mercoledì 28 maggio 2008

padre NON pentito


Non è stato proprio facile metterci le mani sopra, ma alla fine ce l'ho fatta.
Ed ecco qui il libro di Luciano Comida -alias Idefix- : Padri pentiti.
L'editore è Campanotto e il libro è del 2000.
Il testo è accompagnato dai divertenti disegni di Michele Colucci.

Me lo sono letto in un amen, non solo perché è un (finto) piccolo libro, ma perché la Signora Ironia ti prende per mano all'inizio e non ti lascia più. E, con la Signora Ironia, io potrei andare ovunque. E in gran fretta.
Il libro è diretto ai soli uomini e a leggerlo mi sono sentita un po' supervisore maligno. Ah, adesso vi smaschero, brutti maschiacci; vediamo che cosa vi dite tra di voi, quando parlate di paternità! (Infatti è di paternità che si parla.)
Ma a questo uomo qui, che scrive, non posso proprio rimproverare nulla. E un po' ci sformo. Niente castagna in cui prenderlo.
(Di questa espressione "prendere in castagna" ho trovato diverse spiegazioni. Una di queste ritiene che sia una deformazione di "prendere in fallo", cioè in errore. Dal fallo come errore, al fallo tout court, ai marroni che si accompagnano al fallo, alle castagne. La faccio mia, perché l'equivoco mi diverte.)
Ma torniamo al libro. La sua tesi di base è che non esista al mondo un solo motivo, non uno, che porti un uomo a realizzare figli nel suo proprio interesse. Qualunque obiezione, sotto forma di possibile motivazione, voi vi apprestiate ad avanzare, l'autore l'ha già prevista, analizzata, e confutata. Spiacenti: ben diciotto possibili motivi pro-paternità vengono sviscerati e accantonati come insufficienti.
Questa parte, che potreste ritenere la più cinica, è, invece, la più accattivante. È quando passa a spiegare in concreto che cosa significhi avere un figlio piccolo, che l'autore dà il meglio della sua velenosissima penna. Intendiamoci, dice semplicemente la piatta verità. Ma la dose è da cavallo! Nulla viene risparmiato all'aspirante padre.
Ma nulla viene risparmiato neanche a tutti gli esperti di bambini, dai pediatri, agli psicologi, ai maestri, che pontificano dalle loro cattedre mentre il povero genitore si dibatte tra cacche, crisi di pianto, insonnie e dilemmi ben più gravi.
Questa parte, benché portata avanti con lo stesso tono scanzonato, è frutto di un lavoro di ricerca e consultazione tra testi dedicati all'infanzia. A me è piaciuta particolarmente perché, senza nessuna delicatezza, ti sbatte sotto il muso le mille contraddizioni che infarciscono la puericultura; i sì e i no contro cui si cozza quotidianamente.
Ma il nostro autore ha del fegato e giunto al capitolo 8, si espone con la sua personale ricetta per tirare su un figlio.
La ricetta, in undici punti, è piena di saggezza: una summa che, se applicata, renderebbe meno dura la vita ai padri e i padri stessi meno fastidiosi per i figli.
Gli ultimi due capitoli, ridendo e scherzando, (facendo finta di ridere e scherzare) trattano due temi belli tosti.
Il controllo delle nascite e la procreazione assistita.
A proposito del primo, così, senza parere, l'autore dà del "criminale planetario" a tutti coloro che si oppongono ad un arresto della dissennata proliferazione delle nascite. Dal Papa in giù, sono serviti. A me l'espressione "criminale planetario" è molto piaciuta. Me ne mancava una all'uopo e la adotterò.
Sulla procreazione assistita, confesso che non lo seguo del tutto. A me il suo: "Volete figli? Fateli scopando. Non vi vengono perché siete sterili? Sfiga... Volete comunque figli, anche se non vi vengono senza ricorrere alla neostregoneria? Prendetene uno già fatto..." mi sembra un po' troppo semplicistico. Pur condividendo la posizione di fondo, trovo che si tagli con l'accetta un tema che ha implicazioni, ahimé, molto, molto profonde.
E non immaginate che piacere mi abbia fatto poter trovare, proprio alla fine, un elemento di possibile discussione!
Comunque, il libro mi è piaciuto. Mi azzardo anzi a dire qualche cosa di più: è un libro non solo divertente, ma utile.
Non sarebbe male -neanche per l'autore, penso- se tutti, ma proprio tutti gli uomini in procinto di riprodursi, lo leggessero. Un paio di volte, direi.

14 commenti:

  1. Luciano fa riflettere... e tanto. Anch'io ho letto e riletto quel libro e, ti assicuro, in poche pagine dà tanto per discutere e pensare.
    Luciano è unico, non ho altro da aggiungere.
    Buon mercoledì di pace.
    Rino, immaginando Idefix nel passato che si fa presente.

    RispondiElimina
  2. Non l'ho letto ma vorrei tanto farlo e lo farò, quando sarò un po' ferma e tranquilla. Giulia

    RispondiElimina
  3. Prima di tutto, evito di dilungarmi in melensi ringraziamenti e relativi sbrodolamenti vari: la tua bella e onesta recensione non merita di venir guastata da un intervento lecchino dell'autore che si dilunga in inutili slap slap. (Però sappi che sono davvero felice e commosso)
    Vorrei aggiungere un paio di osservazioni.
    Da quando ho scritto quel libro sono passati quasi dieci anni e io sono un po' cambiato.
    Ad esempio sarei più rispettoso e meno rozzamente semplicistico (in questo hai ragionissima tu) sulla parte relativa alla procreazione assistita, anche se continuo a pensare che sia egoistico VOLERE un figlio a tutti i costi. Poi sarei ancora più allarmato sul futuro del pianeta e sui rischi che i bambini corrono. Però aggiungerei qualcosa sull'occhio nuovo e fresco con il quale i bambini possono guardare al mondo, aiutando i "grandi" a cambiare. Forse però (facendo così) finirei col fare un libro più buonista.
    Non lo so: è possibile che i libri non vadano cambiati, che debbano restare così come sono stati fatti, nel bene e nel male, con i loro difetti e i loro pregi.
    Ultima cosa: una confessione privata. Mi dispiace molto che quel libretto non abbia avuto nessuna ma proprio nessuna diffusione, forse anche perchè è un argomento semitabù e io lo trattavo in modo impietoso. E in questo paese ipocrita i bambini si possono vendere ma non criticare.
    Un saluto e un grazie di cuore
    E stavolta mi firmo nome e cognome: Luciano Comida
    http://lucianoidefix.typepad.com/

    RispondiElimina
  4. Per ora conosco solo la parte dedicata ai ragazzi di quel prolifico scrittore che è Luciano.Mia nipote ci si è divertita molto e io con lei. Ho anche alcuni suoi bellissimi racconti che mi accolsero da blog-neofita. Luciano fu uno dei miei primi amici.
    "Padri pentiti"?Cercherollo.
    Cristiana

    RispondiElimina
  5. ciao, Luciano, è un peccato davvero che il libro non abbia bucato l'aria melensa con cui si parla dell'infanzia nel nostro paese. E allargare la parte sulla riproduzione assistita (tema ancora più dibattuto dopo dieci anni) e riprovarci? Ne varrebbe davvero la pena. Grazie a te, mi piace pavoneggiarmi perché conosco l'autore!
    marina

    RispondiElimina
  6. Per informazione: non è assolutamente detto che chi ricorre alla procreazione assistita voglia "un figlio a tutti i costi". Magari vuole semplicemente un figlio, come chiunque altro.

    Non riesco assolutamente a capire perchè debba essere considerato più egoista, solo perché ha avuto la sfortuna di beccarsi una malattia o un difetto fisico che gli impedisce di averli con la stessa facilità con cui li ho avuti io.

    Perché ai fertili e agli infertili dovrebbero applicarsi due codici morali diversi?

    E trovo anche molto fuorviante la solita contrapposizione tra fecondazione assistita e adozione. L'adozione non è né un'opera di carità per fare del bene a bambini sfortunati, né un ripiego di serie B per chi non è riuscito ad avere "figli veri": è un modo per diventare genitori, punto e basta.

    Un modo a cui si arriva tramite un percorso personalissimo, che può avere mille ragioni diverse, e che non può essere banalizzato con il giudizio spiccio di terze persone.

    Fra l'altro, l'adozione NON E' riservata agli sterili, ce lo ricordiamo? A me, che posso avere figli senza fatica, nessuno si è sognato di dire: "Egoista! Ma non vale la pena di farli, perché invece non li adotti?".

    Ecco, vorrei sapere perché a una donna esattamente come me, ma con la sfiga di avere un problema alle tube, lo si può dire tranquillamente...

    saluti
    Lisa

    RispondiElimina
  7. Non credo che diventerò mai padre, mi basta fare lo zio, ma ti chiedo: il libro come hai fatto a trovarlo?

    RispondiElimina
  8. ciao Finazio, il libro l'ho ordinato da feltrinelli ed è arrivato DOPO TRE MESI!! C'è voluta la mia cocciutaggine

    ciao Lisa: il tuo pensiero è il mio pensiero. Aggiungo solo, per chiarire la mia frase di chiusura, che il discorso di fondo per me è: a sessanta anni non si fanno figli.(E' questa per me la "neostregoneria". ) La sterilità è una malattia o disfunzione: si cura e si fanno figli. Volerli non è un capriccio, ma il desiderio di essere sani e di curarsi come per ogni altra disfunzione.
    meno male che mi hai dato l'occasione per chiarirmi!
    ciao, marina

    RispondiElimina
  9. Aggiungo solo, per chiarire la mia frase di chiusura, che il discorso di fondo per me è: a sessanta anni non si fanno figli.(E' questa per me la "neostregoneria". )

    Infatti, i casi clamorosi di chi vuole fare figli a sessant'anni, sono un'infima minoranza, enfatizzata mediaticamente apposta per creare il malinteso, per aizzare la rissa al talk show, o per "dimostrare che la fecondazione assistita è mostruosa".

    Quando invece...

    ...la stragrande maggioranza delle persone che hanno a che fare con la fecondazione assistita è costituita da persone mediamente normalissime, di età ragionevole e con situazioni familiari del tutto ordinarie, che combattono contro un problema di salute.

    Tutto qui.

    ciao
    L.

    RispondiElimina
  10. arieccomi, Lisa. Volevo solo dirti un piccolo fatto personale. Negli anni 80 ho conosciuto personalmente il ginecologo italiano che si è dedicato a questi exploit tecnici, una persona di un cinismo, ignoranza, venalità, e voglia di apparizione, oltre ogni immaginazione.Pronto a saltare su ogni caso di desiderio di maternità, senza nessuno scrupolo.
    Mi è rimasta una enorme diffidenza verso queste figure. Anche se sono queste che si guadagnano le prime pagine dei giornali e non le persone normalissime.Spero davvero di essermi spiegata bene perché mi dispiacerebbe troppo perdere la tua stima. ciao, marina

    RispondiElimina
  11. Forse Marina ha ragione: togliere la parte (goffa, ingenerosa, pasticciata) sulla fecondazione assistita, ritoccare il libro qua e là e poi riprovare con un editore più grandicello.
    Chissà...
    Se ho ferito la sensibilità di uomini e donne con problemi di sterilità, chiedo scusa. Ma la mia...posso dire "rabbia"?...si riferiva a quelle persone (e ce ne sono sia tra chi fa figli "naturalmente" sia tra chi li fa con l'aiuto della medicina) che VOGLIONO UN BAMBINO A TUTTI I COSTI non per amore o per generosità ma bensì per soddisfare propri problemi. Ad esempio (e quando io scrissi il libro il caso era recente) quella madre che (morto il primogenito) dichiarava che VOLEVA un altro figlio per sostituire quello perduto, e che lo voleva uguale al primo. Ecco, questi genitori fanno male ai figli perchè li sovraccaricano (ancor prima della nascita) di aspettative ingenerose, che i bambini NON potranno soddisfare perchè NON saranno all'altezza dei desiderata materni o paterni. E dunque questo modo di VOLERE figli prelude a sofferenze, per glia dulti e per i loro bambini.
    Luciano Comida http://lucianoidefix.typepad.com/

    RispondiElimina
  12. No, più che toglierla quella parte devi ripensarla; ridiscuterla con te stesso e con Tatiana e con Francesca (ho azzeccato i nomi?). Sì invece ad un nuovo editore, più grande, che dia al libro una bella diffusione.
    Penso che Bastian Cuntrari abbia detto benissimo il senso generale del discorso. Forse tu ed io ci lasciamo impressionare dai casi eclatanti e lei mantiene dritta la barra sulla normalità. Fra i genitori naturali ce ne stanno tanti che considerano avere un figlio come il completamento della loro collocazione sociale.
    Questi sono deleteri!
    Quei racconti che lessi poi li hai pubblicati? E a che cosa lavori adesso?
    a presto marina
    PS mi sa che sono scomparsi i Commenti Recenti. Se è così scusami devo provvedere in qualche modo

    RispondiElimina
  13. Ottimo, lo voglio leggere anch'io e FAR leggere.
    Il tema fecondazione assistita/adozione e' troppo delicato e non ho elementi per pronunciarmi.
    Grazie del suggerimento.

    Grande anche la nuova foto che hai inserito! Di un po' cerchi di fare concorrenza a Cristiana quanto a montatura di occhiali?

    RispondiElimina
  14. Mi associo: anche a me piace, questa tua nuova foto.
    Risposte: il libro di racconti lo sto ritoccando qua e là. Sto finendo il nuovo (ottavo della serie) romanzo con il tredicenne Michelecrismani.
    Un saluto da Luciano / Idefix
    http://lucianoidefix.typepad.com/

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo