: hai letto giusto, anche se non parlerei di giocattolo ma di esperienza: quando non c'è più niente da scoprire in una esperienza di tipo conoscitivo, oppure c'è ma la mia intelligenza non basta, più io mi ritiro in buon ordine.
    I rapporti umani sono un'altra cosa e non vedo perché quelli tra noi dovrebbero interrompersi se io non scrivessi più sul blog. Magari vi leggerei, commenterei o ci scriveremmo. O debbo pensare, tristanzuola, che se non producessi più un blog non mi si vorrebbe più bene?
    crudele minaccia...
    comunque al momento ho ancora molta strada da fare nel mondo blogger...
    abbracci vari, marina

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  8. Ci mancherebbe che ti volessimo bene in base alla tua "produttività"! A me basta non perderti di vista. Va bene anche in videoconferenza! (Vai: le ho dato un'idea ;-) )
    Baci,

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  9. il blog è un diario che usa i mezzi della modernità.
    ci sono mille varianti, rappresentazioni, modi di viverlo. ma resta fondamentalmente un diario.
    può essere che venga meno la voglia di diario.
    ma allora sarà perchè saranno venute meno altre mille motivazioni a percorrere sentieri e a ripensare le tracce.
    almeno così a me sembra essere
    ciao marina
    e grazie per i tuoi passaggi

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  10. non prevedo certo il futuro ma credo che ce ne vorrà un bel po' prima che tu possa stancarti....
    e meno male!

    un saluto,
    ilpiccoloLord

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